Capitolo 6

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Riflessioni

Salgo le scale e arrivo davanti alla porta della classe. Busso ed entro. Spiego velocemente alla professoressa di biologia che sono stata trattenuta giù nell'ufficio del preside Smith. Lei non fa tante storie, aggiorna il registro e mi manda a sedere.

Cammino verso il banco vuoto accanto a Will e mi siedo, lasciando cadere lo zaino a terra.

Sono devastata.

«Stai bene?» mi sussurra Will. Io annuisco e mi perdo a guardare un punto nel vuoto.

Non ascolto neanche una parola della spiegazione. Non mi interessa. Sono troppo impegnata a pensare a Liv e a Theo.

La morte di Liv mi ha scosso nel profondo, non riesco a capire se mi trovo in uno dei miei incubi o è tutto reale. E poi ... perché Theo era così disponibile se nemmeno mi conosce? Beh, a quanto pare mi conosce, ma non avevamo mai parlato. Perché si è comportato così? Perché pensa che sia una sorta di leggenda che salverà "la sua specie"? Probabilmente era sotto effetto di stupefacenti perché non ho mai visto nessuno sparare così tante assurdità in così poco tempo. Però sapeva della morte dei miei genitori e sapeva di mia nonna. Poi quel tatuaggio sulla sua mano. Perché ha il tatuaggio di uno spicchio di luna calante sul dorso della mano?

Le sue parole mi frullano in testa e non posso fare niente per lasciarle fuori. Ha detto che mia nonna mi avrebbe dovuto spiegare qualcosa ... Ha detto delle strane cose riguardo a un gruppo di persone "di una specie diversa" guidate dalla "mia stirpe". Cosa vuol dire essere una Turner? Chi erano i miei genitori? Cosa mi nasconde mia nonna?

Non so perché, ma sento che posso fidarmi di lui, l'ho sentito dal primo istante che l'ho visto, l'ho sentito quando mi ha stretta a sé, l'ho sentito mentre mi parlava. Sentivo che mi stava dicendo la verità.
Perché dovrebbe mentirmi?

Devo parlargli, devo sapere. Mi deve dire tutto ciò che i miei genitori e mia nonna mi hanno nascosto da quando sono nata.
Ma sono davvero sicura di voler sapere tutta questa storia da lui?
Potrebbe cambiare la mia vita per sempre ...

La campanella suona e noi raccogliamo le nostre cose per andare al corso successivo. Will si affianca a me mentre camminiamo nel corridoio e mi sussurra «Ma sei sicura di stare bene? Non mi sembri molto in forma»

«Will» lo guardo «fidati di me, sto bene» dico cercando di controllare la mia voce.

«Ma cos'è successo? Perché sei entrata alla seconda ora?» chiede preoccupato.
«Will, ho detto di non preoccuparti, va tutto bene» spero di essere convincente, ma a quanto pare non lo sono perché Will continua a fare domande.

«Ma perché sei stata un'ora nell'ufficio del preside? Cosa voleva da te?» non riesce a smettere di parlare.
«Will, cosa devo fare per farti chiudere quella bocca?» dico ridendo.

«Beh, potresti dirmi, per esempio, che cosa è successo!» dice in modo serio.

Perché la prende così sul personale? Perché pensa che tutto ciò che riguarda me, riguardi anche lui?

«Non hai pensato, per esempio, che io non te ne volessi parlare?» dico seccata.

Will si ferma sconcertato. Gli ho risposto un po' freddamente, ma non pensavo che fosse così facile ferirlo.

La classe in cui devo andare è al piano superiore e lui deve scendere giù, ha una lezione in un laboratorio nel seminterrato.

«A domani, Will» lo saluto con la voce un po' più dolce, cercando di scusarmi per il tono che ho usato poco prima. Lui mi fa un cenno e scende velocemente le scale con i suoi libri in mano. Io sospiro e continuo a salire le scale.

