Tutti cercano l'amore prima o poi nella vita. Tranne Menta. A lei non interessava quell'assurdo sentimento di cui tutti, nobili e servi, parlavano, né in forma di quieto e silenzioso sostegno per gli anni a venire, né tantomeno come passione inebriante che annodi le viscere e annulli la capacità di pensare. La freccia del dio che gli altri agognavano era senza valore per lei, una moda che spingeva le persone a cercarsi per evadere dalla condanna della solitudine.
Menta era sola e ne godeva. Era libera, il tempo affare suo e non ne rendeva conto ad altri che a se stessa. Come quella sera.
Al Teatro San Marco la folla cominciava a lasciare i propri posti, già eccitata dalle conversazioni sull'abito dei presenti più che sullo spettacolo appena conclusosi. Gli spettatori si facevano largo tra i fruscii delle sete e i cigolii delle porte dei palchi. I lussuosi abiti da sera parevano un arcobaleno in movimento: le gonne di tessuti spagnoli e austriaci erano una moltitudine variopinta, macchiata qua e là dalle giacche scure a doppio petto e gli alti colletti degli uomini. Alcuni portavano un fazzoletto bianco avvolto con studiata cura attorno al collo: erano i più giovani, i più attenti alla nuova moda.
Nel lento fluire verso l'uscita, marchesi e duchi passeggiavano lungo il corridoio illuminato a giorno verso la scalinata coperta dal tappeto damascato. I mercanti e i piccoli borghesi avevano un'uscita riservata sul retro.
Menta era rimasta ad applaudire gli attori, chiedendosi come avessero potuto recitare tanto piacevolmente di fronte a un pubblico che anziché ascoltarli preferiva scambiarsi le ultime chiacchiere. Fu solo dopo che vennero calate le grandi tende carminio del sipario che Menta lasciò il proprio posto nel palco laterale, con un leggero senso di tristezza. Quanto avrebbe dovuto aspettare per poter assistere a una nuova rappresentazione? Il Matrimonio Segreto era uno dei pochi spettacoli che Vienna ancora permetteva, e le ultime notizie non erano confortanti per chi come lei trovava miope l'arroccarsi dietro a una scusa di benessere ed esclusività e ignorava le novità dei Paesi accanto. Ma l'Austria era tornata da padrone, e che piacesse o meno era Vienna a stabilire le regole. Sebbene neppure Menta gradisse la situazione, il suo spirito rivoluzionario era però nullo quanto il suo romanticismo e si opponeva strenuamente a una rivolta che, si diceva, qualcuno a Venezia o Milano voleva innescare in nome di una ancora indefinita patria.
Menta uscì dal palco di famiglia, riservato a lei sola perché gustasse il proprio divertimento preferito in tutta tranquillità. Richiuse la piccola porta di legno laccato e fu inghiottita dal flusso di spettatori verso l'uscita del teatro, dove servitori pazienti attendevano alle carrozze.
Cortese e con le labbra appena più serrate del necessario, Menta rispose ai saluti dei conoscenti lungo il familiare corridoio illuminato dalle torce. Lasciò che la frenesia dei compaesani la precedesse fingendo di sistemare la lunga gonna a balze dell'abito turchese. Il chiacchiericcio degli spettatori si spostava in basso, nell'atrio del teatro. Menta era restia a uscire e decretare la fine della serata. Aveva atteso settimane di poter godere di nuovo del teatro, il calore del palco e l'abbraccio della musica, nonostante lo spettacolo fosse tutt'altro che nuovo, ma erano in un piccolo paesino, dimenticato dalla moda.
Si voltò al richiamo di una voce nota. Otto Grumber, marchese di Hentarnich, le andava incontro allontanandosi da un gruppo di altri ufficiali in uniforme. Menta ricambiò l'inchino felice di avere una scusa per attardarsi ancora un po'.
«Piacere di vedervi, marchese. Il vostro palco era vuoto all'inizio dello spettacolo, pensavo non foste venuto.»
Un gregge di dame circondate dalle loro ingombranti crinoline attraversò il corridoio. Il marchese sfiorò la mano di Menta per invitarla a spostarsi a ridosso del muro e cedere il passo alle signore. Ci fu un breve scambio di cenni di saluto mentre l'allegro gruppetto si allontanava. La folla scemava sempre più rapidamente, Menta e il marchese rimasero ultimi sul ciglio delle scale.
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La Rosa Del Lago
Historical FictionSulle rive del lago di Garda, nei primi decenni dell'Ottocento, tutti hanno dimenticato Villa Delle Rose e il Conte che vive recluso come un mostro delle fiabe. Finché il caso costringe la giovane Menta a stringere un patto con il mostro e a trascor...