CAPITOLO XXII.

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- I genitori stanno iniziando ad arrivare; mi sa che devo andare a chiamare i ragazzi- commentò Keishin, notando la serie di persone che si stavano radunando fuori dall'istituto.
- Io intanto accolgo gli adulti allora-.
- Va bene. Sai dove sono Bokuto e Akashi? Saranno i primi-. Ittetsu sorrise.
- Dottore, dovrebbe saperlo: sono in sala ricreazione. E non solo loro: tutti quanti-. Keishin sorrise.
- Certe abitudini non cambiano mai; ma è meglio così-.

- Aghashi, secondi te sto abbastanza bene così?-.
- Bokuto-san, ti ho già detto che non era necessario vestirsi così elegante- commentò Keiji, che aveva praticamente passato la notte insonne perché Bokuto voleva mettersi in smoking quel giorno.
- Devo incontrare i tuoi genitori! Devo essere presentabile! Non ti piace?- ribatté Koutaro.
- Vai benissimo come sei- affermò Keiji, fermando l'altro ragazzo per dargli un bacio sulla guancia. Koutaro sorrise.
- Ragazzi- si voltarono e videro che Ukai stava richiamando la loro attenzione.
- Bokuto tu sei il primo. Entrate entrambi?- chiese.
- Si- Koutaro non lasciò neanche all'altro il tempo di rispondere. Keiji annuì; se Bokuto lo voleva dentro, sarebbe entrato.
- Perfetto; allora entrate pure-.
Koutaro fece qualche passo ma si bloccó davanti alla porta; improvvisamente si sentiva nervoso. Keiji lo affiancò e fece intrecciare le loro mani, dopodiché aprì la porta.
Appena i genitori di Koutaro lo vide, la madre scattó in piedi, come per andare verso di lui, ma poi si bloccó.
- Ehm... Ciao-. Koutaro sorrise. Sapeva che i suoi non sapevano bene come comportarsi con lui, dato il suo stato emotivo, e voleva cercare di farli stare tranquilli.
- Hey Hey Hey! Come va? È tanto che non ci vediamo! Lui è Aghashi, il mio ragazzo! In realtà si chiama Akashi, non Aghashi, ma a me piace di più così, è più allegro! Ah, e pare che io sia quasi completamente guarito! A voi come va?-. Disse questo talmente tanto velocemente che Keiji dubitava che qualcuno oltre a lui avrebbe potuto capire tutte le parole; invece i suoi genitori dovevano esserci riusciti.
Infatti la madre di Bokuto, appena il ragazzo finí di parlare, andò da lui e lo abbracció.
Keiji gli lasciò la mano in modo che il ragazzo fosse più libero e si allontanò leggermente.
Koutaro si voltò verso di lui, preoccupato che stesse andando via, ma quando vide che non accennava ad uscire dalla stanza si tranquillizzó.
- Allora, raccontami tutto! Come ti sei trovato qui?-. Koutaro sorrise, seguí la madre sul divanetto ed iniziarono a parlare.
- Così sei il ragazzo di mio figlio. Piacere- Keiji si trovò davanti il padre di Bokuto che gli porgeva la mano.
- Salve, sono Akashi Keiji- gli strinse la mano.
- Come mai ti trovi qui, Akashi?-.
- Apatia- Keiji riportò la mano lungo il fianco mentre gli occhi dell'uomo si riempivano di sorpresa.
- E... Stai con mio figlio giusto?-.
- Esatto-. L'uomo sospiró.
- Akashi, non ho nulla contro di te; ma capisci che mi lascia un po' perplesso il fatto che mio figlio, che combatte da anni contro la depressione, stia insieme ad un ragazzo apatico. Insomma non avrebbe più bisogno di qualcuno di... Sentimentalmente stabile?-. Keiji era grato che l'uomo stesse cercando di essere più delicato possibile; dopotutto era un ragionamento normale, che aveva fatto più volte anche lui, e capiva perfettamente che la situazione potesse essere destabilizzante.