***

Suona la campanella dell'intervallo ed esco dalla classe, dirigendomi verso il bar nel seminterrato.

Appena arrivo vedo Maya, Ruby, Peter e Tom seduti al solito tavolo. Liv non è tra loro. Sento come se un mattone mi fosse caduto sullo stomaco. Devo essere io a dirgli di Liv? No, non posso, non ce la farei.

Sono lontana dal tavolo ma riesco comunque a sentire le loro voci. Il mio udito continua a svilupparsi, adesso non solo sento le cose qualche secondo prima, ma sento anche i rumori in lontananza, come le voci delle persone a qualche metro da me, in una stanza affollata. Udito selettivo?

Mi faccio forza e mi avvicino al loro tavolo. «Ecco, è arrivata Hayley! Ora manca solo Liv all'appello!» dice Maya sorridendo. Mi si ferma il cuore solo a sentire pronunciare il suo nome.
«Hayley, perché non sei venuta stamattina qui al bar?» mi chiede Peter.
Cerco di sembrare naturale, ma non è facile. «Ehm, sono arrivata tardi a scuola e sono entrata alla seconda ora» spiego velocemente.

«E questo spiega perché non eri sull'autobus. Mi hai lasciata da sola per tutto il viaggio stamattina, un'ora completamente da sola!» mi rimprovera Maya.

«Scusa, mi sono svegliata tardi stamattina» cerco di accampare qualche scusa. Mi viene da ridere all'idea di Maya da sola sull'autobus che non può parlare con nessuno, dev'essere stato terribile per lei.

«Credo di sapere perché oggi Liv non è venuta a scuola» dichiara Ruby «Ieri, quando siamo uscite da scuola, mi ha detto di aver litigato con Steffy ed entrambe hanno "tirato fuori le unghie"» Ride.

Non c'è niente da ridere. Potrebbe essere stata Steffy? Una ragazza da sola non può fare tutto ciò a un'altra ragazza, come potrebbe essere poi in pace con sé stessa. Io credo che smetterei di vivere se dovessi mai fare una cosa del genere a qualcuno. Mi rendo conto dell'assurdità dei miei pensieri, sto ragionando per assurdo, non ucciderò mai nessuno in vita mia. Improvvisamente mi appaiono nella mente le immagini della maglia strappata di Liv e i graffi profondi che aveva. No, non può essere. Una ragazza non avrebbe la forza fisica per ferire così a morte qualcuno e nemmeno mettere in scena la situazione che mi sono ritrovata davanti agli occhi stamattina. Inscenare un attacco di animale così ben riuscito per nascondere le proprie tracce. Che razza di persona farebbe una cosa del genere?

«Credo che non la volesse affrontare subito il giorno successivo» conclude Ruby.
«Ma sai perché hanno litigato?» si interessa Tom.
«Non me l'ha detto» risponde Ruby secca. «Ha detto solo che aveva scoperto una cosa su Steffy, ma lei non voleva che si venisse a sapere» continua Ruby.
«Chissà che cosa era ...» sospira Maya «Ehi, ma tu non ascolti mai?»

Improvvisamente Maya mi riporta alla realtà, mi ero momentaneamente persa nella confusione dei miei pensieri.

«Allora ...» interviene Peter «Mangiamo qualcosa?»

«Scusate, io non ho proprio fame. E poi devo andare a prendere una cosa nel mio armadietto, ci vediamo all'uscita» mi alzo dal tavolo cercando di sorridere e poi mi allontano dal gruppo mentre tutti mi salutano.

Io distolgo lo sguardo da loro e vedo Theo in mezzo alla folla di ragazzi.

Sta parlando con dei suoi amici.

Devo andare da lui. Deve spiegarmi tutto.

Mi avvicino a lui, lo prendo per un braccio e lo porto in un angolo del bar.

«Noi due dobbiamo parlare» dico decisa «Adesso».

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