3 - Mi dispiace tanto - 3

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Troy raccolse la pistola da sotto il sedile del passeggero e fece un respiro profondo. Non sarebbe rimasto in quell'auto ad aspettare il ritorno dello sconosciuto.

In quel momento, Troy si rese conto di quanto fosse stato stupido soltanto ad aver preso in considerazione l'idea di togliersi la vita con le sue stesse mani. Non aveva mai realizzato quanto fosse fortunato ad essere in vita, prima d'ora. Era stato uno stupido.

Aprì la portiera e fece la sua uscita dall'auto. Si guardò attentamente intorno, la pistola ben stretta nella mano, il dito indice sempre più vicino al grilletto. Non sembrava esserci nessuno.

Si voltò e l'unica cosa che fece fu correre. Correre fino a non sentire più le gambe. Correre fino ad avere il fiato corto. Correre fino a raggiungere la salvezza. In quel momento, Troy avrebbe potuto vincere una gara olimpica.

Un sorriso iniziò a farsi largo sul suo volto non appena notò la distanza fra lui e il cinema diminuire sempre di più. Lì dentro erano presenti centinaia di persone che avrebbero potuto aiutarlo. L'incubo stava finalmente per finire.

Troy si fermò di fronte all'ingresso del cinema, il respiro affannoso e il cuore che batteva all'impazzata nel suo petto. La porta era proprio lì, davanti a sé, e a momenti neanche lui riusciva a crederci.

Avvicinò una mano alla maniglia e la abbassò, aprendo la porta. Venne investito dall'odore di popcorn e Coca-Cola; riusciva a sentire chiaramente la colonna sonora di Squartati - Venticinque anni dopo che stava venendo proiettato qualche sala più avanti.

Ma prima che potesse mettere piede all'interno dell'edificio, Troy venne gettato violentemente a terra. La porta d'ingresso si richiuse e davanti ad essa si piazzò lui. Non si era arreso. Voleva soltanto osservare la sua vittima credere che avesse qualche sorta di speranza.

Troy cercò la sua pistola con la mano finché non si rese conto che l'aveva già raccolta lo sconosciuto. Era disarmato. Non poteva fare niente. Le sue mosse di karate non erano nulla in confronto ad una pistola e un pugnale.

Cercò di rialzarsi ma il fantasma sparò un colpo. Il proiettile trafisse la gamba di Troy che iniziò a sanguinare copiosamente, macchiando il pavimento di rosso. L'uomo non riuscì a trattenere un grido di dolore.

Quando Troy iniziò a gattonare verso il retro del cinema, lo sconosciuto non si mosse. Anzi, gettò la pistola a terra e restò a fissarlo mentre gattonava via, sparendo dietro l'angolo del muro.

Forse aveva deciso di risparmiarlo. Forse lo sparo alla gamba gli era bastato. O almeno così sperava Troy. Ma che cosa gli sarebbe successo adesso? Avrebbe dovuto camminare con le stampelle? Avrebbe perso la gamba?

Raggiunse una porta e allungò una mano per abbassare la maniglia, aprendola. Entrò nella stanza che si scoprì essere uno stretto e buio ripostiglio ricolmo di detersivi, scope e scaffali. Richiuse la porta alle sue spalle, nonostante non potesse chiuderla a chiave.

Si ritrovò schiena al muro e, come si suol dire, tutta la sua vita gli passò davanti: il funerale di suo padre, quella volta che sua madre era così ubriaca che lo riempì di calci e la scoperta che suo fratello, il suo fratellone, aveva ucciso delle persone.

Un ronzio nella tasca dei pantaloni lo distrasse e si ricordò di avere il cellulare a portata di mano. Lo afferrò in fretta e furia e controllò lo schermo. Le lacrime minacciarono di rigargli nuovamente il volto non appena vide chi era che lo stava telefonando.

Rispose, sforzandosi inutilmente di trattenere i singhiozzi: "Pronto, Jim..."

"Ehi, Troy, ciao, ehm... scusa se ti chiamo a quest'ora, so che sei impegnato. Ma io credo di doverti delle scuse."

E in quel momento il mondo intero di Troy cadde a pezzi e gli occhi iniziarono a bruciargli dalle lacrime. Ormai era diventato impossibile anche trattenere i singhiozzi e non ci volle molto prima che Jim se ne accorgesse.

"Troy, stai bene? Che cosa è successo? Se è per quello che ti ho detto prima, sappi che non lo penso davvero. Sei il ragazzo migliore con cui io sia mai stato, credimi. Ti amo, okay? Niente potrà cambiarlo."

"Jim... Jim, mi dispiace tanto..." Faticava anche a formulare frasi di senso compiuto "Non sono stato un buon fidanzato e me ne pento... vorrei poterti dire queste cose di persona ma non posso..."

"Mi stai spaventando. Che sta succedendo, hai litigato di nuovo con Hallie? Lo sai com'è fatta lei, se la prende per tutto. È inutile farne una tragedia."

"No... no, non è questo. Jim, io non so se potrò mai vederti di nuovo..." Jim cercò di interromperlo ma lui lo fermò "ti prego, ascoltami. Voglio che tu dica ad Hallie che le voglio bene e che è stata una delle persone migliori che io abbia mai conosciuto..."

"Troy, io non capisco. Perché stai dicendo queste cose inquietanti? Sei in pericolo? Per favore, dammi una risposta. Fammi capire che cosa sta succedendo."

"Promettimi che glielo dirai, va bene? Adesso devo andare... io... ti amo."

Jim cercò di ribattere ma Troy riattaccò senza pensarci due volte. Gettò il telefono sul pavimento sporco e polveroso, perdendo completamente le speranze.

Ormai anche telefonare la polizia sarebbe stato inutile; non sarebbero mai potuti arrivare in tempo. Doveva soltanto accettare che la sua vita era finita. E che aveva sentito la voce di Hallie per l'ultima volta a causa di un litigio.

Venne abbagliato dai raggi della luna non appena la porta del ripostiglio venne aperta lentamente. Il fantasma era proprio davanti a lui, il pugnale ben saldo nella mano.

Troy non urlò. Non ci provò neanche. Si sentiva troppo debole anche soltanto per respirare regolarmente mentre la ferita alla gamba perdeva sempre più sangue. Non c'era più nulla che potesse fare.

Lo sconosciuto si avvicinò a lui, a passo lento. Poteva prendersi tutto il tempo che voleva, Troy non si sarebbe mosso da lì comunque. Si era completamente abbandonato al suo destino.

Aveva sempre sentito dire che le persone, negli ultimi attimi prima di morire, venivano accecati da una forte e confortante luce bianca. Ma Troy non vide nulla. Troy vide soltanto l'oscurità.

Scream - Non fidarti di nessunoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora