Capitolo 32

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Quando la cameriera arrivò col mio piatto mi venne un'idea, anche se un po' malsana.

"Ecco a lei!"  disse, porgendomi, insieme al mio hamburger, un ampio sorriso.

Io ricambiai e, prima che se ne potesse andare, la fermai.  "Ehi, ciao, scusa ma..."  balbettai leggermente imbarazzata.  "A che ora finisci il turno?"

Lei si spostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio, ridacchiando tra sé e sé.  "Tra un'oretta, perché"

Sembravo una che ci stava provando seriamente e spudoratamente e me ne stavo imbarazzando davvero tanto.

"Pensavo di andare a divertirmi stasera, sto viaggiando ininterrottamente da due giorni ormai e volevo rilassarmi per almeno qualche ora... così pensavo di andare, magari, a bere o a ballare, solo che non ci volevo andare da sola."  Riuscì a dire senza diventare rossa come un pomodoro.  "Perciò, beh, ti va?"

La sua risatina echeggiò ancora una volta nel piccolo 'ristorantino' in cui ci trovavamo da sole.  "okay, va bene. Mi aspetti all'uscita? conosco molti posti carini per una come te."

Annuì , sorpresa dalla sua risposta e dalla sua reazione. Sentì una forte sensazione di sollievo, e iniziai a mangiare la mia cena; me la presi comoda, e dopo una quarantina di minuti andai a pagare.

Il tipo alla cassa non mi sembrava tanto sveglio, però non appena mi scrutò mi fece un cenno con la testa. "La cena la offre la casa."

Non poteva andarmi meglio di così.

Uscii dalla tavola calda, e aspettai la tipa seduta su un muretto poco più avanti dell'entrata; passarono i minuti, e per poco non mi addormentai.A  svegliarmi fu il suono di un cellulare, quello usa e getta che mi aveva dato Clarke.

Vibrò un paio di volte nella mia tasca, e poi si ammutolì; rimasi per qualche attimo in silenzio, il tempo di realizzare la cosa. Lo afferrai, un po' impacciata e disperata, incredibilmente incredula.

Era lei, che mi aveva messaggiato!

"Piccola, il tuo piano ha funzionato! Dimmi dove sei e vedo come arrivare impiegando il minor tempo possibile. Io sono a New York Sud, molto lontana da dove eravamo fino a un paio di giorni fa. Sicuramente sarai andata a nord, dimmi di preciso dove sei."  Lessi ad alta voce. Subito dopo ne arrivò un secondo. "Non vedo l'ora di rivederti, devo raccontarti un sacco di cose."

Tutta sorridente le scrissi l'indirizzo del mio hotel e il numero della stanza, dopopochi minuti la sua risposta.

"Sarò lì da te in 4/5 ore minimo. Riposati, sarò presto da te."

Sospirai profondamente.

Era tutto finito. Avevamo vinto!

Doveva solo raggiungermi e saremmo potute scappare via, da qualche parte, il più lontano dai nostri passati. Il passato non doveva venire con noi. Volevamo cominciare una nuova vita, in un nuovo stato, in un nuovo paese, in una nuova città.

Solo io e lei... e dopo quel messaggio, credevo davvero che saremmo riuscite a farlo.

Lasciai vagare i miei pensieri; dovevo festeggiare, lasciarmi andare, e non vedevo l'ora di andarci con la mia 'nuova amica'.

Quando la cameriera uscì, vestita con una camicia attillata e degli skinny jeans, per poco non la riconobbi.

"Allora, io mi chiamo Sarah, tu?"

"L-Lexa."  le strinsi la mano.

"Okay, Lexa, pronta per essere la mia amica di una notte?"  scherzò lei.

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