Capitolo 21 - DIEGO

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«Padre Diego è un vecchio amico di Sua Signoria» spiegava Ugo mentre accompagnava Menta alla sua camera. «A pochi giorni di vita venne abbandonato sulla porta di un convento di frati. Crebbe lì e lì prese gli ordini. Come prevedibile, suppongo: viveva nel convento, non aveva cognome, denaro né conoscenze, né altra scelta, e neppure coetanei. Anche Sua Signoria non aveva molti amici: conosceva appena i rampolli delle altre famiglie nobili del circondario. È sempre stato una persona riservata. Aveva sì quello che lui stesso definiva il suo migliore amico, un coetaneo della sua cerchia, ma era un'amicizia molto diversa da quella che unì Sua Signoria a padre Diego. Ritengo di poter dire con assoluta certezza che fu Diego il migliore amico di Sua Signoria, da sempre. Si intesero fin dal primo giorno. Il padre di Sua Signoria affidò il Conte alle cure dei frati, per l'istruzione. I due ragazzi si conobbero così.»

Un trovatello e un nobile, un prete e un membro della società più mondana, un libertino e un eremita. Che razza di legame poteva esserci tra due uomini così diversi? «Il Conte era già malato da ragazzo?»

Ugo non rispose. Si mordeva il labbro inferiore quasi volesse mangiare le parole che pronunciava, le sopracciglia aggrottate lo facevano apparire terribilmente vecchio.

Nel tentativo di stemperare la tensione, Menta sfiorò cortese il suo braccio. «Non sei costretto a spiegarmi nulla, se credi...» ma non riuscì più a muoversi, raggelata, quando il maggiordomo confessò:

«La madre di Sua Signoria si era appena suicidata. Tagliata le vene nella stanza da bagno. Era stato Sua Signoria a trovarla. Ancora un bambino, non era in grado di comprendere la gravità di quanto era accaduto, pensava si fosse trattato di uno strano modo di lavarsi. Ricordo che fissava il corpo della madre in un modo curioso e ingenuo che mi fece rabbrividire, e il suo tranquillo domandare 'Ugo, perché la mamma si sta lavando con il sangue?' mi tormenta ancora, certe notti.»

Menta lo fissava, incapace di parlare, di domandare, di capire.

«Il motivo di un gesto tanto disperato? Oh, signorina, che dolore rivelare certi segreti di questa casa! Il vecchio conte era un uomo poco... distinto e fedele. Ignorò la famiglia e la posizione, si lasciò trascinare in avventure a dir poco libidinose. Sua Signoria adorava la madre, mentre il padre per lui rimase poco più di un estraneo che si dimenticò di loro appena ebbe un erede. Vi basti sapere che quando, anni più tardi, comunicai a Sua Signoria la morte del padre, egli non provò alcun sentimento, neppure odio. Una spaventosa indifferenza. Ma torniamo indietro. La signora sopportò in umile, doloroso silenzio la situazione, ma all'ennesimo tradimento del marito... ve l'ho già detto. Dopo la morte della moglie, il vecchio conte perseguì imperterrito le proprie pratiche; la situazione in pochi giorni degenerò. Ormai liberato dalla presenza della contessa, portò qui a Villa delle Rose i suoi terribili festini.»

Menta rabbrividì. Il dolore della casa soffiava fino a lei, come se le statue, le pitture, i muri avessero sofferto essi stessi dei tempi in cui un uomo dissoluto aveva trasformato un palazzo tanto magnifico in un ritrovo per orgiastici, e le faceva accapponare la pelle.

«Accampai la scusa che Sua Signoria fosse scosso dalla perdita della madre e suggerii al vecchio conte di mandarlo via, al convento di eremiti in montagna, lontano dalla mondanità e dai volti familiari. Fu così che Sua Signoria conobbe padre Diego. La permanenza al convento fu piacevole per lui, ma non poté essere trattenuto: i frati non trovarono alcun disturbo da curare, era sano nel corpo e nella mente, e perfino più istruito del migliore dei preti del convento. Così egli tornò qui. Il padre continuò a ignorarlo, noi facemmo il possibile per tenerlo lontano dagli ospiti del vecchio conte, ma Sua Signoria è sempre stato un uomo acuto, e per quanto giovane comprese che cosa stava accadendo, e che cosa era accaduto a sua madre.»

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