0.3

661 34 23
                                    

«No, bro, aspetta... COSA?» esclamò Bokuto un po' troppo forte, attirando l'attenzione di qualche cliente al locale. Aveva finalmente distolto l'attenzione dal cellulare, dove stava chattando con qualcuno da... Troppo tempo.

«Te lo giuro, Bo,» disse Kuroo osservando l'amico gettarsi sconsolato sulla sedia.

«Io vi avevo detto che la storia non sarebbe potuta finire bene,» affermò Kiyoko, bevendo un po' del suo frappè alla vaniglia.

«Sottoscrivo,» aggiunse Tsukishima, quasi felice che qualcuno avesse tenuto testa a quell'idiota di Kuroo. «Più che altro, farsi la figlia del preside... Seriamente?»

«Che vuoi, è super figa... Che ne sapevo io che stesse registrando! Poi, come ne sia entrato in possesso quello là non lo so,» mormorò, sconsolato a sua volta, il moro.

«Quindi niente più compiti e aiuti per noi? Non so un cazzo io e tu meno di me,» affermò Bokuto, mescolando il suo frappè con la cannuccia. 

«Prima di tutto, vaffanculo Bo,» esclamò Kuroo, alzando il dito medio.

«Non ha tutti i torti,» mormorò Kageyama, sorseggiando il suo frappé al cocco.

«E in ogni caso...» proseguì Kuroo, ignorando il commento dell'altro, «Ho un piano.»

«Ho un terribile presentimento,» aggiunse stavolta Tsukishima, in attesa di sentire questo piano.

«Lo corteggio, lo faccio innamorare, ci sto un po' insieme e boom, gli faccio eliminare il video,» spiegò il moro con un sorriso esageratamente fiero.

«E il terribile sentimento diviene realtà,» mormorò il biondo, colpendosi la fronte con la mano.

«Non mi sembra una grande idea, Kuroo. Un conto è farsi dare qualche risposta, un conto è giocare con i sentimenti di qualcuno,» disse semplicemente Kiyoko, arrotolandosi una ciocca di capelli tra le dita.

«Ma anche lui si è preso gioco di me!» esclamò il moro, battendo le mani sul tavolo.

«Ammetti la verità, Kuroo. Ti brucia solo che ti abbia umiliato,» lo prese in giro Tsukishima, alzando un sopracciglio e ghignando leggermente. L'altro alzò gli occhi al cielo ma ignorando il commento, almeno a parole.

«Bro, io ho fiducia in te,» affermò Bokuto, dandogli due pacche sulla schiena.

«Grazie bro, almeno tu.»

«Anche io non sono d'accordo... Non è un po' crudele?» chiese Kageyama, con gli occhi e l'attenzione ancora puntati sul frullato davanti a lui.

«Oh, ma quindi anche il re ha dei sentimenti?»

«Zitto, Idioshima.»

«Silenzio!» richiamò Kuroo, causando l'alzata degli occhi al cielo da parte dei due, «Mi ha ricattato! Se lo merita.»

Kiyoko sospirò: «Come vuoi.»

«Ma, bro, è carino almeno?» chiese Bokuto, osservando l'espressione del suo amico.

Il moro richiamò alla memoria i capelli lunghi e soffici che ricadevano sul viso delicato, il corpo, nonostante nascosto dai vestiti, longilineo e stretto, le labbra rosee e piene e le lunghe ciglia, che coprivano gli occhi attenti e grandi tanto simili a quelli di un gatto, il collo magro che si poteva intravedere dalla felpa larga, le clavicole sporgenti.

«Sai, Bo,» rispose Kuroo con un piccolo sorriso sghembo, «non è... Male.»

LoveGameDove le storie prendono vita. Scoprilo ora