- Ok ragazzi, ascoltatemi tutti- Ittetsu richiamó l'attenzione del gruppo mentre Ukai fermava il pulmino.
- Qualche semplice regola. 1: non rimanete mai da soli. 2: tenete sempre il cellulare a portata di mano. 3: ricordatevi di mangiare. Abbiamo chiesto di ridurre le entrate, ma ci saranno comunque altre persone oltre a noi; io ed il dottore saremo nei paraggi, chiamateci per ogni bisogno. Ma per il resto, oggi provate a rilassarvi e divertirvi, va bene?-. Le risposte affermative ed emozionante dei ragazzi fecero sorridere Ittetsu. Dopotutto erano anni che non uscivano dall'ospedale, era normale fossero eccitati.
- Ciao Shimada- Keishin tirò giù il finestrino: era una fortuna che uno dei suoi vecchi amici fosse il figlio del proprietario, così avevano potuto chiedere qualche favore.
- Ciao Keishin; benvenuti. Il parcheggio è da quella parte. Vi ho fatto applicare qualche piccolo sconto per l'occasione- affermò il ragazzo dai capelli neri.
- Sapevo di poter contare su di te-. Tutti i ragazzi avevano un fondo con dei soldi che avevano ereditato raggiunta la maggior età, e dato che non avevano fatto praticamente compere mentre erano nell'ospedale, visto che la retta ospedaliera la pagavano i genitori, potevano approfittarne quel giorno. Speravano solo che andasse tutto bene.- Guarda Yaku-san! Quel peluche è carinissimo!- esclamò Lev, indicando il gattino di peluche esposto in vetrina.
- Oh, ma sono bellissimi!- concordó Shoyo, affacciandosi anche lui alla vetrina.
- Ne vuoi uno piccolo?- gli chiese Tobio, affiancandolo.
- Davvero posso?!- Shoyo si girò, con gli occhi che luccicavano.
- Non parlarmi come se fossi tuo padre Bokè- borbottò il moro.
- Guarda quel gufo Aghashi!- esclamò Koutaro.
- Mi sa che ci tocca entrare- ridacchiò Tetsuro.
- Mi rifiuto di entrare in un negozio di peluche- borbottó Kei, voltandosi verso Yamaguchi, ma vedendo lo sguardo dell'altro brillare sospirò - ma forse posso fare uno strappo alla regola-.
- Evvai!- esclamò Tadashi, felice.
I ragazzi controllarono che dentro non ci fosse troppa gente, in modo da non dare troppo fastidio a Tsukishima, e poi entrarono.
- Guarda gattino, questo ti somiglia!- esclamò Tetsuro, prendendo il peluche di un gattino giallo con qualche striatura nera e lo sguardo mezzo addormentato.
- Carino- mormorò Kenma. Il moro si voltò verso l'amico, che gli sembrava piuttosto distratto, e capí cos'avesse attirato la sua attenzione: il game stop dall'altra parte.
- Ragazzi, porto il gattino nel suo Paradiso- dichiarò - ci rivediamo a pranzo-.
- Nessun problema Bro!-.
- Eh? Dove mi porti?- chiese Kenma, confuso. Tetsuro andó alla casa: aveva deciso di prendere comunque il peluche, gli ricordava troppo il suo di gattino.
- Hai veramente comprato quel coso?- borbottò Kenma mentre uscivano.
- Avrò bisogno di qualcuno da coccolare mentre tu sarai qui- dichiarò Tetsuro, fermandosi davanti alla sala giochi. Kenma sbarrò gli occhi, sorpreso.
- Sicuro di voler passare la mattina a guardarmi giocare?- gli chiese.
- Adoro vederti giocare; e poi magari viene voglia di provare qualcosa anche a me- affermó Tetsuro, afferrando la mano di Kenma, che sussultò appena.
- Così non ci perdiamo- affermò il corvino, entrando nel negozio.
- Prima o poi ce la faranno quei due- borbottò Yaku, osservando la scena dal negozio di peluche di fronte.
- Chi?- Shoyo lo affiancò e capì.
- Oh, bel colpo Kenma!- esclamò.
- Che vorresti dire?- borbottò Tobio, offeso. Shoyo rise e si voltò per dare un bacio sulla guancia al ragazzo.
- Tranquillo, mi piacciono più rompiscatole. Lassù ci sono dei corvi con i capelli!- esclamò l'arancione, indicando una mensola poco distante dove c'erano una serie di peluche a forma di corvo piuttosto rotondi e con dei ciuffi colorati in testa.
Tobio afferrò i fianchi di Hinata, facendolo sedere sulle sue spalle in modo che arrivasse alla mensola.
Shoyo allungò le mani e prese due peluches: un corvo con in testa dei ciuffi arancioni, un altro con dei ciuffi neri.
- Sono carinissimi!- esclamò.
- Te li prendo se vuoi- dichiarò Tobio.
- Uno a testa- decise Shoyo. Tobio aveva un debole per le cose carine, e dato che il suo ragazzo era la cosa più carina del mondo non poté dirgli di no.
- Prendiamo anche noi quei corvi? Sono carinissimi!- esclamò Tadashi.
- Hey mandarino, passacene due- ordinò Kei ad Hinata.
- Solo per Yamaguchi- borbottò lui, per poi tornare ad osservare i vari corvi. Ne scelse uno con dei ciuffi verdi ed un altro biondo con un paio di occhiali sul becco e li passó agli amici.
- Inquietante- commentò Kei, notando la somiglianza che avevano con loro.
- Voi a che punto siete?- chiese Tobio, voltandosi verso gli altri.
- Di non ritorno- sospirò Yaku, indicando Lev che stava cercando di scegliere tra un intero reparto di gatti di peluche.
- Noi abbiamo adottato una famiglia- Keiji indicò Bokuto, che teneva in mano sei gufi fatti con lo stesso stile dei corvi.
Si sorprese quando la sua battuta fece ridere gli amici; Bokuto gli aveva consigliato di provare a parlare e commentare un po' di più, in modo da sentirsi completamente parte del gruppo, ma non pensava che gli altri lo ascoltassero così tanto.
- Aghahsi adottiamo dei bambini?-. La richiesta di Kuotaro fece voltare di scatto Keiji.
- Bokuto-san, non è così facile: dobbiamo trovare entrambi un lavoro, metterci in lista d'adozione, aspettare che...- vedendo come fosse illuminato lo sguardo di Bokuto, Keiji non riuscì a continuare - ma possiamo provarci-.
- Evvai!- Koutaro stampò un bacio sulla guancia del corvino prima di dirigersi alla cassa per pagare.
La bocca di Keiji si increspò in un piccolo sorriso. Ancora non aveva recuperato le sue emozioni, ma il suo corpo stava iniziando a ricordarsi come esprimerle. E quando si trattava di Bokuto gli usciva piuttosto semplice.
- Ok, finalmente ha deciso anche lui- annunciò Yaku, mentre raggiungeva gli altri in fila insieme a Lev, rimanendo abbastanza lontani da non dare fastidio a Tsukishima.
La sopportazione di Kei stava migliorando, ma ancora non riusciva ad avere contatti con nessuno che non fosse Yamaguchi. Quella di stare in un luogo con altre persone era una grande sfida per lui, ma era pronto ad affrontarla.
STAI LEGGENDO
HAIKYU:LA MIA CURA
Fanfiction- Il primo passo per guarire è ammettere di essere malati-. Ukai è sempre stato un dottore fuori dal comune, i suoi metodi sono diversi da quelli degli altri psicologi; proprio per questo Takaeda deciderà di contattarlo come psicologo per la sua str...