- Non voglio farlo, Iwa-chan-.
- Shittikawa...-.
- Mia madre mi odia. Odia me, non lui; non riuscirò a contenerlo- mormorò.
Hajime arrestò la sua camminata, facendo fermare anche Toru, che non accennava ad alzare lo sguardo.
- Vuoi veramente arrenderti per questo? Stai facendo passi avanti no?-.
- Si ma Kirai è ancora qui, e senza di te non posso mandarlo via-.
- Infatti sarò dentro con te- gli ricordó Hajime.
- Non penso che basterà questa volta. Lo sai, mia madre mi ha sempre messo addosso fin troppe pressione e lui ne ha sempre approfittato. Anche solo pensando a lei...- Toru chiuse gli occhi, sentendo come una risata nella sua testa.
Li riaprí di scatto, e Hajime vide la paura nei suoi occhi.
- Toru. Tua madre non ha mai capito niente di te; lei non ti conosce. Io si. So quanto vali, e lo sai anche tu-. Toru scosse la testa.
- Lei mi odia. E anche tuo padre; non resisterò- mormorò.
- Ho bisogno di te per affrontare mio padre- affermò Hajime.
- Lui ti sarebbe più utile, è molto più forte di me- mormorò Toru.
- È più stronzo, non più forte. E comunque non me ne frega nulla di lui, io voglio te- dichiarò il moro.
- Iwa-chan, non so quanto riuscirò a rimanere-. Non andava bene: Oikawa si stava abbattendo, e Kirai ne avrebbe sicuramente approfittato.
Toru poteva già avvertire i passi dell'altro nella sua testa; camminava con calma, come se stesse aspettando un suo lento declino che sapeva sarebbe arrivato.
Guardò Iwa-chan e sorrise.
- Non so quanto resisterò. Per cui te lo dico adesso, prima di non poterlo più fare. Io ti amo Iwa-chan, ti ho amato dal primo momento e non ho mai smesso. Mi dispiace per tutto il male che ti ho fatto, sarei voluto essere un amico migliore. Grazie per tutto ciò che hai fatto per me-. Hajime rimase immobile per un attimo, schokato: non aveva idea che l'amico ricambiasse i suoi sentimenti, pensava solo che ci tenesse molto a lui, e adesso... Doveva assolutamente fare qualcosa.
Poggiò le mani sulle spalle del castano, lo tirò verso di lui e gli diede una testata.
- Non parlare come se stessi per morire!- sbraitó.
- Ahia! Mi hai fatto male Iwa-chan!- si lamentó Toru. Hajime lo afferró per il colletto della maglietta, strattonandolo appena.
- Mi ami? Allora dimostramelo rimanendo te stesso! Dammi la possibilità di dirtelo a mia volta senza la paura che tu possa sparire! Affronta tua madre e torna da me con quel tuo solito sorriso irritante e vittorioso sul volto, va bene?!-.
- Iwa-chan tu...- mormorò Toru. Una parte di lui era già a conoscenza dei sentimenti che provava il suo amico per lui; ma era la parte sbagliata.
- Diamine, prima o poi mi farai impazzire- Hajime lasciò andare l'amico e fece un respiro profondo per calmarsi.
- Tu sei il migliore Shittiwaka. E io sono al tuo fianco. Quindi ce la faremo, va bene?-. Toru fece il suo solito sorriso spavaldo.
- Certo che ci riusciremo, Iwa-chan; andiamo- riacquisita la sua sicurezza, superó l'amico. Ad Hajime sfuggì un sorriso mentre lo seguiva.
Toru aprì velocemente la porta, ben sapendo che se avesse atteso non ci sarebbe riuscito; rimasero entrambi sorpresi nel vedere che dentro c'erano sia la madre di Toru che il padre di Hajime.
- E come avevamo detto, quei due sono insieme- commentò aspra la donna.
- Scusateci se siamo amici- Hajime diede una lieve spallata a Toru per incoraggiarlo a seguirlo nella stanza.
- Hajime, sii educato- lo riprese il padre mentre i due ragazzi si sedevano.
- Agli ordini-. Toru stava cercando di non ridere; ed ecco che la stabilità mentale di Iwa-chan era andata. Suo padre aveva questo effetto su di lui.
Il castano sentiva lo sguardo di sua madre addosso e la cosa lo metteva a disagio, ma cercava di non farci caso e concentrarsi sul suo amico.
Se vuoi la sistemo io; sai che ha paura di me.
Toru ignorò quella voce divertita nella sua testa.
Oh, non badare a me. Comunque prego per averti dato il coraggio di dichiararti.
Il coraggio? Toru era certo che Kirai non gli avesse dato alcun coraggio.
E pensi che ce l'avresti fatto da solo?
Certo: quei sentimenti li provava lui, non Kirai.
Ah questo è vero. Quindi se prenderò completamente il controllo...
Non avrebbe preso il controllo, Toru non gliel'avrebbe permesso.
- Toru- sussurrò Hajime; aveva notato che si stava iniziando a bloccare e doveva farlo stare meglio prima che fosse troppo tardi.
- Che hai Toru? Non riesci a parlare?- sbuffò sua madre. Come al solito, non aveva capito la situazione del figlio.
Visto? Nessuno ti vuole bene.
Si, Iwa-chan gli voleva bene.
- Signora Oikawa, non dovrebbe stressare suo figlio in questo momento- intervenne Hajime. Toru sentì appena la sua voce, stava iniziando a perdere il controllo.
- Hajime, non ti intromettere- lo ammoní il padre, mentre la madre di Toru si alzava e si metteva davanti al figlio.
- Mi vuoi ascoltare si o no?- ringhió. Hajime si alzò di scatto.
- Lo lasci in pace-. Vide appena suo padre alzarsi, ma sentì bene lo schiaffo che gli arrivó dritto sul volto, talmente forte da farlo cadere. Si portò la mano alla guancia e fissò il padre con occhi spalancati.
- Ti ho detto di non intrometterti Hajime! Possibile che in tutti questi anni tu non abbia ancora capito che non ci guadagni niente a proteggere quel debole?-.
- Toru non è un debole!- ad Hajime mancò il fiato quando ricevette un calcio in pancia.
- Toru mi vuoi rispondere?- sbuffò la madre del castano.
Guarda, il tuo Iwa-chan non ti sta neanche proteggendo.
Era lui ad aver bisogno di aiuto adesso.
Allora perché non vai ad aiutarlo?
Toru avrebbe voluto, ma non riusciva a muovere un muscolo.
Se mi lasci prendere il controllo lo aiuterò io.
No, Iwa-chan non l'avrebbe voluto.
Quindi vuoi lasciarlo in balia di suo padre? Tu non puoi fare niente per lui Toru, sei troppo debole.
Non è vero.
Cos'è più importante, provare a mantenere il controllo o il ragazzo che ami?
Preferirebbe salvarsi da solo che essere salvato da Kirai, di quello Toru ne era certo.
Quindi lo lascerai in quello stato?
Toru si voltò verso l'amico; sapeva di non essere stato lui a voltarsi in realtà, ma vedere Iwa-chan picchiato da suo padre lo fece comunque inorridire.
Hajime scosse la testa: non voleva che l'amico facesse cazzate pur di aiutarlo.
Visto? Neanche lui ti vuole!
Toru sentì vagamente la madre afferrarlo e scuoterlo.
Fammi uscire; ti libereró da tutto il tuo dolore.
Però l'avrebbe liberato anche dall'amore.
Nessuno ti ama. Io potrò dare loro ciò che hanno sempre voluto: e non sei tu.
- Taci!- urlò, alzandosi di scatto.
Iwa-chan voleva lui, Toru lo sapeva bene: odiava Kirai. Era il suo migliore amico, lo conosceva: voleva lui. Gli voleva bene.
E lui lo ama. Era Toru Oikawa, poteva sopportare tutto: lui era il migliore. E Iwa-chan era la sua spalla, non l'avrebbe mai lasciato solo.
Spinse via la madre e corse dal suo migliore amico, spingendo via il padre da lui prima che potesse colpirlo nuovamente.
- Stai bene Iwa-chan?- si accucció di fianco all'amico, e notò che aveva il labbro spaccato.
- Iwa-chan...-. Hajime sorrise; afferrò l'altro per il colletto della maglietta e lo tirò verso di sé per baciarlo.
Toru rimase sorpreso a quel gesto; era troppo felice per fare caso al fatto che lì ci fossero ancora i loro genitori, o al fatto che l'amico sapesse un po' di sangue. Stava finalmente baciando Iwa-chan.
- Bentornato- gli sussurrò Hajime. Toru sorrise.
- Non me ne andrò più. Sono il migliore dopotutto- si alzò e gli porse la mano. Hajime la afferrò e si tirò su.
- Brutto stronzo, come osi spingermi via? Porta rispetto!- Toru vide un pugno caricare verso di lui.
Hajime reagì prima, colpendo il padre allo stomaco.
La porta si spalancò ed entrò Ukai.
- Ho sentito delle urla, che succede? Allontanatevi subito da quei ragazzi!- urlò, notando la situazione in cui versava Iwaizumi.
- È mio figlio e posso fare quello che voglio!-.
- Suo figlio è maggiorenne e può denunciarlo senza problemi, e posso farla finire in carcere per ancora più tempo se confermo che ha picchiato un malato mentale. Andatevene subito da qui!- si spostò ed indicò il corridoio.
I due ragazzi ignorarono gli sguardi dei genitori; Toru era troppo occupato ad esaminare il volto del moro.
- Shittikawa, sto bene, è solo un taglio-.
- Vuoi un bacino così passa?-.
- Idiota- borbottó Hajime.
- Ragazzi, state bene?- gli chiese Ukai, avvicinandosi.
- Si dottore, non si preoccupi- rispose Toru.
- Grazie per averceli fatti incontrare; è stato un piacere tirare un pugno a mio padre- commentò Hajime, facendo ridere Toru.
- Felice che la rissa vi abbia divertiti. Fate un salto da Takaeda che ti sistema il labbro- consigliò.
- Andiamo subito- affermò Toru, uscendo dalla stanza, seguito dal moro.
- Allora Iwa-chan... Dato che sono stato bravo, non avevi promesso di dirmi qualcosa?- chiese Toru.
- Io non ti ho promesso niente- ribatté Hajime; il castano mise il broncio.
- E dai Iwa-chan! Sai che continuerò a romperti le scatole vero? Perché non me lo dici? Guarda che...- Toru si trovò contro il muro, le labbra premute su quelle di Hajime in un bacio per niente dolce, anzi pieno di passione.
Toru affondò le mani nei capelli dell'amico, tirandogli leggermente qualche ciocca mentre lo teneva ancora più stretto a sé.
- Non ti ho ancora sentito dire niente- sussurrò quando si staccarono per riprendere fiato. Hajime alzò gli occhi al cielo.
- Cosa ti devo dire Shittikawa? Si, ti amo-.
- Iwa-chan, sei la persona meno romantica del mondo!-.
- Non ci giurerei: ho sentito Kenma dire a Kuuro che l'avrebbe venduto volentieri per una console- ribatté Hajime, riprendendo a camminare.
- Ma io mi sono innamorato di te, non di Kenma!-.
- Tu l'hai scelto, e ora ne paghi le conseguenze- ribatté Hajime.
- Anche in camera da letto?- chiese Toru con un sorriso malizioso.
- Anche in camera da letto- confermò Hajime.
- Evvai!- esclamò il castano. Si guardarono e sorrisero; in fondo, era impossibile che qualcosa riuscisse a separarli.
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HAIKYU:LA MIA CURA
Fanfiction- Il primo passo per guarire è ammettere di essere malati-. Ukai è sempre stato un dottore fuori dal comune, i suoi metodi sono diversi da quelli degli altri psicologi; proprio per questo Takaeda deciderà di contattarlo come psicologo per la sua str...