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«Andiamo avanti, la stanzino é ancora agibile,» affermò Oikawa, con le braccia incrociate, sbattendo il piede contro il pavimento con fare impaziente.

Bokuto annuì vivacemente, scambiando un'occhiata ad Akaashi di fianco a lui, come per ottenere una sorta di approvazione. Volse l'attenzione sul cappello, inserendo la mano al suo interno. Mescolò un po' con un broncio concentrato. Tutti gli occhi seguivano ipnotizzati il polso del ragazzo continuare a girare per qualche secondo di troppo.

«Puoi pescare, ora,» mormorò Akaashi, avvicinandosi un poco a Bokuto. Come se si fosse improvvisamente risvegliato dalla trance, osservò il ragazzo di fronte a lui e poi il cappello. Estrasse un biglietto. Lo lesse silenziosamente, prima di arricciare le sopracciglia e piegare le labbra.

«Quindi?» chiese Oikawa, con tono infastidito.

Si girò verso Akaashi, la bocca semi aperta. «Sei tu.»

Un piccolo brivido attraversò il suo corpo. «Hai pescato il mio nome?»

«Sì.» Gli mostra il biglietto, accennando un sorriso storto. Allunga il cappello verso l'altro. «Pesca tu.»

Seguendo le indicazioni, Akaashi estrasse un nome a sua volta. Lo osservò qualche secondo, sbattendo le palpebre un paio di volte.

Girò il pezzo di carta che teneva stretto tra le mani, mostrando al resto delle persone la facciata scritta.

«Ho pescato Bokuto,» mormorò stupito, le sopracciglia arricciate dalla sorpresa, e l'ombra di un sorriso sulle labbra.

Hinata sghignazzò senza pudore, mentre gli altri si limitarono a qualche risatina sommessa. Bokuto sorrise ampiamente, prendendo la mano dell'altro.

«Andiamo!» Non aspettò la risposta di nessuno e, letteralmente, trascinò l'altro dentro lo stanzino con lui.

«Dovresti far partire il timer,» fece notare Oikawa a Kageyama, incaricato del tempo. Annuì appena, ancora stordito per la velocità degli eventi appena accaduti.

Kiyoko si alzò soppiata e si avvicinò a Kenma, prendendogli un lembo della maglia.

«Possiamo parlare? In privato,» sussurrò, indicando con la testa il piano di sopra. La confusione era visibile sul viso del biondo, che tuttavia acconsentì.

Gli unici ad accorgersi dello scambio tra i due furono Yamaguchi, seduto di fianco a Kenma, e Akaashi, che osservò dubbioso il veloce scambio tra i due, in cerca di supporto morale, proprio prima che la porta si chiudesse.

«Sono felice di essere finito con te,» affermò Bokuto appena entrati, nascondendo un sorriso che gli nacque spontaneo sulle labbra. Akaashi lo notò, arrossando appena. Improvvisamente la curiosità che nutriva verso Kenma e Kiyoko passò in secondo piano.

«Pure io,» rispose in tono formale, appoggiando la schiena contro il muro. «Si sono divertiti, noto.»

Bokuto osservò la mensola abbandonata a terra, ridacchiando appena. Si appuntò mentalmente di punzecchiare il suo amico a proposito.

«Oh, decisamente.»

Rimase un momento di silenzio, nel quale Akaashi si impanicò appena: cosa avrebbero dovuto fare? In queste situazioni le persone limonano, si spogliano e tutto quello che ne deriva. Nonostante l'idea di baciare l'altro ragazzo non fosse male, non riusciva a rilassarsi all'idea che potesse pretenderlo. E sapeva che non avrebbe saputo dire no, non c'era mai riuscito.

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