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Kenma lasciò fuoriuscire un lamento frustrato, portandosi le mani tra i capelli. I piedi sbattevano contro il pavimento dal nervosismo.

Solo perché quell'odioso del suo professore di scienze stava finalmente consegnando le verifiche svolte una settimana addietro. Non tendeva ad innervosirsi per un qualsiasi test, tuttavia sentiva la pressione degli standard che il professore gli aveva premuto contro da quando Kuroo aveva iniziato a fargli da tutor. Infondo non gli interessava se avesse deluso le aspettative di Kuroo. Assolutamente.

Un foglio venne fatto scivolare sopra il suo banco e Kenma intravide una figura al suo lato; non ebbe tuttavia il coraggio di alzare lo sguardo.

«Buon lavoro,» si limitò a dire il professore, seguendo allontanandosi verso il lato opposto della classe. Le parole avevano alleggerito la preoccupazione del biondo che, con un sospiro di sollievo, spostò gli occhi sul marchio registrato in rosso in alto a destra.

89.

«Ottantanove!?» esclamò Kuroo al cambio d'ora quando, con un mal velato orgoglio, Kenma gliel'aveva annunciato. La sua façade seria e imperturbabile sarebbe intoccata se non fosse tradita da un sorrisetto che non riuscì a contenere.

«Sei incredibile,» affermò, tirando Kenma verso di sé e stringendolo tra le sue braccia. Prima ancora che lo stesso Kenma potesse registrare cosa stesse succedendo, rispose all'abbraccio. Fu un tocco fugace, dettato da una spontanea eccitazione, ma che risultò scottante per entrambi. Il biondo si allontanò di appena un passo, sfuggendo al contatto appena avvenuto.

«Scusa, mi sono fatto prendere un po' la mano,» ammise Kuroo, il palmo contro la nuca per dissimulare il disagio che sentiva attanagliarlo.

Kenma dovette notarlo, perché seguì dicendo: «Fa nulla.»

Una rassicurazione flebile, penosa, quasi superflua, ma che, per uno scosso Kenma, era quanto possibile fosse tra le sue capacità.

«Do-Dovrei andare in classe,» farfugliò Kuroo, allontanandosi a passo veloce.

Il biondo non fece in tempo a salutarlo che l'altro sparì dietro l'angolo.



«E con questo concludiamo la lezione di oggi,» annunciò Kuroo, chiudendo il libro. Kenma alzò un sopracciglio come a criticare l'azione del ragazzo.

«Avrai sì e no letto due paragrafi; in che senso finiamo qui?»

«Be', oggi hai preso un ottimo voto: possiamo anche finire qui... E poi non ne ho proprio voglia.»

Il biondo gli lanciò un'occhiataccia.

«Non guardarmi così,» piagnucolò il corvino, ottenendo una smorfia divertita da parte di Kenma.

Stava per contestare le motivazioni dell'altro, quando un rumore all'esterno catturò la sua attenzione. Come un animale che avverte il pericolo, Kenma alzò il viso e osservò fuori dalla finestra. Aveva iniziato a piovigginare.

«Era un tuono, quello?» chiese Kuroo, sorpreso dall'attenzione che il biondo aveva dedicato all'ambiente circostante. Kenma non rispose, limitandosi a una smorfia infastidita.

«Non ti piacciono i temporali?»

«No.»

«Non ti piacciono i temporali?!» esclamò sorpreso.

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