Vorrei stringere ricordi nella mano.
Poter dar loro vita con un soffio dell'anima.
Vorrei riprendere da dove tutto è finito.
E ricominciare.
Rivoglio la mia vita. Rivoglio ogni momento di felicità.
Passato. Vissuto.
Brandelli sparsi da ricomporre.
Nemmeno un sorriso rimasto.
Solo questo dolore.
Per ogni attimo strappato. Per tutto quello che potevo fare. E non ho fatto.
Per la felicità volata in un posto sconosciuto.
Lì, dove appena un passo avevo fatto.
Vorrei sentirvi ancora intorno a me. Come pulcini.
Le voci infantili.
E mani piccole dentro le mie.
I vostri sorrisi sdentati. E chiamare la formichina per un soldino.
Accendere le luci dell'albero. E spedire l'incompiuta letterina.
Lasciarvi davanti alla scuola.
E darvi un ultimo bacio.
Probabilmente vi starete chiedendo il motivo di questo capitolo in cui ho inserito una mia dedica.
A questa poesia sono particolarmente affezionata, il ricordo dei miei "pulcini", oramai adulti, fatica assai ad abbandonarmi. I loro volti paffuti, i sorrisi sdentati, la loro allegria sono imprigionati nella mente. Nella memoria tenace.
Scrivendo il capitolo precedente sono stata catapultata nei momenti felici di un passato reale che si palesa in ogni mio pensiero e componimento letterario.
I ricordi riaffiorano, e non c'è niente di male concedere loro tutto lo spazio che prepotentemente chiedono.
Spero possiate capirmi.
Grazie.
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IO E L'ALTRA
General FictionUn dialogo estenuante con la parte che non vuole accettare l'inevitabile declino. Una contro l'altra. Amiche e nemiche. La doppia immagine di una donna matura e il suo riflesso giovanile. Le abitudini, i ricordi, le delusioni ma "l'Altra" è forte...