Capitolo 18

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Durante il viaggio spostai diverse volte lo sguardo verso di lei; Clarke guardava fisso in avanti la strada e stava attenta alla guida, visto che stava andando molto veloce. Sicuramente aveva oltrepassato il limite di velocità, ma poco importava visto che non ci passava nessuno da lì.

Guidò furiosamente fino ad arrivare al motel, parcheggiò letteralmente a cavolo, fregandosene di mettere la macchina dritta o un minimo per bene. Frenò di scatto, scese dall'auto  e venne verso la mia portiera, la aprì, come se fosse impaziente di farmi uscire, e mi ordinò di scendere.

Io ubbidii ed ella, una volta scesa, prontamente mi prese il collo e chiuse con forza lo sportello, le mie gambe si avvinghiarono attorno ai suoi fianchi e le mie braccia al suo collo.

Aprì velocemente tutte le porte che le si pararono davanti e, non appena arrivammo alla nostra camera, mi buttò letteralmente sul letto. Sorpassò il suo letto, visto che c'erano oggetti pericolosi sparsi sul materasso, perciò andammo su quello nella mia stanza.

Lei rimase per un po' in piedi, mi guardò dall'alto verso il basso. Sicuramente si stava sentendo molto potente in quel momento; io ero distesa sul letto, appoggiata e tirata su sui gomiti, mentre la figura sensuale di Clarke incombeva su di me. Spostò i suoi occhi per tutto il mio corpo, guardandomi con una scintilla di desiderio nelle sue iridi, alla fine appoggiò un ginocchio sul letto, e iniziò a risalire il mio corpo, fino ad arrivare davanti al mio volto. Lasciò un lieve bacio sulla mascella, mozzandomi il fiato.

'Oh, Cristo!'

Il suo ventre era completamente a contatto con il mio, esercitando una piccola e lieve pressione, mentre il resto del corpo era distante pochi centimetri dal mio. Le sue mani erano di fianco alle mie braccia e le sue labbra vagavano in giro per il mio collo. I suoi baci caldi partirono dalla mascella e scesero fino alla clavicola.

Il suo respiro sulla mia pelle mi eccitò da impazzire, tanto che mi lasciai scappare un gemito leggero e affondai la mia mano destra nei suoi folti capelli, afferrandoli con forza. Questa volta si fiondò sulla tenera pelle del mio collo, mordendolo e succhiandolo, sempre nel solito punto; presto quel punto iniziò a formicolarmi e a bruciarmi. Percepii i capillari sotto pelle rompersi come vetri scaraventati per terra.

Mi stava marchiando!

Finita la sua opera d'arte, ci passò la lingua sopra come se fosse una firma, si mise a sedere sopra di me e la osservò per qualche secondo, io avevo il respiro visibilmente affannato nemmeno aversi corso una maratona.

Guardò il suo capolavoro mordendosi il labbro inferiore, con lo sguardo fiero, rimase seduta su di me, spostando lo sguardo diverse volte sul mio collo e sui miei occhi.

Era bellissima.

Mi azzardai ad alzare il braccio per toccarla, lei guardò la mia mano avvicinarsi al suo addome. Lentamente la poggiai lì, con timidezza; non feci in tempo a fare altro che si tolse la maglia. La mia mano si ritrovò appoggiata sulla sua pancia nuda, pelle contro pelle.

Spalancai leggermente la bocca, carezzando quel corpo tonico ma allo stesso tempo morbido e sinuoso. Alzai lo sguardo di poco e mi ritrovai a guardare il suo seno prosperoso, per poco non mi strozzai con la mia stessa saliva. Non mi ero mai sentita così a guardare una donna.

Lei afferrò la mia mano e la spostò sul suo seno, tenendola ferma lì, per poi piegarsi su di me e baciarmi dolcemente. Sentivo il suo cuore battere forte. Era una sensazione semplicemente meravigliosa, non era solo un sogno; lei era viva, era reale, sopra di me, attaccata alle mie labbra... solo per me. Le sue labbra erano premute sulle mie, lasciandomi ogni tanto riprendere fiato.

Lentamente la sua mano sfiorò il mio fianco, cercando di tirare su la maglietta, io mi lasciai guidare dall'istinto, mi staccai dalla bocca di Clarke e mi lasciai togliere l'indumento. Lo buttò distrattamente sul pavimento, e si fermò ad ammirare il mio corpo snello e tonico.

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