"È Una Promessa" • Capitolo 42

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⚠️TW: suicide

[CHANGBIN'S POV]

La tensione è alle stelle, non desidero nulla più di rivedere quel ragazzo, ma cazzo, non so se mi spaventerebbe di più trovarlo morto oppure scoprire che mi ha mentito approfittandosi di me...
Dio, perché, perché l'ho fatto?

Salgo le scale del palazzo, proprio quello che mi aveva descritto un passante: per strada ho chiesto ad un po' di persone informazioni su dove abitasse Lee Yongbok, in pochi lo conoscevano, e tra quei pochi, meno ancora ricordavano il suo indirizzo.

Fortunatamente io e Felix durante il programma ci eravamo presentati per bene, e sapevo abitasse in un paesino con poca popolazione quindi trovarlo è stato piuttosto semplice.

In ogni piano controllo ogni singolo cognome inciso sul campanello, e non appena leggo "Lee" busso incessantemente. Dall'altro lato della porta, il silenzio più totale, il nulla assoluto. Nessuna reazione, niente di niente. Il mio battito cardiaco accelera sempre di più, mi sento quasi il cuore in gola e a malapena mi reggo in piedi. Comincio a bussare con i pugni alla porta, e son quasi tentato a sfondarla quando mi rendo conto che ad ogni pugno si apre sempre di più.

Ma quindi è aperta?! Era solamente socchiusa o forse è rotta, non lo so, però è aperta, non so se volontariamente o no. Entro in camera tenendo un passo calmo, infondo non so se ci siano genitori o altri parenti, in tal caso non vorrei vedessero uno sconosciuto correre in casa loro e d'altra parte, non credo li compiaccia che il loro figlio sia un aspirante suicida.

Camminando per il corridoio mi rendo conto che la casa è vuota, o quasi... D'improvviso mi coglie un pianto, proveniente da fuori al balcone. Non un pianto qualsiasi, un pianto disperato e bisognoso. Seguo il suono e mi ritrovo fuori ad un balcone collegato ad una stanza che pare esser quella di Felix.
Appena guardo con attenzione lo spazio del balcone trovo il mio bimbo ragnicchiato nell'angolo, a piangere senza interruzione, con una sigaretta tra le dita, ed ogni arto che trema.

«Felix, è tutto ok, sono qui, tranquillo» dico accovacciandomi verso di lui e tenendogli le mani. Il ragazzo alza la testa dalle sue ginocchia intrise di lacrime e quando mi adocchia balbetta «C-changbin, s-scusa se ti ho fatto preoccupare, n-non ho le palle di buttarmi giù, t-ti giuro che ci ho provato. S-scusa se per colpa mia hai abbandonato lo show, sono uno stronz-» interrompo:

«Zitto e baciami» comando.

Il ragazzo si scaraventa sul mio volto, mordicchia e succhia le mie labbra come solo lui ha sempre saputo fare. Le sue mani, ancora tremanti, mi tengono stretto vicino a lui. «N-n-non andartene più ti prego, senza di te non riesco a vivere» singhiozza riprendendo immediatamente il bacio.
«Non me ne andrò piccolino, te lo prometto, ma ora stai prendendo freddo qui fuori, entra dentro», lo sollevo da terra tenendolo per i fianchi per fargli mantenere l'equilibrio, butto via la sigaretta che aveva in mano, e lo riporto in casa.

Lo avvolgo in calde coperte mentre la vasca si riempie di acqua bollente, gli preparo una bevanda calda, e gli asciugo i capelli mentre chiarisco la situazione. Non voglio farlo sentire in colpa per ciò che ha tentato di fare, non voglio fargli pesare qualcosa che per lui pesa già troppo, gli parlerò di altro ma solo dopo aver premesso una cosa: «Mi prometti di dirmi sempre il tuo umore?».
«Te lo prometto, su noi due, davvero» giura senza esitare.

Appena pronta la vasca aiuto il ragazzo a spogliarsi ed ad immergersi dentro, entro anch'io, e lo aiuto a rilassarsi massaggiandogli le spalle, dandogli piccoli bacetti sul collo, insaponando il suo corpo con le mani così da non irritare la sua tenera pelle. Per un poco mi poggio sul suo petto chiudendo gli occhi e sospirando sollievo per avere ancora il ragazzo che amo al mio fianco.

Mi turba poi un pensiero e subito esprimo:
«Piccolo, io non sono nessuno per impedirti di porre fine alle tue sofferenze, se un giorno starai troppo male e ti sentirai di cedere fammi uno squillo che voglio morire con te...»

«Io mi auguro solamente che quando moriremo insieme sarà per vecchiaia, su un divano dell'ospizio mentre ci coccoliamo guardando l'episodio in cui ci siamo fidanzati...» risponde stringendomi.

Cursed Reality | taegyuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora