CAPITOLO IX.

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- Una festa?- chiese Ittetsu, confuso. Anche Kuuro e Yaku erano sorpresi.
- Voi ragazzi vi siete praticamente persi tre anni di adolescenza stando sui dentro. Non avete mai fatto una festa no?- chiese il dottore.
- Esatto- confermó Tetsuro.
- Adesso che le vostre terapie iniziano a funzionare, dovete riattivarvi un po'. Per questo vorrei dare a voi due il compito di organizzare qualcosa: ovviamente, nei limiti delle vostre possibilità, tenendo conto dei problemi di tutti. Ma qualcosa per divertirsi e allo stesso tempo che vi aiuti ad abituarci ad altre situazioni- spiegò Keishin.
- Be', in effetti non suona male- ammise Yaku.
- Fatevi aiutare da tutti quanti; se avete bisogno di qualcosa venire pure a chiedermela- affermò il dottore.
- Certo! Lasci fare a noi, organizzeremo una festa magnifica!- esclamò Tetsuro, circondando le spalle di Yaku con un braccio.
- Mi ha chiamato per tenerlo d'occhio vero?- commentò Yaku.
- Si, decisamente- ridacchiò Ukai.
- Buona organizzazione ragazzi- auguró Ittetsu, mentre i due uscivano dallo studio.
- Takaeda, noi dovremo rimanere nei paraggi; non staremo alla festa, ma dobbiamo essere pronti a qualsiasi evenienza- affermó il dottore.
- Certo. Se la organizzano nella sala da pranzo, visto che è grande, possiamo metterci nella stanza di fianco e prenderci una pizza- propose con un sorriso.
- Non è una cattiva idea- confermó il dottore, alzandosi.
- Allora lascio a te i preparativi; io vado a sistemare le mie idee con una bella dormita-.
Ittetsu scosse la testa, divertito.
- E va bene, ci penso io-.

- Qui va bene?-.
- Un po' più a destra Tanaka-.
- Qui?-.
- Perfetto-.
- Kyoko-san, vieni un attimo!- la chiamo Daichi.
- Arrivo-.
Ryu appoggió il pianoforte ed osservó la ragazza allontanarsi. Era veramente bella, sia di volto che di corpo, ed era intelligente e gentile. Insomma, una ragazza perfetta. Eppure, non riusciva ad amarla.
Non sapeva come mai si fosse fissato così tanto sull'idea di innamorarsi di lei, ma non sapere come mai non ci riusciva gli faceva strano.
- Tanaka? Tutto bene?- gli chiese Chikara, che lo aveva aiutato a portare il pianoforte. Kuuro aveva deciso di fare la festa nella sala da pranzo, che era la più grande del luogo, ed aveva chiesto di portare lì il pianoforte per Tsukki. Kyoko e Yachi erano state incaricate di occuparsi della disposizione della stanza, mentre Suga e Yaku stavano facendo una lista delle cose da fare da mangiare.
- Si; andiamo a spostare i tavoli-. Ryu non era ancora riuscito a capire come dovesse sfogarsi con l'amico, più ci pensava più non trovava una soluzione. Da quando la ricordava la sua vita era sempre stata piuttosto lineare, nessun episodio degno di nota; allora cos'aveva che non andava? Cosa gli era successo che l'aveva reso così?
Sentì qualcuno dargli una gomitata.
- Ahia!- si lamentó, voltandosi. Ennoshita gli sorrise.
- Dai scansafatiche, abbiamo da fare: nei tuoi pensieri ci perdiamo dopo- affermò, avvicinandosi ai tavoli.
Ryu fece un sorriso e lo raggiunse.
Chiakara aveva completato il circolo di allenamento di cadute con Nishinoya, e si sentiva più tranquillo in compagnia del ragazzo. Il prossimo sarebbe stato Daichi, che lui aveva sempre preso come essempio di responsabilità, ma per quel giorno si erano presi una pausa per aiutare i loro amici.
Quello che lo preoccupava però era Tanaka, che ultimamente gli sembrava sempre nervoso, ma non riusciva a capirne il motivo. Avrebbe voluto parlarci, ma pensava che l'amico non fosse ancora pronto.

- Dove hai mollato Kenma?- chiese Daichi, avvicinandosi a Kuuro.
- Con Lev: quando gli ho detto che avrei organizzato una festa è scappato, e dato che Yaku serve qui abbiamo mandato il gigante all'inseguimento- ridacchiò il moro, facendo sorridere anche Daichi.
- Come sta Yaku?- chiese. Tetsuro si voltò per un attimo verso l'amico.
- Sembra essersi ripreso, ma ancora non vuole parlare di perché sia successo. Tu? Come vanno le tue visioni?-.
- Diciamo che riesco a distinguerle dalla realtà, anche se non sono ancora sparite- sospirò Daichi. Grazie all'aiuto di Suga stava riuscendo a tenere a bada i suoi desideri; quando gli veniva in mente qualcosa si sfogava con l'amico, ed in quel modo riusciva a distinguere la realtà dalle allucinazioni.
- Però è già un passo avanti- commentò Tetsuro.
- Tu invece?-.
- Quando mi concentro su qualcosa sono a posto, il problema è se mi distraggo. Kenma mi riporta indietro ogni volta, però... Ancora dobbiamo trovare un modo per prevederla- mormorò.
- Sono certo che ci riuscirete. Dopotutto vi conoscete da anni- commentò.
- Hai ragione-. Tetsuro desiderava solo riuscire a rimanere lì, al fianco di Kenma. Non sapeva come mai la sua mente volesse impedirglielo, ma una cosa era certa: non gliel'avrebbe permesso. Sarebbe rimasto con Kenma a qualsiasi costo.

HAIKYU:LA MIA CURADove le storie prendono vita. Scoprilo ora