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Kenma aveva, alla fine, ceduto. Nonostante l'inquietudine che gli circolava nello stomaco, s'era fatto coinvolgere dall'espansività di Hinata e aveva infine accettato di accompagnarlo a un party di qualche suo amico - l'informazione che Kuroo l'avrebbe accompagnato era totalmente irrilevante, o almeno così cercava di convincersi.

«Shōyō, voglio tornare a casa,» mugolò il biondo, osservandosi le unghie corte e malcurate, dove risiedevano vecchi residui di smalto nero. Sedeva ora in macchina di Yamaguchi, esso assentatosi minuti prima in favore dell'entrare.

«É una giornata no, lo capisco, ma chiuderti in te stesso peggiorerà la situazione. E poi qualcuno deve farmi da bada, e sai bene che tu sei il migliore in quello,» rispose, tirandogli una leggera gomitata in modo scherzoso. Kenma sospirò.

«Ho solo una brutta sensazione.»

«Kenma, la paranoia é un sintomo dell'ansia sociale,» ribatté Hinata con un tono tendente più al serio rispetto alle battute precedenti.

Kenma sospirò. «Hai ragione.»

«Come sempre.»

Un knock-knock al finestrino dell'auto gli distrasse entrambi.

«Hey, bellissimo, hai intenzione d'entrare?» chiese Kuroo, poggiando il gomito sul finestrino leggermente abbassato. Kenma sorrise leggermente, la sensazione gutturale di disagio mutandosi parzialmente.

«Quando sei arrivato?»

«Adesso,» mormorò in risposta Kuroo, indicando un punto in lontananza col viso, «ho dovuto fare il terzo incomodo con Akaashi e Bokuto. La prossima volta mi rifiuto di portarli senza qualcun altro presente.»

«E questo é esattamente il motivo per cui mi sono rifiutato,» aggiunse Hinata, emettendo una risata leggera.

«Prenderò spunto. Adesso, sua maestà, seguirebbe questo povero paesano all'interno del gran ballo?» chiese Kuroo con un sorrisetto. Aprì la portiera e allungò il braccio, ad imitare le movenze di un gentiluomo di un tempo passato.

Kenma nascose un sorriso col palmo della mano, e alzò gli occhi al cielo. «Sei proprio un idiota.»

Nonostante ciò, accettò la mano a lui tesa.

Varcarono la soglia e, oltre alla musica esageratamente alta, un odore di alcol misto a sudore li investì. Questo miscuglio salato sembrò risvegliare qualcosa in Hinata, che sparì in fretta in mezzo alla mischia. Il nodo nello stomaco del biondo si infittì, e il desiderio di nascondersi s'intensificò a tal punto da prendere in considerazione l'idea di scavarsi una fossa e nascondersi al proprio interno. Kuroo dovette notare il suo disagio e strinse leggermente la mano dell'altro, avvicinandosi al suo orecchio.  «Cerchiamo un posto più appartato, okay?»

Kenma annuì, e si fece trascinare senza proteste attraverso la stanza principale, favorendo il corridoio adiacente. Si fermarono davanti a una rampa di scale che sembrava portare a un secondo pianto, sedendo sui gradini.

«Questa casa é davvero enorme,» ruppe il silenzio Kuroo, «Chi é questo amico di Hinata?»

Kenma fece spallucce, stringendosi nella felpa, e cercò di raccogliere la propria voce. «Non ne ho idea.»

Kuroo annuì e iniziò a canticchiare la canzone in sottofondo, riempendo il silenzio che si era formato.

«Scusa,» mormorò in un soffio, talmente leggero che il corvino quasi non lo sentì.

«Per cosa?»

«Dovresti essere fuori a divertirti, non qui con me.»

Kuroo lo osservò con un'espressione quasi offesa, per poi ammorbidirsi in una rassicurante, con un sorriso leggero sulle labbra. «Fidati, io desidero essere prima di tutto e tutti nello stesso posto in cui sei tu.»

Kenma arrossì, nascondendo il viso tra le mano. «Dio, sei proprio uno sfigato.»

Il corvino rise leggermente. «Io provo ad essere carino e questo é quello che ottengo?»

«É quello che ti meriti,» ribatté il biondo, per poi cadere in un breve silenzio. Dopo poco lo interruppe.

«Ci sono giorni in cui l'ansia sociale é più forte del solito: uscire diventa un dovere che mi aggrava. Quand'ero piccolo era sempre così, ma crescendo, anche grazie agli altri, l'ho superato - ma ho giorni in cui ci ricado.»

«Perché non sei stato a casa?» chiese Kuroo, raccogliendo una ciocca dei capelli dell'altro tra le dita.

Kenma scosse la testa. «A volte é peggio: chiuso in casa, quello che é un giorno o due diventa un periodo. La cosa migliore é che io esca e mi diverta; più facile a dirsi che a farsi.»

Kuroo annuì, ancora intento nell'acconciare i capelli dell'altro in piccole trecce. «Avresti dovuto dirmelo prima, sarei stato con te oggi.»

Kenma imbracciò il tocco dell'altro, appoggiandosi con la schiena contro il suo petto, per facilitargli il lavoro.

«É che tutto é semplicemente troppo, capisci? La musica, gli odore, i tocchi, il calore... E poi ho questa insopportabile sensazione nello stomaco, come un nodo che si stringe e stringe... Ugh!»

«Adesso che siamo qui stai meglio?»

«Infinitamente.»

«Ne sono contento,» rispose Kuroo. Iniziarono poi a chiacchierare del più e del meno - di come il loro professore osservì Kenma con una sorta di fierezza, di come Bokuto e Akaashi fossero morbidamente inseparabili, della palese cotta di Hinata per Kageyama, di come fosse ricambiata...

E se, tra una frase e l'altra, si fossero scambiati un paio di baci... Be', quelli sono affari loro.

«Hey, Kuro, non é che andresti a prendere qualcosa da bere? Sto iniziando ad avere davvero sete.»

«Certo, torno subito,» rispose, per poi immergersi nella folla di adolescenti danzanti. Kenma osservò i capelli corvini farsi strada, con un sorriso a tirargli le labbra. Ormai si sentiva bene, davvero bene, e parlare con Kuroo l'aveva davvero fatto rilassare e l'aveva messo in uno stato emotivo positivo - una sorta di miscela tra euforia e la sensazione che si prova quando ci si mette tra le coperte calde in pieno inverno.

«Kenma?» Il suo nome lo risvegliò dai suoi pensieri, e la sua attenzione venne attirata dalla figura che si stagliava di fronte a lui, tagliando la luce colorata a metà.

«Oikawa. É un po' che non ci si vede,» salutò il biondo, con un cenno della testa. Osservò come l'altro si morse leggermente il labbro, le sopracciglia incurvate in una maniera che risaltava la piega tra d'esse, le gambe piantate in una posizione vagamente innaturale.

«Noi dobbiamo parlare.»

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non io che faccio self-projecting su kenma, lol. anyway, avrei potuto fare un capitolo unico? sì. sarebbe stato meglio? sì. vi voglio male? anche sì, quindi vi lascio in suspance.
bye bye!!

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