11 - Prime supposizioni - 11

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La porta dell'ufficio venne aperta e sbucò Randy. Lo sceriffo, una donna sorprendentemente giovane per quel ruolo, si trovava proprio accanto a lui.

I suoi capelli rosso scuro facevano contrasto con i suoi occhi celesti. La targhetta che aveva sulla divisa leggeva il nome di Diana Shivers.

Hallie e Lonny si alzarono dalle proprie sedie, raggiungendoli. Era presente un'aria di tensione che tra Randy e Diana pareva essere inesistente.

"Ho parlato con il signor Meeks e insieme abbiamo deciso di darvi una guardia che vi sorveglierà giorno e notte. Più di questo non possiamo fare" Spiegò lo sceriffo, tenendo Randy sottobraccio per aiutarlo a stare in piedi.

"Quindi adesso siamo reclusi in casa?" Domandò bruscamente Lonny.

"Non ho detto questo, anzi. Tuttavia vi consiglio di evitare di allontanarvi dalla residenza dei Prescott il più possibile. Spero che possiate capire."

"Capire cosa? Siamo sotto scorta, c'è il rischio che un maniaco possa farci a pezzi da un momento all'altro e io sono già stanco di tutta questa storia. Hallie, prepariamo le valigie e andiamocene da questa cittadina."

Lonny fece per raggiungere l'uscita quando sua moglie lo fermò: "Io resto. Se tu e Liam volete andarvene va bene, non vi costringerò a restare. Ma sappi che io non mi muoverò da qui finché quel bastardo non sarà morto e sepolto."

Lonny avvampò e le sue guance assunsero un colorito rosso peperone. Hallie lo aveva messo in imbarazzo davanti a tutti e adesso lo stava guardando con quello sguardo di superiorità che tanto odiava.

La raggiunse, afferrandola per un braccio e allontanandosi da Randy e lo sceriffo. Il corridoio era vuoto e Lonny era ben deciso a non dare alcuno spettacolo.

"Ma chi diavolo ti credi di essere, Superman?" Sbottò, mantenendo comunque un tono di voce basso "Non sei invincibile. Sei un essere umano come tutti gli altri e hai le tue debolezze. E se ti succede qualcosa? Qualcosa di molto brutto? Lasceresti me e Liam da soli."

Hallie cercò di reprimere i sensi di colpa che stava provando in quel momento e lo guardò dritto negli occhi: "Lo sai che non succederà. Ci sono già passata."

"Ma questa volta è diverso. Sidney non c'è più ad aiutarti, ricordi? Ci sei soltanto tu e Randy ci ha quasi lasciato le penne. Fidati di me per una volta e svignamocela."

"Lonny..." gli prese il viso tra le mani, gli occhi lucidi e la voce rotta "... io ti amo. Dico sul serio. Sei l'unico uomo che io abbia mai amato in tutta la mia vita. Ma non posso rinunciare ad aiutare gli altri, è il mio compito."

"No, invece!" Le lacrime stavano rigando le guance di Lonny ed Hallie si affrettava ad asciugarle "Il tuo compito è stare con me. Con tuo figlio. Non dimenticarti di lui, ti scongiuro."

Si guardarono negli occhi per interminabili secondi. Secondi in cui una valanga di emozioni stavano mentalmente distruggendo entrambi, facendoli sentire deboli e impotenti.

Hallie non poté fare a meno di stringere il marito in un forte abbraccio, il quale scoppiò a piangere sulla sua spalla. Lei, invece, decise di tenersi tutto dentro e trattenne le lacrime.

La porta della stazione si aprì e fece il suo ingresso Jim. La prima cosa che fece non appena vide Randy seduto su una sedia con svariati lividi sul viso fu corrergli incontro e assicurarsi che stesse bene, successivamente si sedette accanto a lui.

"Ma che cosa è successo? Ho sentito il notiziario e sono venuto il prima possibile. Ti ha ferito?" Jim parlava come un razzo, senza prendere fiato.

"Mi ha pugnalato alla gamba ma nulla di serio. Jim, ascoltami bene; c'è una cosa che devo dirti" Doveva farlo. La verità non poteva continuare ad essere nascosta.

Scream - Non fidarti di nessunoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora