- Vuoi portarli fuori?- chiese Ittetsu, confuso.
- Si: vorrei vedere come se la caverebbero in un ambiente esterno. Ovviamente daremo loro i cellulari; potremmo portarli in uno di quei centri commerciali che hanno un po' tutti i negozi, per iniziare. Magari scegliamo un giorno in cui c'è poca gente, ci mettiamo d'accordo con il proprietario- illustrò Keishin.
- Non è una cattiva idea: i ragazzi stanno tutti meglio no?-. Il dottore annuí: era passata quasi una settimana dal tentato suicidio di Tsukishima, e sembravano stare tutti meglio, il biondo compreso. L'unico che ancora lo preoccupava era Oikawa: sperava che uscire e svagarsi un po' potesse aiutare il ragazzo a riprendere il controllo della sua vita.
- Oggi dovrebbe arrivare il vecchio amico di Tanaka. Vedremo come andrà e poi decideremo- affermó Keishin, voltandosi verso l'altro.
Ittetsu arrossì leggermente ed annuì.
Keishin si trattenne dall'alzare gli occhi al cielo: lui stava facendo finta di niente in modo da lasciare al direttore il tempo di cui aveva bisogno, ma il suo adorabile arrossire continuamente e balbettare derivanti dal nervosismo dell'altro non gli rendevano la vita facile.
Per fortuna in quel momento suonò il campanello, dando ai due una scusa per uscire dalla stanza. Ittetsu sorrise quando vide chi c'era dall'altra parte.
- È arrivato- annunciò.- Ancora non mi volete dire niente eh?- commentò Ryu, mentre Nishinoya lo spingeva lungo il corridoio.
- No: sorpresa fino alla fine!- dichiarò il più basso, sorridendo. Ryu in realtà era tranquillo, dato che i suoi amici avevano organizzato una sorpresa apposta per aiutare lui, anche se non si spiegava proprio cosa potesse essere.
- Posso corromperti?- chiese, voltandosi verso Ennoshita, che quel giorno gli sembrava più silenzioso del solito.
- Assolutamente no- affermò lui, forzando un sorriso.
- Cattivi...- si lamentó Ryu, facendo ridere Nishinoya.
- Siamo arrivati- annunciò Yu, fermandosi di fronte ad una stanza. Ryu ricordava di averla utilizzata per qualche mese per parlare con i suoi genitori quando venivano ad informarsi sui suoi progressi. O almeno, quello sarebbe dovuto essere l'uso della stanza: in realtà i genitori di Ryu venivano solo per parlare con il dottore, raramente si erano intrattenuti con il figlio. Non era una cosa rara, era successo a tutti loro, ma adesso Ryu comprese il motivo per cui i suoi non si erano mai fatti vivi.
- Noi ti aspettiamo qui fuori, va bene?-. Ryu si voltò verso Ennoshita.
- Va bene...- mormorò. I suoi amici gli fecero un sorriso d'incoraggiamento, così si convinse ad aprire la porta.
La stanza era come la ricordava: due divani ai lati di un tavolino, un mobiletto con su una macchina per il tè vicino alla finestra e Taketora Yamamoto seduto su uno dei divani.
Spalancò la bocca.
- Tora?!- chiuse la porta mentre il ragazzo si voltava verso di lui. Era cresciuto, e adesso aveva una cresta bionda al centro della testa, come aveva sempre desiderato da bambino, ma era praticamente uguale ad una volta.
- Ryu!- Yamamoto si alzó e si avvicinò all'amico, stringendolo in un abbraccio.
- Pensavo ti avessero spedito all'accademia militare!- esclamò. Ryu sbattè le palpebre, confuso, mentre ricambiava l'abbraccio.
- All'accademia militare?- chiese, sorpreso, mentre si staccavano.
- L'allenatore mi aveva detto che ti avevano mandato lì, per questo non venivi più- gli spiegò.
- È questo che ha detto in giro mio padre?-.
- Ho incontrato tua sorella non molto tempo fa e mi ha detto la verità... Mi dispiace molto che tu stia male- ammise.
- Be', si, grazie ma... Tu che ci fai qui?- chiese Ryu, ancora confuso.
- Mi ha chiamato Kuuro. Be', in realtà era il numero di Kenma ma non mi stupisco che abbia parlato l'altro- rise per un attimo, poi tornò serio.
- Mi ha spiegato la tua situazione, e ha detto che magari rivedermi avrebbe potuto aiutarti ad accettare di più il tuo passato e... In realtà ha detto così tante cose che non ricordo bene, ma il succo era quello- raccontó. Ryu sorrise: il suo amico non era cambiato.
- Intendi che i miei non accettavano che fossero gay e mi hanno allontanato da te e procurato una malattia mentale? Una storia che sicuramente racconterò ai miei figli- entrambi risero ed andarono a sedersi sui divani.
- Mi dispiace di essere sparito all'improvviso, ma mi era impedito avvicinarmi a te- mormorò Ryu.
- Non preoccuparti. All'inizio ero rimasto confuso, ma adesso che so la verità... Anche se sono shockato che siamo stati separati per questo motivo- commentò Taketora.
- Pensa, se i miei non ci avessero sentiti parlare magari a quest'ora saremo una coppia sposata di grandi sportivi!- esclamò Ryu.
- Sarebbe stato divertente!-. Risero di nuovo. Tra loro era sempre stato così: si capivano perché erano molto simili, non si trovavano praticamente mai in imbarazzo l'uno con l'altro. Probabilmente era per quello che non avevano avuto nessun problema a dirsi cose come "un giorno ci sposeremo" o simili.
- Però questo mi sembra comunque un bel posto. Insomma, i tuoi amici si sono addirittura messi a cercarmi per aiutarti!-.
- Vero? Anzi, te li presento! Ti va di fare un giro?-.
- Se posso volentieri!-. I due si alzarono e Ryu aprí la porta; i suoi amici non si aspettavano di vederlo uscire così presto.
- Lui è il grande Noyassan, colui che ci ha riuniti!-.
- Oh, grazie mille!-.
- A vostra disposizione! In cambio voglio tanti aneddoti divertenti di quando Ryu era piccolo- affermó Yu.
- Li avrai!-.
- Lui invece è Chikara Ennoshita, mio compagno di stanza e grande amico. È al mio fianco da tre anni!- Ryu presentò anche l'altro.
- Oh, complimenti per la pazienza!- esclamò Yamamoto, stringendo la mano ad Ennoshita.
- È il tuo ragazzo?- chiese, voltandosi verso Tanaka. Ennoshita diventò completamente rosso.
- Diciamo che mi ha fatto riscoprire che non mi piacciono le ragazze- Ryu fece un occhiolino al moro, prima di voltasi - forza, andiamo ad incontrare gli altri!-.
Mentre li seguivano lungo il corridoio, Yu cercò di capire cosa pensasse Ennoshita. Poco prima gli aveva chiesto se gli desse fastidio che Tanaka avesse rincontrato qualcuno che un tempo era stato tanto importante per lui; dopotutto ciò che il moro provava per il suo migliore amico non era più un mistero. Chikara però era tranquillo. Certo, una parte di lui temeva che quel ragazzo avrebbe potuto portargli via Tanaka: ma se fosse successo, significava solo che era la scelta migliore per lui. Non intendeva di certo lasciarlo andare facilmente, ma se quel ragazzo avrebbe potuto aiutare Tanaka a stare meglio non avrebbe avuto niente da ridire.
- Loro sono papà Daichi e mamma Suga: si prendono cura di tutti noi come due genitori!- presentó Ryu, una volta che furono entrati nella sala da pranzo.
- Oh, tu devi essere Yamamoto- commentò Koushi, avvicinandosi insieme a Daichi.
- È un piacere conoscere i nuovi genitori di Ryu!- esclamò lui.
- Capisco perfettamente come mai andate così d'accordo...- borbottò Daichi. Quei due ragazzi erano fin troppo simili.
- E lui è il futuro ragazzo di Nishinoya- Ryu indicò Asahi, che non aveva fatto in tempo ad avvicinarsi perché Nishinoya gli era saltato sulla schiena.
- Ha funzionato eh?- commentò il maggiore.
- Pare proprio di sì- affermò Yu, sorridendo.
- Lei è Kyoko, la ragazza di cui pensavo di essere innamorato! E lei è la dolce Yachi!- presentó anche le due ragazze, che stavano comparendo in quel momento dalla cucina.
- Piacere- dissero loro.
- Cavolo, se non fossi gay mi sarei innamorato anch'io- esclamò Yamamoto.
- Qui non c'è nessuno di etero eh?- commentò Daichi.
- Non più- confermò Ryu.
- Ti fermi a cena?- chiese Koushi.
- Se posso volentieri!-.
- Forza, continuiamo il giro!-.
- Kuuro e gli altri dovrebbero essere in sala ricreazione, se li volete salutare- li informó Chikara.
- Tu non vieni con noi?- gli chiese Ryu, fermandosi sulla soglia della porta. Chikara fece un sorriso.
- Non vi vedete da anni, avrete tanto da dirvi no? Noi ci vediamo dopo a cena- affermò con un sorriso.
- Sei sicuro?- Ryu era più che felice di aver rivisto Yamamoto, ma aveva paura di come si stesse sentendo Ennoshita.
- Non preoccuparti Tanaka, ci pensiamo noi a lui; tu divertiti, va bene?- intervenne Koushi, avvicinandosi ad Ennoshita con un sorriso.
- Allora te lo affido Suga; grazie. Torniamo dopo!- Ryu salutó gli amici ed uscì dalla stanza.
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HAIKYU:LA MIA CURA
Fanfic- Il primo passo per guarire è ammettere di essere malati-. Ukai è sempre stato un dottore fuori dal comune, i suoi metodi sono diversi da quelli degli altri psicologi; proprio per questo Takaeda deciderà di contattarlo come psicologo per la sua str...