Capitolo 6

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DIN DON

Perché fa così tanto rumore questo campanello? Sembra quasi che stia cercando di far sì che tutti i condomini sappiano della mia scappatella di stasera.
Okay, non devo diventare paranoica, non sto facendo nulla di male.

Tendo l'orecchio per captare i suoi passi, ma non sento nulla.

Aspetto qualche minuto, ma niente.

Sono venuta fin qui, mi sono convinta a suonare, ora deve aprirmi.
È sicuramente in casa, non esce mai.

DIN DOON

Premo il pulsantino con più decisione.
Questa volta sento la voce di Jason dall'altra parte. Sembra leggermente affannata e un po' seccata, come di chi è stato interrotto nel bel mezzo di qualcosa, e non è molto felice di dover correre alla porta.
- Sto arrivando.- e, dopo qualche secondo e il suono di passi, - Chi è?-

-Sono io, Cleo. L'impiegata della casa editrice. - forse non si ricorda il mio nome, non posso dare per scontato che si ricordi chi è Cleo, anche se ci siamo presentati stamattina.
-Sono tornata per restituirti un foglio che mi hai lasciato per sbaglio.-.

Spero di non aver davvero interrotto qualcosa di importante. Magari un appuntamento con una donna? Possibile che non sia così solitario come si crede?
Non so perché, ma l'idea mi infastidisce un pochino.

Quale foglio? - chiede, senza aprire.

-Un foglio - insisto.

-Ma dimmi che foglio è. - ribatte lui. Ho la sensazione che non voglia farmi entrare in casa, o magari non vuole farmi vedere qualcosa che si trova all'interno. Forse non mi sbagliavo, sull'ipotesi della ragazza.

-Preferisco di no. Se mi apri te lo lascio e basta.-

Non posso certo mettermi a raccontare cosa c'è scritto su questo foglio qui, sul pianerottolo.
Chiunque per le scale potrebbe sentirmi, poi con quale faccia mi presenterei alle riunioni condominiali?
E poi, c'è una piccolissima parte di me che ha voglia di interrompere qualsiasi cosa stia accadendo in quest'attico; anche se non lo ammetterò mai a voce alta.

-Mmm, d'accordo. - mugugna, arrendendosi.

La maniglia si abbassa e mi trovo davanti a lui.
Nudo. Con solo un asciugamano a coprirgli le grazie.

Rimango un attimo spiazzata, o, per meglio dire, imbambolata a fissarlo.

Sembra essere appena uscito dalla doccia, è ancora bagnato, e circondato da un velo di vapore.
Almeno posso escludere l'ipotesi della ragazza.

I miei occhi seguono una gocciolina d'acqua che, cadendo da un ciuffo di capelli sul collo, si fa strada sui suoi pettorali possenti, sugli addominali definiti, e si ferma sul bordo dell' asciugamano, proprio all'altezza dell'inizio della V che conduce a... Beh, a ciò che copre l'asciugamano.

Il mio sguardo si sofferma per un attimo in quel punto, per poi tornare verso l'alto ripercorrendo quel corpo divino, e ammirando il braccio muscoloso appoggiato allo stipite della porta. Il bicipite flesso e bagnato...Probabilmente sto sbavando, e senza quasi accorgermene mi lecco le labbra secche.
Sento estremamente caldo, che sia l'estate di San Martino?

"Concentrati, guardalo in faccia, maniaca!"

Seppur con fatica, sposto la mia attenzione sui suoi occhi, solo che ad aspettarmi trovo uno sguardo a metà tra il divertito e il malizioso.

"Nota per me, non guardarlo negli occhi" mi dico. Non vogliamo un infarto a ventisei anni.

-Ecco il foglio. - glielo porgo, cercando di concludere la consegna per tornarmene a casa.

Tricked by the MoonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora