Capitolo 21

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Ci crogiolammo a lungo dentro la vasca, io sopra di lei, che mi abbracciava e mi accarezzava il corpo teneramente. Mi lasciò diversi baci sul collo e sulla testa, facendomi sentire sempre più amata.

"È incredibile."  disse tutto d'un tratto.

"Cosa?"  le chiesi.

"Come possa colpire l'amore... Io mi sono innamorata alla follia della ragazza che dovevo sequestrare e uccidere non appena mi fosse stato chiesto."

Accarezzai dolcemente il suo braccio.  "Te ne stai pentendo?"  domandai, con tono insicuro.

Mi girò con molta facilità, facendomi ritrovare a pochi centimetri dal suo volto.  "Sai cosa, Lexa?"

Mi vennero i brividi, ma non di piacere, di paura: quella frase, quel suo tono... mi fece impaurire.  "C-Cosa?"

Mi guardò dritto negli occhi, avvicinandosi di poco.  "Io rifarei tutto questo una seconda volta, e non me ne pentirei mai. Mai e poi mai."  affermò.  "Se dovessi tornare indietro e dovessi decidere di nuovo di lavorare a questo rapimento accetterei ancora e ancora..."

Sorrisi, incantata dalle sue parole, e mi lasciai baciare. Senza che neanche me ne accorgessi, Clarke era già fuori dalla vasca, si alzò ed uscì, coprendosi subito. Non avevo ancora visto il suo corpo per bene... e io morivo dalla voglia di farlo. Volevo vederla come lei aveva visto me.

"Puoi stare nella vasca quanto ti pare."  mi avvisò lei, asciugandosi.

"Esco tra poco anch'io... preferivo quando qui c'eri anche tu."  mugolai.

Lei sorrise, piegandosi davanti a me e baciandomi sulla fronte.  "Allora ti aspetto di là."

Subito dopo lasciò la stanza, io mi sciacquai dagli ultimi residui di bagnoschiuma ed infine uscii, presi il primo asciugamano che mi passò sotto mano e mi asciugai. Solo dopo mi accorsi che non avevo vestiti da mettere in quel momento, e che l'asciugamano non mi copriva abbastanza.

Sospirai, provando a coprirmi il più possibile, e tornai in camera, andai dove avevamo buttato i vestiti per terra, cercandoli in giro per il pavimento. Mi fermai non appena, davanti a me, apparì una Clarke Griffin  seduta sul letto, con solo un paio di jeans neri attillati e strappati addosso, in mano aveva il cellulare, sembrava preoccupata, ma era incredibilmente sexy lo stesso. I capelli erano leggermente scompigliati e i suoi occhi erano fissi sul dispositivo elettronico, con una mano teneva il cellulare, mentre con l'altra giocava col suo labbro inferiore.

Non appena si accorse della mia presenza appoggiò il cellulare sul letto, si alzò e venne verso di me. Mi prese le guance e mi sorrise.

"Stai cercando di nasconderti con questo microscopico asciugamano?"  ridacchiò.

"Io ci ho provato."  scherzai anch'io.

Fece sfiorare i nostri nasi, e cercò di afferrare le mie mani, per distrarle dalla presa che teneva sul mio corpo il lembo di cotone bianco, riuscì ad incrociare le sue dita con le mie e mi baciò, facendo contemporaneamente cadere l'asciugamano ai miei piedi.

"Ho desiderato così tanto farlo..."

"Cosa?"

"Baciarti."  sorrise.  "E adesso posso farlo quanto mi pare."  Mi prese i fianchi e mi portò a sé, facendo appoggiare il mio ventre nudo col suo coperto dai pantaloni.  "Finalmente, cazzo."  sussurrò.

Era come se avesse appena realizzato tutto quello che avevamo appena fatto. Forse era successo tutto troppo in fretta.

"Dove sono i miei vestiti?"  domandai.

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