Strega o principessa?

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 Verso alcune gocce di olii essenziali nell'acqua calda, accendo le solite candele profumose. Questo è il momento della giornata nel quale mi ritrovo a tu per tu con la parte spirituale ed emozionale.

 Mi chiudo nella stanza da bagno come fosse un maniero. A volte sono strega a volte principessa. Una stanza dei balocchi nell'ala ovest del mio castello incantato dove possiamo entrare solo in due. Io e l'Altra.

La luce soffusa delle candele rende tutto più facile e misterioso. Mi immergo nell'acqua. Socchiudo gli occhi. Rilasso tutti i muscoli e inizio a volare con l'immaginario.

Va bene, lo chiamo io.

Qualche secondo di attesa accentua  la tensione.

- Pronto. Chi parla?

Risento la sua bella voce ma, al contempo, avverto una punta di delusione che penetra come una spina nel fianco. Ecco, ha già cancellato il mio nome.

- Ciao Michele, sono Patrizia.

Scruto leggermente preoccupata il silenzio che arriva dall'altra parte del telefono. Come se cercasse di collocarmi in qualche posto remoto delle sue conoscenze, un carteggio di nomi ordinatamente archiviato. Mi sento tremendamente in imbarazzo.

- Ehm... Patrizia?

- Scusami tanto Michele, forse ho chiamato in un brutto momento. Stavo pensando che giusto un mese fa ci siamo conosciuti... insomma... questa sera è una specie di anniversario.

Parlo lentamente cercando di dare alle pause un valore a un dialogo che sembra scorrere su un unico binario.

- Ah sì? Allora mi sembra il caso di festeggiare. Patrizia...

Il tono della voce tradisce l'incertezza nella quale sembra non riuscire a emergere. L'atroce dubbio di non essere stata ancora bene identificata mi assale; cerco nell'immediatezza di un momento quasi patetico di concentrarmi sulla sua voce la quale, nonostante tutto  mi penetra il cervello. Un brivido sento che parte dalla testa e quando parte da lì è pericoloso.

- Sai, mi piacerebbe rivivere tutto come un mese fa.

Sono impazzita. 

E' sorpreso. Volevo questo. Sorprenderlo. 

- Dimmi Patrizia, cosa devo fare?

Il suo tono arrendevole mi incita a proseguire in questo delirio. Non riesco a controllarmi. Non riesco a dirgli: Scusami Michele, ancora una volta ho sbagliato.

- Questa sera verso le undici aspettami dentro al locale dove ci siamo conosciuti, mettiti esattamente dove eri seduto quando mi hai vista per la prima volta. Quando mi vedrai entrare fai finta di non conoscermi, segui le mie mosse.

Mentre sento fuoriuscire parole sconosciute mi tasto la fronte.

Ho la febbre. No, sono ubriaca. No, sono immersa nell'acqua troppo calda. Meglio se apro il rubinetto dell'acqua fredda. Ho bisogno di ghiaccio. Di tanto ghiaccio per raffreddare i bollenti spiriti non del tutto sopiti sotto gli anni. 

- Patrizia, non ti facevo così intraprendente. Sei una strega.

- Lo so. Allora, ti piace la mia idea bizzarra?

- Mi piace moltissimo. Non vedo l'ora di rivederti. Allora a più tardi, ciao...

La metamorfosi si sta per compiere.

Mi sono lavata i capelli, mi sono truccata, mi sono imposta qualche goccia di profumo dietro le orecchie, all'interno dei polsi. Mi guardo allo specchio senza paura. Quello di prepararsi per un uomo è un'azione di cui è difficile liberarsi. Il travestimento è perfetto e io non sono più io. I miei occhi sembrano più chiari e splendenti. Spazzolo i capelli  che poggiano soffici sulle spalle e incorniciano un volto ancora piacevole.

IO E L'ALTRADove le storie prendono vita. Scoprilo ora