Capitolo 21

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Ci Potrebbe Essere Una Cura?

La sveglia suona e mi penetra nelle orecchie, vorrei prenderla e lanciarla da qualche parte, ma dopo qualche minuto trovo la forza di alzarmi, come ogni giorno. Non so neanche dove la trovo questa forza di andare avanti.

Senza neanche rendermene conto sono già sull'autobus, ad occupare il posto accanto a me per Maya, ormai tutte le mattine è la solita storia, faccio le cose in automatico senza rendermene conto.

Ed ecco che arriva Maya, sempre sorridente ed allegra anche la mattina alle 7, ma come fa?

«Giorno» la mia voce esce rauca, dato che non ho detto una parola da quando mi sono alzata.

«Che bella giornata!» esclama Maya sedendosi accanto a me ed appoggiando la zaino tra i suoi piedi.

Mi schiarisco la voce «Mi spieghi dove trovi tutta questa allegria e positività?»

Ride come se avessi appena fatto una battuta, cosa che non mi pareva di aver detto «Se vuoi ti posso dare delle lezioni gratuite di positivismo».

Spero con tutto il cuore che sia uno scherzo! Lezioni di "positivismo"? Andiamo! «Oh no, grazie, risolverò questo mio problema da sola, grazie comunque dell'offerta» le sorrido e lei ricambia il gesto.

«Come vuoi ... Senti stavo pensando una cosa, anzi non solo una, ho un sacco di idee per la tua festa di compleanno che ormai è tra due settimane e vorrei la tua approvazione su qualcosa che vorresti, che ne dici?»

«Hai pensato alla mia festa nell'ultimo mese? Ma non dovevi, insomma, lo sai che non so nemmeno se lo voglio festeggiare ...» sospiro. Dopo tutto ciò che mi è successo e ciò che mi sta attualmente succedendo chi troverebbe il tempo o la voglia di festeggiare?

«Ci ho pensato costantemente!» urla felice con la sua vocetta stridula e stranamente dolce.

Costantemente? Non ha niente di meglio da fare che pensare ad organizzare la festa ad un'amica appena conosciuta?

«So che hai molto da fare ed ancora di più a cui pensare e quindi ho pensato che non ne avresti avuto voglia di organizzare niente, perciò eccomi qui in tuo soccorso, ho pensato di regalarti una giornata per non pensare a tutti i tuoi problemi e concentrarti per un po' solo su te stessa, pensavo che lo avresti apprezzato» mi sorride dolcemente. Come riesce a far sembrare questa sua ossessione così dolce e adorabile?

«Oh ... Grazie» dico il più dolcemente possibile e la abbraccio. «E' la cosa più carina che abbiano mai fatto per me» mi sciolgo dall'abbraccio e le sorrido. Questa è la prima persona da tanto tempo che finalmente posso chiamare amica.

«Allora, stavo dicendo, ho pensato al tema e dato che il tuo compleanno è il giorno di Halloween mi sembrava giusto vestirci tutti in costume e venire a casa tua per festeggiare. Portiamo noi da mangiare e i film horror da vedere, non ti preoccupare, sarà fantastico, ci divertiremo tantissimo» ho paura che la sua felicità sia contagiosa. «Ma ... ecco, mi stavo chiedendo, mi potresti dare i numeri di cellulare dei tuoi amici? Così posso chiamarli ed invitarli alla festa se vuoi» il suo sorriso svanisce lentamente mentre aspetta la mia risposta.

«Io ... Io non ho amici, ne avevo una, ma non so più se posso chiamarla amica» le confido tristemente. «Tu, Peter, Tom e Ruby siete i miei unici amici, non credo che ci sia nessun altro» faccio un respiro profondo. Mantieni il controllo, non pensare a Ross, non pensare, Hayley, non puoi lasciarti andare qui e adesso, no, trattieni quelle lacrime!

«Oh, io pensavo che volessi chiamare quel tuo compagno di classe Will, vi ho visti parlare a volte, magari anche quel tipo strano di cui mi hai chiesto informazioni il primo giorno di scuola, ti ricordi? Theo. Beh, sinceramente pensavo che volessi chiamare anche quel ragazzo che ti è venuto a prendere in moto a scuola qualche volta, Colin»

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