CAPITOLO XX.

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Ittetsu fece un respiro profondo e bussò alla porta della stanza, che dopo un attimo venne aperta.
- Direttore va tutto bene?- chiese Keishin con uno sbadiglio. Era filato a letto appena erano tornati a casa, stanco per la giornata movimentata, dato che non ne affrontava una da un po', e non si aspettava certo una visita a quell'ora.
- Ci ho pensato- annunciò Ittetsu. Keishin sembrò risvegliarsi improvvisamente.
- Vorrei i tuoi servizi. Quanto ti devo pagare?- chiese. Keishin scrutò gli occhi dell'altro: era serio.
- Se hai bisogno di rilassarti con un po' di sesso puoi dirlo senza dover ricorrere ai soldi- lo avvisó. Ittetsu spalancó la bocca ed arrossì.
- Non quel tipo di servizi! Insomma, non che l'altra volta non... Ecco magari un giorno... Però sicuro non... Parlavo della tua professione! Vorrei che mi prendessi in cura come psicologo-.
- Oh- Keishin aveva già capito che il direttore aveva avuto un passato difficile, ma non pensava così tanto - vieni domani sera nel mio ufficio, così ne parliamo, va bene?-. Il direttore annuì.
- Grazie, dottore-. Forse, finalmente sarebbe riuscito a liberarsi dal suo passato.

Le labbra dell'altro finirono di nuovo sulle sue mentre con una mano gli tirava leggermente i capelli e con l'altra gli accarezzava il fianco.
Chikara era rimasto quasi senza fiato per via dell'attacco a sorpresa del compagno; è vero che dal bacio del giorno prima l'altro aveva iniziato a baciarlo a sorpresa, ma non si aspettava di svegliarsi in quel modo.
Il moro poggiò le mani sul petto del pelato, agevolato dal fatto che avesse dormito senza maglietta, iniziando ad accarezzargli i pettorali. Aveva sempre avuto un debole per il fisico muscoloso di Tanaka, ma non avrebbe mai pensato di poterlo toccare così un giorno.
- Buongiorno- sussurrò Ryu contro le sue labbra.
- Solitamente si dice prima di assalire qualcuno- ridacchiò Chikara.
- Non ti piace essere svegliato in questo modo?- Ryu si chinò e diede un bacio sul collo dell'altro.
- Molto- si lasciò sfuggire Chikara in un sospiro. Ryu sorrise e tornò a baciarlo. Non sapeva se fosse stato l'aver scoperto la verità, l'aver rivisto Yamamoto o l'essere riuscito finalmente ad accettarsi, ma adesso che si era accorto dei suoi sentimenti per l'altro non riusciva a fermarsi. Era come se fosse stato l'otre dei venti: una volta aperto, il suo amore aveva iniziato a sgorgare fuori e non era più riuscito a fermarsi.
I due continuarono ancora per un po', prima che Chikara facesse notare che continuando così avrebbero fatto tardi per la colazione.
- Ti ho visto a tuo agio ieri con Asahi- commentò Ryu mentre si vestivano. Chikara, seduto sul bordo del letto, annuì.
- Si; non so perché, ma è come se mi fossi reso conto che le mie paure non hanno senso. Dopotutto io non sono nessuno, non vedo perché il mondo dovrebbe rapire i miei amici e sostituirli con dei sosia: vivere con quest'ansia è inutile- dichiarò. Alzò lo sguardo quando vide una figura pararsi davanti a lui, trovandosi di fronte il volto serio di Tanaka... Ancora senza maglietta.
- Tu non sei nessuno: sei il mio ragazzo. E anche se il mondo mandasse dei sosia per rapirti per la tua magnificenza, ci sarò io a proteggerti- dichiarò.
Chikara sorrise e si alzò, sporgendosi in avanti per dare un bacio all'altro ragazzo.
- Allora mi affido a te; completamente- affermó, sfiorando il corpo dell'altro e facendo passare l'altra mano sul suo, per poi andare verso il bagno lasciando in stanza un Ryunosuke completamente rosso.

Yaku, per qualche motivo, quella mattina si sentiva irrequieto. E non gli piaceva, perché le sue emozioni gli provocavano fin troppe allucinazioni; stava imparando adesso a gestirle, averne troppo non sarebbe stato un bene.
- Che ti succede Yaku-san?- gli chiese Lev, a cui non era sfuggito il fatto che quella mattina il ragazzo non si fosse svegliato molto in forma.
- Non so, ho un brutto presentimento- mormorò Yaku.
- Scusate, qualcuno ha visto la mia forchetta?- chiese Kageyama. Sapevano tutti che lui aveva le sue stoviglie che erano solo sue, nonostante non apparecchiassero praticamente mai. In teoria era compito di Kinnoshita e Narita, gli aiutanti del direttore, ma in realtà l'avevano sempre fatto Suga e Daichi.
Yaku alzò lo sguardo, e l'immagine dei due amici tremolò davanti ai suoi occhi.
- Lev...-.
- Dimmi-.
- Dove sono Suga e Daichi?- non era normale che i due ragazzi mancassero ai pasti, anzi solitamente erano i primi ad arrivare.
Lev si guardò intorno.
- Ragazzi sapete dove sono Suga e Daichi?- chiese agli altri. Tutti scossero la testa.

HAIKYU:LA MIA CURADove le storie prendono vita. Scoprilo ora