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«Ugh, ma perchè ti fai sottomettere da quelli?» chiese Hinata, lanciando un'occhiata di sottecchi a quelli, che stavano dall'altra parte del cortile dell'entrata a scuola. Per quelli, Hinata intendeva una stretta cerchia di amici, un circolo al quale é quasi impossibile unirsi, composta da Kageyama Tobio, Tsukishima Kei, Kiyoko Shimizu, Bokuto Kōtarō e Kuroo Testurō. Non era molto chiaro come si fossero incontrati o perché ma sin da quando erano arrivati a scuola per la prima volta, le persone li avevano assaliti, portandoli presto a uno status sociale particolarmente elevato. Non é che facessero cose degne di nota, davvero, ma sembravano trasudare carisma da tutti i loro pori. Sono conosciuti un po' da tutti, amici un po' di tutti, ma, quasi fosse come una setta, nessuno poteva entrare nella vera cerchia interna.

In ogni caso, Bokuto e Kuroo che davvero non sembravano brillare per eccellenza scolastica ancora frequentavano lo stesso corso di letteratura di Yamaguchi, sí, due anni più giovane.

«Io lo capisco,» mormorò Yachi, aspirando il rimanente succo dalla confezione, «mi farei sottomettere da Kiyoko qualsiasi giorno, qualsiasi ora.»

«Simp,» mormoró Kenma, con gli occhi fissi sulla console.

«Per lei? Sempre,» scherzò (forse non così tanto) la bionda.

«E cosa faccio? Gli chiedo gentilmente di smetterla?» chiese sarcastico Yamaguchi, alzando un sopracciglio.

«Tadashi, una parola e risolvo la situazione per te,» affermò serio Kenma, stavolta guardando l'altro negli occhi.

«No grazie Kenma, non vorrei davvero che tu finissi in carcere per omicidio,» rispose quello con le lentiggini, accennando una risata lieve. Lieve perchè non era così improbabile.

«Non dovresti preoccuparti di quello Yama, mi assicurerei io che non facesse nulla per finire in carcere,» disse Akaashi, che stava consumando, fino ad allora, il suo pranzo.

«Lo aiuterei a sotterrare il cadavere in modo che non venga trovato,» aggiunse poi, regalando un'occhiata complice a Kenma. Si diedero il cinque velocemente suscitando una risatina generale.

«No ragazzi, davvero. Mi piacerebbe smettessero tutto ciò, ma...» sospirò. «Non vorrei che voi finiste ne guai. E poi è anche un po' colpa mia. Non so farmi valere»

«È solo quello il problema? Quello di metterci nei guai?» Kenma mise in pausa il gioco, guardando Yamaguchi. Cazzo, pensò bene o male l'intero gruppo, ora é serio.

«Beh, in gran parte sì.»

Il biondo strinse le labbra e il suo sguardo si perse, segno che stava riflettendo su qualcosa.

«Se ci fosse un modo per far in modo che smettessero di darti fastidio legalmente?» accennò dopo poco, serio come prima.

«Ti ringrazierei di aver compiuto un miracolo,» scherzò Tadashi, con un leggero sorriso sulle labbra. Tanto era impossibile... Giusto?

«Lo prendo come un sì,» disse solo l'altro, tornando con lo sguardo sul suo gioco.

Yamaguchi sobbalzò leggermente, stringendosi dentro il maglione. Che avesse davvero qualcosa in mente?

«Ragazzi,» richiamò l'attenzione Hinata, cambiando totalmente discorso (come al solito) «ma secondo voi perchè non siamo tipo super popolari? Voglio dire, mica siamo male.»

Akaashi sospirò: «Questa è semplice. Tu sei una vera troia, Yachi è troppo lesbica per essere vera, Yamaguchi è un sottone in tutto, Kenma è un bastardo asociale e io non so parlare con le persone senza impazzire.»

Yachi annuì vigorosamente: «Non so voi, ma nel mio caso ha proprio ragione.»

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«Potrei aver risolto il tuo problema,» affermò fieramente Kenma, dopo scuola, rivolto a Yamaguchi, il quale spalancò gli occhi e la bocca sorpreso.

«Di che parli?» mormorò l'altro confuso. Era impossibile avesse risolto un problema che andava avanti da mesi e mesi... In un paio d'ore... Non è così?

«Potrei aver chiesto un favore a un mio amico,»  continuò il biondo, gongolando divertito,  «e aver ottenuto del... Materiale compromettente»

«Materiale compromettente?» ripeté curioso Hinata, inclinando leggermente la testa.

Kenma ridacchiò, per poi spiegare: «Un piccolo video di uno di loro che si fa la figlia del preside nel bagno.»

«CHE COSA?» esclamò ad alta voce la bionda.

«E quindi vuoi ricattarli?» chiese in conferma Akaashi. Il biondo rispose con un cenno di assenso. «Non mi sembra così legale... In ogni caso, mi sorprendo di dire che potrebbe funzionare»

«Sì, ma chi è questo?» chiese Yamaguchi.

«Il non così unico e molto imitabile Kuroo Tetsurō,» affermò, fiero dei suoi risultati, Kenma.

«Kenma Kozume, mio unico e inimitabile salvatore...» mormorò Tadashi, inginocchiandosi, «Vuoi sposarmi? Ti prometto tutti i videogiochi che vuoi.»

Il biondo finse di pensarci sù, per poi affermare: «Ammetto che la proposta dei videogames è interessante... Ma no. Sei troppo... Gneh per sposarmi,»

Yamaguchi si alzò, pulendosi i pantaloni e asciugandosi una finta lacrima.

«Io avrei detto di sì... Kenma, sei un figo,» affermò Yachi, guardandolo negli occhi.

«Non è così confortante da sentire detto dalla più gay del secolo,» disse l'interpellato ironico.

«Fair point,» rispose semplicemente la bionda, alzando la mani in segno di resa.

«Ah giusto, Kenma, dove hai ottenuto questo video?» chiese Akaashi, scrutandolo attentamente.

«Eh, una mia conoscenza, Suna Rintaro. Ho dovuto chiedere a Oikawa il numero di un tipo che piace a questo, una noia» Mormorò il biondo, roteando platealmente gli occhi «Fortuna che Oikawa mi doveva un favore da quando l'ho aiutato col ragazzo che gli piaceva.»

«Kenma, ti sei davvero impegnato per noi,» Yamaguchi denotò, esponendo il labbro inferiore al di fuori, «non pensavo che questo giorno sarebbe arrivato.»

«Uh? È così strano che faccia qualcosa più dell'accompagnarvi a casa ubriachi?» chiese il biondo, alzando gli occhi al cielo.

«Un giorno mi spiegherai come fai a essere amico con IL Oikawa Tōru,» disse ad un tratto il rosso, incrociando le braccia, «io me lo sono limonato e nemmeno mi saluta.»

«L'ho trovato ad una festa nei bagni che piangeva,» spiegò brevemente Kenma, ricordando che non era assolutamente la prima volta che lo raccontava e che probabilmente non sarebbe stata l'ultima. «Avevo la console scarica e nessuna voglia di bere. Non avevo nulla di meglio da fare quindi l'ho aiutato.»

«Ma quindi col tipo che gli piace si sono messi insieme?» chiese Yachi curiosa.

«Ugh, non me ne ricordare. Si sono riappacificati ma non vuole saperne di confessare,» rispose, scuotendo la testa.

Il suo viso si imbronciò leggermente e con le labbra strette aggiunse a bassa voce: «Uno di questi giorni faccio qualcosa anche per loro.»

«Kenma, no!» esclamò Akaashi.

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