Mi diede la sua giacca di pelle nera, una volta entrambe fuori. Non appena la indossai il suo profumo mi invase le narici, mi stava leggermente più larga, era di una taglia più grande della mia.Adoravo mettere i vestiti più grandi della mia solita taglia; mio padre, la mia ragazza, i miei amici dicevano che mi facevano sembrare più tenera... ma mia madre diceva che sembravo solo più grassa. A me piaceva, mi piaceva sguazzare nelle giacche, nelle felpe e nelle maglie extra large.
Clarke mi guardò, mentre mi stringevo nella sua giacca nera. "Ti sta benissimo." disse sorridendo. "Sembra più una coperta di pelle sopra di te, ma sei lo stesso molto carina."
Sentii le mie guance diventare fuoco puro. "G-Grazie." balbettai.
Sfiorò le mie guance, poi si tirò indietro, come se le avessero bruciato la mano. Sembrava come se si fosse pentita di quel gesto, doveva mantenere il suo profilo da rapitrice seria, ma non ci stava riuscendo molto bene.
"Andiamo." disse alla fine.
Prese le chiavi della macchina e mi fece cenno di seguirla, prima di uscire dal motel, si fermò davanti alla porta della camera e mi guardò negli occhi.
"Non fare mosse azzardate." mi avvertì. "I passi che dovrai fare, la distanza che dovrai mantenere da me e tutti gli spostamenti al di fuori di questa porta te li ordinerò io. Quello che ti dico di fare dovrai farlo, se farai qualcosa che non ti ho ordinato io si torna sulla sedia."
Riuscì solamente ad annuire, senza distogliere lo sguardo dal suo; le mie dita si incrociarono involontariamente alle sue mentre mi trascinava alla sua macchina. Lasciò la presa solo per aprirmi la portiera.
"Sali." affermò.
La sua macchina era davvero spaziosa all'interno; era pulita, luminosa e profumata. L'unica cosa fuori posto era un termos, che era appoggiato sul cambio.
Non appena entrò anche lei, mise subito in moto e fece partire la radio: durante tutto il viaggio ascoltai le canzoni di un gruppo che, a quanto pareva, piaceva un sacco a Clarke. Era una musica davvero molto soft, sapeva di indie rock. Quel tipo di musica, con le luci del mattino, in un viaggio in macchina, era qualcosa di davvero spettacolare.
Fù bellissimo. Ero fissa a guardare fuori dalla finestra, con la musica ad alto volume.
Senza il suo permesso, mi azzardai addirittura ad alzarlo, lei mi guardò seria, poi sorrise.
"Ti piace 'Monster'?" scherzò.
"La adoro, è bellissima... di chi è?"
"Una cantante semi sconosciuta. Ruelle."
Spostai lo sguardo sul cielo colorato dalle luci del mattino e mi concentrai sulla canzone. La macchina andava ad alta velocità, gli alberi alla mia destra scorrevano rapidi e la strada era completamente deserta. Ero senza parole.
"Ora so come ci si sente ad essere infinito."
Lei mi guardò per qualche secondo, come se sapesse come mi stavo sentendo, e alla fine alzò ancora di un altro po' il volume.
Ad un certo punto, dal nulla, mi venne in mente di parlare del bacio; glielo avevo chiesto, e lei me lo aveva dato. Dovevo sapere se lo aveva fatto per compassione e perché glielo avevo chiesto oppure perché anche lei lo voleva. Dovevo assolutamente sapere se anche lei lo aveva desiderato come me...Però scacciai all'istante quel l'idea dalla testa e mi concentrai sulla musica, che accarezzava dolcemente le mie orecchie.
Dopo quasi 40 minuti arrivammo nei pressi di una piccola cittadina, Clarke parcheggiò davanti a una specie di bar.
"Scendi quando ti apro lo sportello."

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In The Dark
FanfictionLa giovane Lexa Woods, figlia del boss più potente di tutta New York e a capo della banda più ricercata, i Trikru. Clarke Griffin, cecchino esperto ed assassina, membro della banda rivale, che dovrà portare a termine un compito ed il più importante:...