The winner is

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Tre anime in attesa. Mi sento impotente di fronte a tanta scelleratezza attenuata, in parte, dallo sguardo innamorato di mio figlio mentre tiene tra le sue la mano della ragazza come un bene prezioso. Ma un amore che nasce non può determinare il dolore in altre persone. Antonio è un uomo granitico, una scappatella poteva essere anche tollerata, sua moglie lo aveva compreso e perdonato ma non mi sarei mai aspettata arrivasse a tanto. E non può, non deve permettere che una discutibile scelta di vita possa essere causa di grande sofferenza nelle persone a lui vicine, compresa la sottoscritta. 

Vorrei mettermi a urlare, imprecare, inveire contro qualcuno o qualcosa di immateriale. O innaturale poiché mi sento di imputare il fato, il destino o qualche incantesimo malefico per tutto ciò. Ma non posso. Devo cercare di mantenere la calma, ancora e ancora, non sarà facile ma ce la farò, anche questa volta. 

Attendo che la fanciulla dai capelli rossi, fornita di due splendidi occhi verdi e  una bella bocca carnosa, si degni di rispondere alla mia semplicissima, forsanche banale domanda.

I secondi sembrano anni, i minuti secoli. Mi sono stufata. Se non parlano loro parlo io.

– Sentite ragazzi - rivolgendomi a mio figlio - che poi tu, tanto ragazzo non lo sei da un pezzo ma, su questo aspetto non trascurabile ci torneremo... dicevo, mi volete dire cosa caspita state combinando? Ma soprattutto, cosa pensate di fare? Io... io... veramente sono incredula, ma cosa dico, sono basita, stupita anzi, per dirla tutta, sono anche leggermente incazzata e che diamine, quando ci vuole ci vuole!

Mi sto agitando e non devo. Non posso. Patrizia ricorda che sei anziana, cardiopatica, hai l'ipertensione, il diabete e non so quante altre gravi patologia. Ammetto, ho esagerato, ma sicuro tutte queste malattie già le vedo esultare, sono lì, ad attendermi sul lettino dell'ambulatorio medico.

Mio figlio si alza. Lei rimane seduta. Io sto per svenire. 

– Mamma, adesso ti spiego, però stai tranquilla, ok? Vuoi una camomilla, una tisana rilassante, un infuso di biancospino?

– Lascia stare Antonio, magari bastasse una tisana. Siediti e illustrami a dovere cosa sta succedendo perché non ci sto capendo niente, o meglio, credo di avere capito ma vorrei non avere capito affatto. Dov'è Filippo? Quel povero ragazzo, era così felice il giorno di Natale quando sei ritornato in famiglia. Antonio, parliamo di una settimana fa! E lei, ehm... signorina o signora, non era stata trasferita in un'altra banca? Non ha nulla da dire?

La ragazza è sempre più a disagio, i gesti del corpo parlano chiaro. Continua a toccarsi i capelli,  il naso, sfrega i palmi sulle ginocchia, gli occhi sembrano più lucidi e non sorride anzi, ho il presentimento che da un momento all'altro succeda qualche cosa di spiacevole. Con la voce rotta dalla commozione riesce solo a dire poche ma significative parole.

– Mi dispiace , è tutta colpa mia... 

Abbassa la testa, le labbra tremano, le spalle hanno un fremito mentre scoppia in un pianto a dirotto.

E ci mancava solo questa!

– Amore, ti prego calmati, parlo io con mia madre. Nelle tue condizioni non ti devi agitare, lo sai.

Antonio estrae dalla tasca della giacca un pacchetto di fazzolettini e lo offre alla sua... alla sua... come dovrei chiamarla? Fidanzata, ragazza, amante, amica...

– Vieni, ti accompagno in bagno. Mamma, scusaci, andiamo un momento in bagno.

Improvvisamente mi sento sul set di un film, non può essere tutto vero. Adesso esce il regista dicendoci che siamo dei bravissimi attori e che di sicuro vinceremo l'Oscar per il miglior film dell'orrore. 

The winner is?

Mentre l'adultero e la sua bella sono in bagno ne approfitto per fare un altro caffè. Prendo il cellulare e mi dirigo in cucina.

Tre chiamate perse. In ordine cronologico:

Aurora. 

Filippo.

Giuseppe.

Quella che mi preoccupa di più è la chiamata persa di mia nuora: di sicuro non mi ha telefonato per farmi gli auguri di Buon Anno! 

Filippo, cucciolo mio. Ricaccio le lacrime che insistentemente stanno chiedendo di fare il loro solenne ingresso onde assicurarsi un pezzetto di statuetta.

Giuseppe. Si starà chiedendo quale Patrizia incontrerà in ascensore. 

Esco in terrazzo. L'aria gelida sul volto è come uno schiaffo. Rientro subito in casa, oltre alle malattie di cui sopra, in agguato, non vorrei aggiungere un banalissimo raffreddore. 

Brrr che freddo! 

Il caffè è pronto, aggiungo un po' di latte e prendo i biscotti. Lo stomaco brontola per la fame, il cuore palpita per Giuseppe, l'umore, desolatamente a terra, è di là in bagno con mio figlio e la bambina dai capelli rossi.

Rinvio a data da destinarsi tutte le chiamate in sospeso. Telefonare in preda a uno stato d'animo che sta raggiungendo il limite di guardia non mi sembra una buona idea. Tutto rinviato. Adesso devo capire bene cosa mi aspetta dalla coppia più bella del mondo. 

– Mamma, noi andiamo, Tiziana deve passare a prendere Alessio a casa dei suoi genitori, probabilmente ci fermeremo a pranzo da loro. Scusaci tanto per il trambusto, ci sentiamo nei prossimi giorni. Tu stai tranquilla eh, va tutto bene, noi siamo felici, ci amiamo. 

Di tutto il bel discorso di mio figlio una frase rimbomba nella mia testa.

"Tiziana deve andare a prendere Alessio." 

Che strano nome da dare a un cane, penso, mentre infilo in bocca l'ultimo biscotto come se nulla fosse. Del resto, cosa mai è successo? Sono sempre la solita drammatica.

Mio figlio ha SEMPLICEMENTE abbandonato il tetto coniugale. Mia nuora, quella ufficiale, starà cercando il marito per tutta la città ARMATA fino ai denti. Mio nipote, il mio unico nipote, porterà dentro di sé, per tutta la vita, la DOLOROSA separazione dei genitori. Un famiglia si è definitivamente arenata sulle dune di un matrimonio fallito. E lui dice che è "tutto a posto" che si amano, che stanno bene e che devono andare a prendere "Alessio".

Patrizia, quante storie fai! Guarda il lato positivo delle cose, tipo: Antonio si è innamorato e ha iniziato una nuova relazione con una ragazza che sembra sua figlia, la quale, nonostante dimostri dodici anni è sposata, inoltre, ma questo è un punto a suo favore, ha un cagnolino di nome Alessio parcheggiato dai genitori. Non è un quadretto meraviglioso?

– Tiziana, adoro gli animali!

Ma cosa sto dicendo? 

– Di che razza è il tuo cagnolino? Secondo me si tratta di un carlino, anzi è sicuramente un chihuahua! E quanti mesi o anni ha il tuo bel pelosetto con un nome così originale?

– Patrizia, veramente Alessio è mio figlio, e ha tre anni.



IO E L'ALTRADove le storie prendono vita. Scoprilo ora