1.3

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«Oggi niente lezione!»

«Cosa?»

«Oggi niente lezione,» ripeté Kuroo, sfoderando un sorriso. La faccia di Kenma assunse un'aria scettica e corrucciò le sopracciglia.

«Cosa?»

«Oh mio Dio, sei sordo? Oggi... niente... lezione!» ripeté nuovamente, questa volta scandendo attentamente le parole.

«Sì, sì, ho capito quel pezzo. Ma perché?»

«Perché?» Assunse un'aria offesa, portandosi drammaticamente una mano sul petto. «Non sai che giorno é oggi?»

«Il 12 febbraio?»

«Esattamente,» esclamò Kuroo, scuotendo la testa leggermente, come a voler sottolineare un'ovvietà che Kenma non sta cogliendo.

Piega la testa leggermente con un'espressione confusa.

«Oggi é il nostro mesiversario!»

Per un attimo Kenma dimenticò completamente tutto, entrò in tilt per un momento. Mesiversario... L'idea di una possibile relazione tra lui e Kuroo si fece spazio nella sua mente con prepotenza, facendolo arrossire leggermente. Poi tornò alla realtà, al fatto che non stavano insieme, che non sarebbero mai stati insieme e che non erano stati insieme.

«Mesiversario?» chiese ancora titubante, osservando la reazione dell'altro, che non sembrava infatti essersi accorto della sua influenza sull'altro. Kuroo, infatti, non aveva nemmeno notato il leggero rossore sulle guance del biondo, né aveva notato il modo in cui potesse essere stato fraintendibile.

«Sì?» disse come fosse la cosa più ovvia del mondo, «É passato esattamente un mese da quanto ho iniziato a farti ripetizioni.»

«Oh,» sospirò, «in quel senso.»

«Certo!» esclamò con un piccolo sorriso sul viso, «Dai, ti porto in un posto oggi!»

Kenma nascose un sorriso che gli nacque spontaneo alla vista dell'altro, sospirando negativamente.

«Posso venire cosí?» chiese il biondo, alludendo ai suoi vestiti con un segno della mano.

Kuroo lo osservò dalla testa ai piedi, lentamente. Kenma sentí le guance scaldarsi sotto lo sguardo dell'altro.

«Va...» tossí appena dal nervosismo, «benissimo.»

«Dove andiamo?»

«Non te lo dico!»

«Antipatico.»

«Il tuo antipatico.»

Kuroo reprimette un ghigno per la sua stessa riposta, mentre il biondo sospirò, alzando gli occhi al cielo.

«Andiamo, dai,» esortò Kenma, afferrando il cappotto e uscendo di casa. Aspettò che il moro facesse lo stesso per poi chiudere la porta dietro se stesso.

Si incamminarono in silenzio, ma Kenma dovette notare che si trattava di un silenzio confortevole. Aveva iniziato ad apprezzare la compagnia di Kuroo, più di quanto fosse disposto ad ammettere. No, non aveva una cotta come tutti i suoi amici continuavano ad insinuare, però doveva riconoscere che l'altro gli piaceva più di quanto avesse pensato inizialmente.

«Dove andiamo?»

Sbuffo drammaticamente. «Non ti fidi proprio, eh?»

«Voglio solo sapere se sono in pericolo di vita.»

«Esagerato.»

«Quindi non devo preoccuparmi?»

«Cosa ne dici?»

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