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Riccardo ammise in fretta che il ragionamento convinceva anche lui, ma che lui viveva in base a ciò ciò che vedeva con i suoi occhi quando lavorava. Cristina si mise in mezzo al discorso e per parlare con l'amico scambiò il posto con Stephan, che dichiarò di voler cambiare argomento.
Vera gli andò incontro chiedendo prima della giacca, discorso al quale si unì Ivan che chiese poi dell'Università, discorso dal quale mi allontanai con la scusa di una sigaretta.
Vera mi raggiunse poco dopo.
"Non volevo lasciarti da solo... posso farti compagnia?" chiese, trovandomi di spalle.
"Scherzi!" sorrisi e le presi una mano per trascinarla a me.
"Scusa invece, ma sei sicura che non ti dia fastidio?" le domandai.
Lei scosse la testa. Ne avevamo parlato durante le nostre camminate.
Si mise a cercare nelle tasche e ne prese una anche per lei.
"Ehi ehi ehi! Signorina, che fa?" anche lei aveva smesso, come me, e ogni tanto riprendeva prima di smettere nuovamente.
"Dai..." e il suo sguardo finì per lei.
Le passai l'accendino mentre le baciavo la guancia.
"Riccardo..." bisbigliò lei, la fiammella davanti al naso "ogni tanto è difficile per me."
Annuii, guardandola.
"Grazie."
"Cosa ti mette in difficoltà?" provai a chiedere.
"Quando inizia a fare discorsi in cui parla di cosa le persone dovrebbero fare della loro vita." si guardò attorno "Per farla breve."
Non capivo se era una reazione alla domanda o al pensiero della convenzione, ma pensai che qualunque fosse stata la risposta non avrei sbagliato cambiando argomento.
"Comunque Stephan e Riccardo hanno due modi di fare molto diversi. Come si conoscono?" le domandai.
"Erano in classe insieme alle medie e vivendo in paese è difficile perdersi di vista. Caterina invece ha la mia età e abbiamo iniziato a girare con loro dopo una festa, non mi ricordo neanche come abbiamo iniziato a parlare..." sorrise.
"Yuri invece?"
"Yuri..." aspirò " Yuri è il mio scemo preferito." mi fece un sorrisino.
Sorrisi, sentendomi un po' nervoso per quel preferito.
"In che senso?" finsi scioltezza.
"Tra tutti loro è quello che mi conosce meglio. Mi capisce." mi guardò "Ehi!"
"Eh?"
"Cos'è quella faccia?" mi accarezzò la guancia.
"Scusa, mi sono perso un attimo nei pensieri." confessai.
Riuscirò ad essere io quello che la conosce meglio?
Avevo un nuovo dubbio a farmi compagnia.
"A che stai pensando?" domandò con un filo di preoccupazione.
"Niente di importante, figurati. Vuoi che rientriamo?"
Vera annuì. Buttammo i mozziconi nel posacenere e tornammo in compagnia.
Dopo un breve confronto con Cristina, desolata di informare che Yuri non riusciva ad esserci, la serata andò avanti tra un bicchiere e l'altro. Il tema che emerse e diventò centrale fu il cinema: dai film agli attori, alla gestione della fama, per discutere sulla beneficenza delle persone di successo e passare a tutti i mestieri dell'ambito che restano inosservati.

Quando fu l'ora per gli amici di Vera di andare a casa, provai a tirare le somme di quell'uscita. Ivan e Caterina si erano proprio trovati, tanto che lei pretese di fare un'altra serata "anche con il tira-pacchi", e Stephan sembrava aver apprezzato la mia compagnia, anche se nel dubbio sperai che l'avesse gradita almeno un po'. Avevo iniziato a nutrire una certa stima nei suoi confronti, lo trovavo affine a me, mentre Riccardo, per quanto avessimo poco in comune, si dimostrò di una disponibilità disarmante e capii che al di là delle opinioni poco popolari era un ottimo amico e una brava persona.
Dopo averli accompagnati alla macchina, Ivan ci salutò, confessando che iniziava ad accusare la stanchezza accumulata la notte prima, e si incamminò verso casa, lasciandomi solo con Vera.
"Andiamo verso casa mia?" chiese lei.
"Certo." mi avvicinai e mi prese sottobraccio.
Restammo in silenzio per un po', io mi godevo la sua semplice presenza.
"È stato davvero molto bello, da parte tua e di Ivan, venire stasera." mormorò lei.
"Ma che dici? Lo abbiamo fatto con piacere... e poi è stata una serata bella per tutti mi sembra, no?" la guardai.
Aveva gli occhi bassi. Mi fermai un attimo e lei alzò il viso verso di me. Perché stava piangendo?

Parlami ancora dei fiori d'arancioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora