La sveglia del telefono mi fece aprire gli occhi e di scatto mi alzai. Sentivo un leggero mal di testa e andai in bagno trascinando i piedi sul pavimento. Solo dopo essermi lavato la faccia realizzai che la sera prima avevo risposto a Vera. Corsi a riprendere in mano il telefono, con il cuore che aveva iniziato ad accelerare per l'emozione.
C'erano sei messaggi, a orari diversi.
Notai che aveva risposto all'ultimo scritto da me, dopo una ventina di minuti.
"Sì, ho capito."
E hai ragione, se proprio vuoi saperlo, ho pianto."
Un pugno allo stomaco. Dopo una decina di minuti, erano arrivati gli altri.
"Io immagino che tu adesso stia dormendo e che questi messaggi li leggerai domattina.
In questo preciso momento te lo dirò, perché sento che è giusto e so che se non lo dico adesso non lo farò più
Come so che quando leggerai me ne sarò già pentita"
L'ultimo era lungo e, probabilmente per il tempo che aveva impiegato a scrivere, l'avevo ricevuto alcuni minuti dopo.
"Non mi fido, in generale, cambio discorso, sempre e lo sai già perché.. boh, hai letto la lettera. Mi fa strano che noti certe cose, ma allo stesso tempo credo che mi faccia piacere... anche se non so mai come prenderla e come gestirla. Anche sentirti dire che ti fa male sapere che ogni tanto non dormo perché inizio a pensare, non so come reagire. E ho pianto perché credo che sia la prima volta che qualcuno mi dice che sta male per me, sai... non il solito 'mi dispiace'. Quindi... non lo so. Credo che ora sarà tutto diverso e ho paura."
Mi sedetti sul letto.
Rilessi.
"non so come prenderla".
"ho pianto".
"è la prima volta che qualcuno mi dice che sta male per me".
"credo che ora sarà tutto diverso".
"ho paura".
Presi fiato e, con calma, risposi.
"Non cambierà niente finché tu non lo vorrai. Se oggi verrai in bar, fai come se non ci fossimo mai scritti. Se vuoi che io ci sia... ci sono. Okay?"
Revisionai il mio messaggio quattro volte, prima di inviarlo e prepararmi per il lavoro.
Uscito di casa mi accesi una sigaretta, mentre mi tornava in loop alla memoria tutto quello che mi aveva scritto.
Sentivo di aver risposto nella maniera giusta, ne ero convinto.
Per quanto fossi consapevole del fatto che no, da quel momento non sarebbe mai potuto essere davvero come se nulla fosse successo... era stata la cosa giusta.
Vera sapeva cosa pensavo e volevo che lo sapesse.
Di una cosa però ero certo: se lei non lo avesse voluto, non avrei più fatto passi nella sua direzione.
Lo avevo capito solo scrivendoglielo, solo cercando di rassicurarla, che non l'avrei mai sfiorata senza il suo consenso.
Arrivai prima di Ivan, che aveva tenuto le chiavi del locale, così aspettai nascosto vicino alla porta sul retro.
Bzz.
Mi aveva risposto.
"Okay, grazie"
"Ehi Mattia!!" alzai lo sguardo di scatto, era Ivan "Scusami!! Sono in ritardo!" saltò giù dalla bici.
"Tranquillo, sono arrivato da poco! Apriamo questa baracca?!" feci con tono scherzoso.
"Ohilà! Qualcuno si è alzato con il piede giusto eh?" mi diede un'amichevole gomitata.
Ridemmo entrambi.
"Sì, in effetti sono abbastanza in qua oggi."
"Bene, mi fa piacere! Anche se speravo un po' di dire a Silvano che doveva venire lui a lavorare!!" con un sorriso sornione aprì la porta ed io, preso ad alzare le serrande, mi dimenticai di rispondere a Vera.
Dopo le mansioni di routine mi resi conto che iniziavo ad aspettarla. Ogni volta che un cliente entrava avevo un piccolo sussulto e quando qualcuno si avvicinava alla vetrina mi giravo di scatto aspettandomi che fosse lei. Le ore passarono e lei non si presentò, lasciandomi con l'amaro in bocca.
"Non era convinta davvero, non mi ha creduto." pensai, mentre mettevo il grembiule nello zaino.
"Cosa ti aspettavi, del resto? Che davvero sarebbe entrata e sarebbe riuscita a comportarsi come se nulla fosse? Dopo quello che ti ha detto? Sei proprio un idiota." e, preso dal cercarmi l'insulto che mi calzasse a pennello, uscii salutando mestamente Ivan e dimenticando di avere un telefono.
Ero a metà strada quando iniziò a vibrare.
Bzz-bzz. Bzz-bzz. Bzz-bzz.
Come se mi fossi svegliato da un sogno, mi resi conto di dov'ero e uscii dai miei pensieri. Presi in fretta il cellulare, ma... Vera?
Vera mi aveva scritto, circa una mezz'ora prima.
Sentendomi ancora più idiota di prima mi affrettai a leggere.
"Scusa, non me la sono sentita di passare oggi
Però
Posso chiederti se potremmo parlare?"
Percepii una certa urgenza e intuii che mi avesse chiamato solo per farmi accorgere dei messaggi.
"Ehi! Perdonami davvero, avevo dimenticato il telefono, si certo" inviai al volo. Che robaccia stupida avevo scritto?!
"Cioè, volevo dire... si, se vuoi ci sono per parlare" ecco, meno deficiente come messaggio.
Ero fermo in mezzo alla strada, aspettando che mi rispondesse.
Avevo iniziato a preoccuparmi ed ero agitato: avevo paura di cosa sarebbe potuto succedere. Nell'ansia del momento mi vennero in mente le immagini più catastrofiche, "Mattia non voglio più vederti" mi sembrava già di sentirglielo dire.
Bzz.
"Grazie. Perdonami, sarò un po' agitata... e... posso chiederti dove potremmo andare?"
Lei agitata? Per cosa doveva essere agitata? Cosa stava succedendo? Aveva a che fare con la sera prima?
Desideravo in quel momento che non fosse successo nulla, nulla, la sera prima. Avevo la tachicardia e dovevo risponderle.
"Tu ora dove sei?"
"Bravo!" pensai "Nascondi il fatto che sei nel più completo panico!".
"Dove mi hai accompagnata.. non so se ti ricordi"
Come se avessi mai potuto dimenticarmene.
"Certo... vuoi che venga lì?"
"Buttati da solo nei casini!" me le stavo cercando "Vai! Grande me!". Avevo le gambe che tremavano come candele al vento.
"Potresti davvero?"
Cosa?
Lì, per un attimo, il mondo si fermò e la mia testa smise di lanciare segnali d'allarme.
"Certo. Ti va bene se arrivo tra una decina di minuti?"
Mi guardai attorno, pensando a quale sarebbe stata la strada più veloce.
"Sarebbe perfetto :)
Avvisami quando arrivi, così scendo"
La bocca prese da sé la forma di un mezzo sorriso.
"Va bene, a tra poco"
Non che fossi abituato a vivere in maniera casuale brevi attacchi di panico, ma mi sembrò di averla superata bene.
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Parlami ancora dei fiori d'arancio
RomanceI dettagli celano la verità e i cocci tagliano i piedi nudi. Solo scoprirsi e rendersi vulnerabili potrà avvicinare davvero due ragazzi. Tra le vie di una città, dietro ad un bancone e nel silenzio della notte si trova la tenerezza. L'energia che sp...