Improvvisamente sentì le sue braccia intorno ai suoi fianchi ed io mi ritrovai a sospirare, quasi rilassata."Scappare dove?"
"Non lo so... Devono ancora pagarmi per questo lavoretto, io non ho soldi." Sospirò, stressata.
"Cazzo, non me ne frega niente di dove potremmo andare, a me basta stare con te." La strinsi ancora più forte, appoggiando la testa sulla sua spalla, verso il suo collo.
Passammo l'intera giornata dentro la stanza, io sul letto e lei in piedi al cellulare. Aspettava con ansia un messaggio dal suo capo, alla fine messaggiò Murphy, ricevendo subito una risposta.
Lesse il messaggio ad alta voce, così da rendermi partecipe: " 'Abbiamo avvertito il signor Woods qualche minuto fa. Gli daremo qualche giorno per rispondere, visto che il messaggio ci mette sempre un po' prima di arrivargli. Se la risposta sarà negativa, sai cosa dovrai fare'. " Mi guardò dritta negli occhi, notando subito la paura nel mio sguardo. Serrò la mascella, sospirando pesantemente.
"Qui dobbiamo svagarci un po'..." pensò ad alta voce.
Cosa intendeva dire?
"Lexa, sei mai andata in discoteca?"
Spalancai gli occhi; eravamo entrambe in pericolo, soprattutto io che ero sospesa tra la vita e la morte, e lei pensava a ballare?
Dovevo avere sicuramente una faccia più che interrogativa, perché lei scoppiò a ridere: "Ho detto che dobbiamo distrarci un po', e io l'ho sempre fatto ballando e bevendo in discoteca... Allora tesoro, ti va?"
Mi prese per i fianchi, facendoli muovere a destra e a sinistra.
"Vorrei tanto veder muovere questo bel culetto." scherzò, sussurrando al mio orecchio.Io arrossii, sorridendo.
Continuò ad accarezzarmi e a palparmi, fissando intensamente il mio corpo, mi lasciai scappare un paio di mugolii, che le fecero leggermente perdere la testa.
"Mmh... si può fare." risposi, accontentandola.
"Evvai!" mormorò con la sua solita voce roca e piena di desiderio. "Adesso ti prego, andiamo a letto... È una settimana che non rinnovo i miei marchi." Disse riferendosi al succhiotto che mi aveva fatto la prima volta che lo avevamo fatto e che stava scomparendo.
Mi morsi il labbro. "Clarke...ho fame."
"Anch'io ho fame di te." mi rispose, iniziando a lasciarmi sublimi ed umidi baci sul collo.
"Sì, okay, ma io di cibo." ridacchiai. "Abbiamo saltato il pranzo per aspettare quel fottuto messaggio dal tuo capo, che poi è arrivato dal tuo collega ma futili dettagli."
Lei scoppiò a ridere. "Uff." sbuffò, "Va bene, per questa volta la passi liscia." Mi lasciò i fianchi, continuando sempre a sorridere. "Andiamo a cenare in un ristorante carino e poi andiamo a ballare però."
Mi accontentai, e le risposi baciandola dolcemente.
Invece di lasciarmi andare in bagno per sistemarmi, mi afferrò il polso, portandomi vicina a sé. Le sue labbra sfiorarono il lobo del mio orecchio. "Però dovrai cambiarti, devi essere carina... Voglio che chiunque ci veda sia geloso di quello che posseggo."
Mi vennero i brividi, letteralmente.
Sorrisi e mi morsi il labbro. "Sì, Clarke." mormorai a bassa voce.
"Ho lavato, pulito e stirato quella tenera gonna nera e quella maglia della Stussy con cui ti ho vista la prima volta... Risalta molto le tue forme, e penso sia perfetta."

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In The Dark
FanfictionLa giovane Lexa Woods, figlia del boss più potente di tutta New York e a capo della banda più ricercata, i Trikru. Clarke Griffin, cecchino esperto ed assassina, membro della banda rivale, che dovrà portare a termine un compito ed il più importante:...