Capitolo 4

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Sono di fronte al portone dell'attico, sulla cima del mio palazzo.

Ora quadra tutto.

Il riccone riservato che abita questo piano non è altri che Rose P.

Incredibile, davvero assurdo.

D'altronde però non avrei mai potuto immaginarlo, considerando quanta segretezza viga tra i miei colleghi sulle informazioni personali dei clienti, e quanto mistero aleggi poi in particolare intorno alla figura di Rose.

Controllo l'orologio per verificare di non essere in anticipo, e l'ora è quella giusta.

Mi sistemo un ciuffo di capelli che è calato sulla mia fronte, e suono il campanello.

Dopo pochi secondi sento dei passi percorrere lo spazio dietro la porta, e si apre lo spioncino.

-Chi è? - chiede una voce profonda e maschile.

Mi chiedo se sia il marito della scrittrice, o qualcuno che si occupa della casa.

-Sono Cleo Blake, sono stata mandata dalla casa editrice per sostituire Thomas.-

-Mi era stato comunicato che sarebbe stato inviato un uomo.-

Questo tizio deve essere un misogino. Non vuole farmi entrare solo perché sono una donna?

Dopo diversi secondi di silenziosa attesa, la situazione comincia a farsi ridicola: l'uomo dietro la porta non sembra intenzionato ad aprirmi, e di certo non voglio passare la mattina qui sul pianerottolo. Decido quindi di lasciare le buone maniere da parte e prendere in mano la situazione.

-Senta, non so chi lei sia ma io devo entrare. La scrittrice ha bisogno di me, e onestamente non voglio farla aspettare per un allocco che si rifiuta di aprire la porta solo perché non sono un uomo.
Sono sicura che Rose mi accetterà come sua assistente, e nel caso avesse dubbi di qualsiasi tipo potrà tranquillamente chiamare la casa editrice per ricevere conferma. - dico decisa.

-Va bene, entri pure, mi ha convinto. - la voce dietro la porta sembra quasi divertita, non so perché.
Faccio forse ridere?

-Grazie.-

Non appena la porta si apre, mi trovo di fronte un uomo enorme.

È alto sicuramente almeno un metro e novantacinque, spalle larghe, e attraverso una aderente maglia nera si intravedono le ombre create dai muscoli scolpiti. Sono felice di aver fatto la voce grossa quando ancora non potevo vederlo, perché, ora come ora, sto quasi faticando a respirare normalmente.

Deglutisco forte, e sento una leggera risatina, come se si fosse accorto del mio disagio e ne stesse godendo.

Alzo la testa, infastidita, per vedere l'origine di quel ghigno.

L'origine è il volto più bello che abbia mai visto.

I capelli neri mossi e disordinati sembrano morbidissimi, chissà come deve essere far scorrere le dita tra quei ciuffi. La mascella è definita, e coperta da un leggerissimo velo di barba, e gli occhi... Quegli occhi potrebbero contenere boschi oscuri e valli fantastiche, e mi lasciano incantata e persa.

Scendendo verso il basso, noto che i suoi denti bianchi fanno ancora capolino attraverso le labbra carnose, su cui non posso fare a meno di soffermare il mio sguardo, chiedendomi se siano così morbide come sembrano.

Mi scruta a sua volta come se stesse studiando la mia anima, come se cercasse la risposta ad una domanda che nemmeno lui sapeva di avere.

"Cleo, ti devi riprendere", penso, conficcandomi l'unghia dell'indice nel palmo della mano, nel tentativo di ritrovare un contatto con la realtà.

Tricked by the MoonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora