"Tanto, a dirla tutta." i sassi della via sembravano interessanti, ma anche le fronde e i fili d'erba "Mi piace il suo cercare di essere invisibile. Io mi sento abbastanza invisibile, sai, non il tipo che ti ricordi o che noti. E uscendo con lei è come se ci fossimo trovati, perché ci vediamo, ci siamo notati."
Ivan annuì con lentezza, uscimmo dal parco.
"Ha senso... Sei già arrivato al momento dei difetti?"
Lo guardai un attimo, attraversavamo la strada, "In che senso scusa?"
"Boh, lo sai. All'inizio è tutto rose e fiori perché vedi solo la superficie, la famosa punta dell'iceberg." recuperammo il marciapiede.
"Diciamo che qualcosa ho già iniziato a vedere, ma non è niente di che. Mi sembra tutto tranquillo... non credo che possano esserci chissà che cose insuperabili sinceramente." buttammo i mozziconi in un cestino.
"Mattia, mi metti tenerezza...!" Ivan mi lanciò uno sguardo pietoso.
"Perché scusa?" gli rivolsi mezza risata.
"Perché pensa a tutte le cose che lei non sa di te."iniziò a gesticolare "Pensa a quanto non le hai ancora detto e pensa che questa quantità di cose pure lei non le ha ancora dette a te. E non solo!" mi indicò "Di tutte queste cose chissà quante possono essere interpretabili, interpretate e possono non piacere a lei di te o a te di lei." si bloccò. "Non per fare lo stronzo che porta sfiga."
"E allora non farlo!" lo punzecchiai, senza dar troppo peso alle sue parole.
Si rimise in moto "Va bene, va bene..."
"Tagliamo di qua." Gli indicai la strada a sinistra "Comunque lo so che non sarà perfetto per sempre, ma ho un buon presentimento. Ha un carattere che mi fa pensare che qualsiasi cosa la possiamo affrontare con calma."
"Guarda, io ci spero, ma ho chiuso... mh... ho chiuso qualche mese fa con uno." Ivan sembrò incupirsi leggermente.
"Il tizio che era passato un paio di volte a prenderti quando staccavi?" domandai, ricordando un ragazzo biondo che lo aveva aspettato sul retro del locale.
"Sì, ecco." si schiarì la voce "Lui per dirti era sempre molto solare fuori, soprattutto con gli altri. Però nel privato... come dire, teneva lì il suo malumore. Come la luna. Quando era fuori mostrava la faccia illuminata e sembrava spensierato, senza problemi... poi a casa, con me, con i suoi, con la sua migliore amica e un altro paio di persone che lo conoscevano bene, si permetteva di essere di un umore di merda."
"E sfogava il suo malumore su di voi?" chiesi, ingenuamente.
"No, non per forza. Si teneva tutto dentro e principalmente lo vedevamo stare male, non si lasciava tirare su il morale facilmente..." spiegò "Solo che non era gestibile fare una serata bellissima con gente e poi quando eravamo da soli lo vedevi incupirsi."
"Capisco... tu come stai?"
Ivan mi guardò, come se quella domanda fosse inaspettata. Forse, in un certo senso, non pensava di averne diritto.
"Io sto bene, ma non è stato facile. Comunque lui ha un paio d'anni in meno di noi e va ancora a scuola, ha perso un anno... ma questo non centra... nel senso... è un po' piccolo e quindi ragiona in maniera diversa. Anche i suoi amici, si vede che non ha fatto tanto esperienze di vita, non so come spiegarti."
"Ah tranquillo, ho presente un paio di persone delle superiori... sono d'accordo con te." lo rassicurai.
"Ecco, appunto. Quando esci cambi mentalità... e niente..."
"Stavi dicendo che non è stato facile." aiutai.
"Sì, ecco, non è stato facile. Perché all'inizio sembrava tutto perfetto e quando ho visto come stava andando non mi sono reso conto subito della situazione e quando ho realizzato che dovevo mettermela via, perché quello era, mi sono trovato a prendere una scelta sia per lui che per me." era diventato serio.
"Sai, tanti anni fa, stavo parlando con mia madre. Avevo qualche problema con Debora, la mia ex... e mia madre mi ha detto che nelle relazioni ci sono sempre situazioni spiacevoli. E che non migliorano, anche perché andando avanti le cose diventano più serie, i problemi più pesanti e così via. L'unica cosa che fa la differenza è la persona, perché con la persona giusta sei disposto ad affrontare la merda e sei disposto a spalarla per la persona giusta." mi venne nostalgia pensando a quella conversazione.
Eravamo quasi arrivati ed entrambi, vedendo in lontananza il parco ci preparammo a cambiare discorso.
"Che poi la persona giusta, alla fine, è quella che secondo noi è giusta e merita." concluse Ivan.
"Esatto, un po' come i vestiti che ci stanno bene e quelli che ci fanno sentire a nostro agio." non mi sembrò una metafora molto azzeccata.
"A tal proposito" Ivan si girò a guardarmi "stai bene vestito così!"
"Grazie! Faccio uno squillo a Vera..." presi il telefono e la cercai in rubrica.
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Parlami ancora dei fiori d'arancio
RomansaI dettagli celano la verità e i cocci tagliano i piedi nudi. Solo scoprirsi e rendersi vulnerabili potrà avvicinare davvero due ragazzi. Tra le vie di una città, dietro ad un bancone e nel silenzio della notte si trova la tenerezza. L'energia che sp...