Capitolo 14

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La Fuga

«Cacciatori?» chiedo come se non avessi sentito, ma purtroppo credo di aver capito bene ...

«Hayley» i suoi occhi penetrano nei miei. Ha paura ... Sento l'odore della sua paura. Ma perché? Dovrebbe essergli già capitata una cosa del genere, dovrebbe sapere cosa fare. Poi realizzo che ha paura per me. «Penso che dovremmo iniziare la prossima sezione di allenamento un po' in anticipo». Come fa a trovare il tempo per il sarcasmo in una situazione del genere!? «Te la senti di trasformarti completamente in lupo?» mi guarda insicuro.

«Stai scherzando!» lo guardo scioccata.

«Sì, scusa, hai ragione. Pessima idea» dice passandosi una mano tra i capelli ancora umidi. Scommetto che nella sua testa stanno vorticando un sacco di idee per salvarci da questa situazione, ma non sembra averne trovata una adatta.

«Theo ...» inizio, mi sto facendo prendere dal panico e sento il battito accelerare «Si avvicinano velocemente. Riesco a distinguere due diversi odori. Anche se ... Uno mi sembra familiare, come di una persona che conosco, come se ci avessi passato del tempo insieme» Mi blocco. No. Non può essere.

Inspiro a fondo e riconosco subito quell'odore. La vocina che sento dentro di me sussurra Colin.

«È Colin Jones» informo Theo. «Bell'intuizione, ragazza. Anche se c'era da aspettarselo. È uno dei pochi che ha il fegato di addentrarsi nel bosco al calar del sole» parla come se non mi vedesse, la sua voce è piatta e sembra priva di emozioni. I suoi occhi stanno guardano attentamente, ma stranamente velocemente, tutto ciò che ci circonda, come se esaminasse ogni via di fuga, se pensasse ai movimenti da fare, calcolare il tempo di stacco, cercare di non essere visti o sentiti e pensare a dove potrebbero esserci delle trappole.

«Seguimi e cerca di non lasciare molte impronte sul terreno» dice mentre inizia a correre verso la parte più fitta del bosco. Faccio come mi ha detto, anche se non è affatto facile.

«Perché stiamo andando da questa parte? La città è dalla parte opposta» protesto, ma Theo fa finta di non sentirmi. So che può sentirmi benissimo e mi dà noia il fatto che non mi dica ciò che gli passa per la testa. Decido che è meglio che mi tappi la bocca, probabilmente in questo momento mi sta odiando perché lo sto rallentando, se fosse stato solo non avrebbe avuto problemi a trasformarsi e scappare via, ma qui ci sono io a mettere in pericolo la sua vita, oltre alla mia.

Lo sento sussurrare qualcosa «Sono veloci, troppo veloci. Ci troveranno. Dobbiamo essere più furbi di loro. Pensa, accidenti Theo, pensa». Mi sento così stupida e inutile, un peso morto.

«E se li attaccassimo? Siamo più forti di loro» butto lì un'opzione. Vedo Theo girarsi mentre corre e mi rivolge un'occhiataccia. «Non hai idea di che armi hanno, possono ucciderti prima ancora che tu abbia il tempo di avvicinarti a loro» dice con tono grave «E comunque non penso che tu abbia voglia di far fuori quel tipo, Cotton» dice quasi con sarcasmo.

«Si chiama Colin» lo correggo, anche se so benissimo che ha sbagliato il suo nome di proposito. Sento anche un odore diverso provenire da Theo, la mai vocina mi suggerisce: gelosia.

Si ferma di colpo e gli vado addosso. Tossicchio per coprire l'imbarazzo. «Perché ci siamo fermati?» chiedo subito. Theo si china, prende un sasso dalle dimensioni di una pallina da golf e lo tira sopra un cumulo di foglie secche. Un forte suono metallico mi fa sobbalzare e le foglie si disperdono lì intorno. La velocità del movimento deve aver mosso l'aria e averle spostate. Davanti a noi adesso abbiamo una trappola metallica chiusa.

«Trappola a pressione, fantastico» hanno ricoperto il bosco di trappole. «Non è sicuro correre, dobbiamo fermarci, trovare un posto sicuro e aspettare che se ne vadano» Theo si gira intorno in cerca di un riparo.

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