"T-Tu -" mormorai, prima che mi interrompesse ancora una volta."Ssh. Dormi."
Con quel tono di voce dolce e affettuoso non sembrava neanche lei. Era quasi un'altra persona. La sua voce era roca, leggermente impastata per colpa del sonno. Io sospirai e mi accoccolai in quello che era il materasso più comodo dell'intero universo.
Mi sembrò una vita che non toccavo un letto così comodo, sembrava addirittura meglio di quello super-costoso che avevo nella mia villa a New York, che mio padre aveva comprato dall'estero. Il mio corpo stava finalmente bene dopo giorni di tortura su quella stupida sedia.
Mi stavo finalmente appoggiando su qualcosa che non era freddo, rigido e scomodo.
"Grazie." sussurrai, cercando di guardarla negli occhi, anche se eravamo entrambe circondate dall'oscurità. Riuscì a scorgere i suoi denti bianchi nel buio, e i suoi occhi azzurri illuminati dalla luna.
Mi sentivo come se stessi sognando: era bellissima. Non poteva essere reale, i miei occhi stavano guardando la cosa più meravigliosa di questo universo. Era nella più completa oscurità, illuminata solo per poco dalla luce della luna che entrava dalla finestra. Il suo sorriso era splendido, era un sogno ad occhi aperti. Ero stanca morta, ma riuscì a sorriderle comunque.
Non riuscì a smettere di guardarla fino a che la stanchezza prese il sopravvento.
"Buonanotte." sussurrò lei assonnata, con la testa appoggiata sulle braccia sulla scomoda spalliera della sedia "Chiudi gli occhi."
Io feci come mi disse, quasi involontariamente, e mi addormentai in meno di un attimo. Finalmente, dopo giorni, riuscì a dormire per circa sei ore filate.
La mia mente era così rilassata che non partorì neanche un incubo, i miei muscoli si rilassarono, il mio battito cardiaco restò uguale per tutte le ore di sonno e la mia attività cerebrale mi regalò solo sogni, che il mattino seguente non ricordai.
Quando mi svegliai, il sole entrava dalla finestra e illuminava quasi tutta la camera. Clarke era ancora sulla sedia, sveglia, che mi sorvegliava.
"Buongiorno." mormorò lei.
"Giorno." sussurrai, affondando ancora di più la testa nel cuscino.
"Ti dò altri dieci minuti per stare sul letto. Poi ti dò la possibilità di andare in bagno, tre minuti, e torni subito qui." spiegò lei "Devi tornare sulla sedia."
Io mugolai qualcosa di incomprensibile all'orecchio umano.
'È stato bello finché è durato' pensai.
Provai per gli ultimi dieci minuti la morbidezza del materasso divino, per poi alzarmi, molto lentamente, e scendere. Clarke si alzò in piedi, mi squadrò da capo a piedi e mi accompagnò alla porta del bagno, prima di farmi entrare, mi afferrò per il braccio.
Si avvicinò al mio orecchio, solleticandomelo con il suo respiro. "Fai un'altra cazzata e non dormirai mai più." sibilò fredda.
Io riuscì solamente ad annuire, impaurita come non mai. "Sì, signora."
Dopo essere andata in bagno, mi avviai verso la sedia.
"Aspetta!" mi fermò Clarke.
Mi girai verso di lei, sperando che non mi volesse più legare.
'Forse ha cambiato idea' pregai nella mia testa.
Clarke aveva una bottiglia in mano, e me la porse. "Bevi da sola." disse "Non ho voglia di aiutarti stamattina. Prima ti faccio bere e poi ti lego."

STAI LEGGENDO
In The Dark
FanfictionLa giovane Lexa Woods, figlia del boss più potente di tutta New York e a capo della banda più ricercata, i Trikru. Clarke Griffin, cecchino esperto ed assassina, membro della banda rivale, che dovrà portare a termine un compito ed il più importante:...