- Signore, capisco perfettamente la sua perplessità; anche io all'inizio non comprendevo come mai suo figlio si fosse tanto legato a me. Però...- spostò lo sguardo su Bokuto, che stava ridendo con la madre - suo figlio mi ha fatto capire che i miei sentimenti ci sono ancora, ne avevo solo paura. Con lui sto tornando a riscoprirli, sto guarendo grazie a lui. So che detto da un apatico potrà suonare falso, ma ho fatto e continuerò a fare di tutto perché suo figlio continui ad avere quel sorriso-. Anche l'uomo si girò ed un sorriso dolce gli comparve sul volto nel vedere il figlio felice.
- Se le cose stanno così, allora continuerò ad affidarlo a te- affermò.
- Aghashi, stavo dicendo a mamma che sei un bravissimo scrittore!- Koutaro gli fece cenno di andare da loro.
- Bokuto mi diceva che stai scrivendo un libro con lui come protagonista, Akashi-kun- disse la madre del maggiore mentre Keiji si sedeva.
- Be', sono ancora agli inizi...-.
La chiacchierata con i genitori di Bokuto andò molto bene; i due erano felici di vedere che il figlio stava bene e lui si sentiva tranquillo per essere riuscito a rassicurarli.
Keiji capì non appena i suoi genitori entrarono in stanza che con loro non sarebbe stato così semplice.
Infatti, i primi minuti li passarono a fissarsi; Keiji ci era abituato, non avevano mai avuto molte intesa, mentre Koutaro sembrava molto più teso.
- Mamma, papà, lui è Bokuto Koutaro, il mio ragazzo- presentò Keiji per spezzare il ghiaccio. Koutaro sussultò leggermente.
- Piacere di conoscervi signori!- esclamò, saltando in piedi.
- Bokuto-san, non essere così agitato- mormorò Keiji.
- È un piacere conoscerti, Bokuto- affermò il padre del moro con un sorriso.
- È bello sapere che c'è qualcuno che sta con nostro figlio nonostante... Ecco...-. Koutaro alzò gli occhi al cielo: aveva pensato ci fosse imbarazzo per via della sua presenza, invece quella famiglia aveva un altro problema. Loro pensavano davvero che Akashi non avesse sentimenti, e questo poteva andare bene al corvino ma non al suo ragazzo.
Koutaro tornò seduto, prese il volto di Akashi tra le mani e lo bació. Keiji rimase sorpreso da quel gesto, così come i suoi genitori.
- Ecco, guardate- Koutaro si staccò ed indicò il sorriso che era comparso sulle labbra del corvino.
- Aghashi è una persona seria, calma e gentile; ed è una sua scelta esserlo, a me non importa. Finché potrò vederlo sorridere, sarò felice anche se non mostra i suoi sentimenti- dichiarò.
- Bokuto-San...-. Koutaro si voltò verso Keiji e sorrise.
- Te l'ho detto che ti amo no?-. A catturare l'attenzione di entrambi furono dei singhiozzi provenienti dalla madre di Akashi.
- Non lo vedo sorridere da quando andava alle elementari- singhiozzó. Keiji si alzò ed andó a sedersi di fianco a lei, stringendola in un abbraccio a cui si aggiunse anche il padre.
Koutaro sorrise e si alzò; Keiji lo guardò, ed il bicolore gli fece cenno che si sarebbero visti fuori. Keiji annuì e tornò a concentrarsi sui suoi genitori: gli sembrava che non fossero così uniti da molto tempo. Ed era stato merito di Bokuto.
Sorrise nuovamente, e questa volta sentiva di essere davvero felice di aver incontrato quel ragazzo.
Koutaro si diede mentalmente dello stupido per essersi lasciato sopraffare dall'ansia; dopotutto, se Akashi lo accettava a lui non importava altro.
Ne ebbe la conferma quando, finito di parlare con i suoi genitori, il corvino lo raggiunse, e prima che potessi chiedergli come fosse andata si ritrovò le labbra contro le sue. Quando si staccarono, Keiji sorrise: un sorriso vero, che sentiva provenire da un cuore che stava pian piano rincominciano a farsi sentire dentro di lui.
- Torniamo dagli altri, Koutaro?- gli chiese. Gli occhi del bicolore si illuminarono.
- Andiamo!-.

HAIKYU:LA MIA CURADove le storie prendono vita. Scoprilo ora