Non nego che in quel momento non fosse solo aumentata la tensione, ma anche l'eccitazione. Entrambe sembravamo quasi 'affaticate' da quella vicinanza, come se ci mancasse l'aria, avevamo bisogno entrambe di qualcosa. Le labbra di Clarke passarono a pochi millimetri dalle mie."Volevi parlare del bacio?" La sua voce roca era troppo per il mio povero cuore.
Deglutii con difficoltà. "S-Sì."
Le sue mani accarezzarono e strizzarono il mio corpo, per poi portarmi ancora di più a sé. I miei fianchi erano completamente a contatto con i suoi, mentre con il resto del busto cercavo di tenermi lontana. Una parte di me stava lottando per non far degenerare la situazione, anche se l'altra era impaziente e curiosa allo stesso tempo.
"E di cosa volevi parlare in particolare?" Il suo tono era sicuro, forte e imponente.
Anche se ero io quella più in alto in quel momento mi sentivo lo stesso, in un certo senso, sottomessa a lei. Mi sentii morire, letteralmente.
"Di quello che è successo in generale." risposi semplicemente, come se fosse ovvio.
Lei sorrise. "Quindi mi vuoi dire perché mi hai chiesto di baciarti?"
"No." affermai, quasi impaurita. "Voglio sapere perché tu lo hai fatto."
Sorrise ancora di più, ma questa volta come se stesse ridendo di me.
Mi stava prendendo in giro?
Avrei pagato qualsiasi cosa per capire a cosa stesse pensando.
"Lexa, Lexa, Lexa..." sussurrò sulle mie labbra. "Me lo hai chiesto, e io l'ho semplicemente fatto."
Non poteva essere solo quello, se no perché si stava comportando così. Mi aveva letteralmente sbattuto sul bancone, ed eravamo quasi sul punto di baciarci un'altra volta...
"Lexa.." mormorò seria. "Perché mi hai chiesto di farlo?"
Io non mi volevo arrendere, anzi, volevo assolutamente sentire la risposta che volevo sentirmi dire.
"Tu dimmi perché lo hai fatto." mi feci coraggio. "Potevi rifiutare... ma non lo hai fatto."
Questa volta fu lei a deglutire, ma non mi fermai lì. Non potevo. Non adesso.
"Un rapitore non dovrebbe comportarsi così. Dovevi tenermi legata, per giorni, senza farmi mangiare, senza farmi bere, picchiandomi se dicevo qualcosa di sbagliato..." Aveva capito dove volevo arrivare, ma io non le lasciai tregua. "E invece mi hai tolto la benda, slegata, mi hai nutrito, mi hai fatto dormire su un letto comodo e per lo più con te... e alla fine quando ti ho chiesto di baciarmi non hai esitato minimamente."
Ci furono diversi secondi di silenzio. Ebbi seriamente paura della sua parte stronza, che poteva saltar fuori da un momento all'altro e distruggermi definitivamente.
Guardò in basso, come per schiarirsi le idee, poi scosse la testa e si allontanò da me. Lasciò andare la presa dai miei fianchi, e io mi sentii incompleta, quasi come se fossi stata abbandonata da qualcuno a cui tenevo davvero.
Rimasi a bocca aperta, seduta sul bancone, cercando di riprendermi da quell'atmosfera ancora bollente. Non era facile smaltire tutte quelle emozioni nel giro di qualche secondo.
Clarke si era spostata a qualche metro da me, ebbi il coraggio di guardarla negli occhi... ma, subito dopo, me ne pentii amaramente. Involontariamente mi morsi il labbro inferiore; mi stava fissando, con un fuoco dentro i suoi occhi davvero impressionante. Le sue pupille erano visibilmente dilatate.
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In The Dark
FanfictionLa giovane Lexa Woods, figlia del boss più potente di tutta New York e a capo della banda più ricercata, i Trikru. Clarke Griffin, cecchino esperto ed assassina, membro della banda rivale, che dovrà portare a termine un compito ed il più importante:...