Capitolo 26

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Non era più accanto a me.

Non era più davanti a me.

Non era più nei paraggi.

Era sparita.

La cercai con lo sguardo disperatamente, letteralmente ovunque; se n'era andata così, all'improvviso, ed io non me ne ero neanche accorta. Un ragazzo si avvicinò a me, dicendomi che c'erano dei vetri per terra e che dovevo stare attenta...io non lo ascoltai neanche. Quei vetri erano parte dei bicchieri che aveva preso Clarke.

Clarke. Dove cazzo era finita.

La cercai ovunque, cercando di riconoscerla su ogni volto che i miei occhi scrutavano ed in quel momento mi prese il panico. Iniziai a girare per tutta la discoteca, alla ricerca della mia ragazza. Ero stata una cogliona a ballare con quel ragazzo.

Sapevo che ci stava provando ma non pensavo che sarebbe arrivato fino a quel punto però anche lei non mi aveva lasciato spiegare: aveva visto l'attimo in cui lui aveva fatto la sua mossa, non aveva visto che lo avevo rifiutato per andare da lei.

Entrai in pista, letteralmente correndo. La cercai, e finalmente la vidi; aveva messo al muro il ragazzo che mi aveva toccato poco prima, e gli stava parlando.

Sembrava davvero incazzata.

Mi fiondai verso di loro e, non appena si accorse della mia presenza, lei si staccò da quel povero cristiano, lasciandolo respirare.

"Va a scoparti questo bambino."  sibilò tra i denti. "Visto che ci tieni." Non mi lasciò neanche il tempo per parlare che se ne andò, sparì nel corridoio da cui eravamo entrate.

Il ragazzo si girò verso di me, con lo sguardo terrorizzato e gli occhi spalancati. "Voi lesbiche siete pazze!"

Lo guardai con disprezzo. "Sta zitto, coglione!"  sputai.

Andai nella stessa direzione in cui era andata la bionda. Con le luci rosse era difficile orientarsi, e la musica non aiutava.

"Clarke!"  la chiamai, ma niente.

Non la vedevo da nessuna parte.

Continuai il corridoio finché non me la ritrovai davanti, seduta al bancone che beveva qualcosa di scuro in un bicchiere. Mi guardò con la coda dell'occhio.

"Già fatto? Ha fatto in fretta il pupo. Possiamo andare?"  borbottò lei, bevendo un altro sorso del liquido, probabilmente con un forte tasso alcolico.

"Smettila di essere gelosa, non ci ho fatto niente. Lasciami spiegare!"

Scosse la testa, continuando a bere.  "Spiegarmi cosa? A cosa stavi pensando mentre ci ballavi e ti strusciavi il tuo bel culetto su di lui? Ma per favore..."

"Clarke!"  urlai.  "Stavo ballando, lui si è avvicinato a me e basta. Non so perché gli sia girata e ci abbia provato con me così spudoratamente."

"Sei una bella ragazza... anch'io avrei fatto così."  mormorò, con le labbra sul vetro.

Sorrisi. Anche se era incazzata con me non riusciva ad esserlo per più di tanto.

"Vi ho visti molto vicini. Eri completamente su di lui, e la tua bocca era vicino al suo collo... Allora, dimmi un po', l'hai sentita la sua erezione o era troppo piccolo!?"

L'alcol la rendeva così acida e stronza...capì che se continuavo a parole non ce l'avrei mai fatta, non mi avrebbe mai ascoltato. Era troppo impegnata a ricordarmi che 'mi ero strusciata su quel ragazzo'.

Presi l'iniziativa; le strappai il bicchiere di mano, appoggiandolo con forza sul bancone, provocando un rumore forte e sordo. Quasi rischiai di romperlo tanto forte era stato quel gesto. Lei mi fulminò con le sue pupille visibilmente dilatate, incazzata nera.

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