15 - Desiderio di vendetta - 15

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Ignare della tragedia avvenuta qualche minuto prima alla Woodsboro High, Hallie e Tania erano entrambe sdraiate sul letto della camera di quest'ultima, con la schiena appoggiata alla testiera, l'una accanto all'altra.

Era molto insolito per loro due condividere un momento del genere. Ma adesso, Tania aveva soltanto bisogno di sfogarsi e conoscere meglio sua cugina.

«Come fai a sopportare tutto questo?» fu la prima domanda che le venne in mente.

«Tutto questo cosa?», rispose Hallie con un'altra domanda, accigliandosi.

«Il film, la popolarità, Ghostface...» si spiegò meglio Tania.

«Perché, io sono popolare?» Hallie ridacchiò e ciò fece scaturire uno spontaneo sorriso sul volto della ragazza, la quale, però, tornò subito seria.

«È così difficile, Hallie. Essere una Prescott, intendo.»

«So come ci si sente, ero proprio come te alla tua età. Odiavo avere questo cognome e a causa di ciò tutti mi prendevano di mira, a scuola.» le accarezzò la mano, provando pena per lei. Non riusciva a vederla a soffrire «Cerca di resistere, almeno finché non scopriamo chi c'è dietro tutto questo. Credi di potercela fare?»

«Ci provo.»

«Così ti voglio.»

La donna sorrise e lei ricambiò. Finalmente la dolce cugina che conosceva era ritornata. Probabilmente, dopo quella conversazione, Tania avrebbe ripreso a trattarla male, ma Hallie pensò piuttosto a concentrarsi sul presente.

Il loro momento speciale venne interrotto dalle sirene della polizia, il cui assordante suono si faceva sempre più vicino. Entrambe si accigliarono.

«Che sta succedendo?» domandò Tania mentre sua cugina si alzava dal letto e raggiungeva la finestra.

Hallie spostò la tenda e rivolse la propria attenzione alla strada, notando come due pattuglie stessero sfrecciando in direzione della scuola, superando il limite di velocità.

Capì subito che c'era qualcosa che non andava: «Merda» corse fuori dalla stanza, lasciando Tania da sola in camera.

■ ■ ■

All'esterno della Woodsboro High erano presenti svariate pattuglie e vari agenti che perlustravano la zona. Oltretutto, era anche presente il furgone del coroner.

Un'auto si fermò davanti alla scuola e da essa uscì Hallie. Restò immobile a guardare l'edificio che era stato contrassegnato come scena del crimine. Capì subito che cosa era successo.

Un'altra auto, questa volta di un colore rosso fuoco e sportiva, parcheggiò di fronte alla Woodsboro High. Da essa sbucò Dylan, confuso e al contempo preoccupato.

Notò la madre di Stella parlare con un agente, in lontananza. Più che parlare, quella donna stava litigando con il poliziotto. Pareva essere sull'orlo di una crisi di nervi.

«Come avete potuto lasciare che quel bastardo facesse questo alla mia bambina?! La mia... la mia bambina...» urlò la donna, al che tutti i presenti si voltarono verso di lei.

Dylan corse immediatamente verso i nastri gialli e provò a scavalcarli finché un agente non si piazzò prontamente davanti a lui, fermandolo.

«No, agente, aspetti! La mia ragazza è là dentro! La mia ragazza, Stella!» cercò di spiegare frettolosamente lui.

L'uomo non si mosse di un centimetro: «Mi dispiace, ragazzo, ma non puoi passare. È una scena del crimine.»

«Che cosa significa che è una scena del crimine? Che cosa è successo, dov'è Stella?»

«Mi dispiace. Torna a casa.»

Dylan sbiancò in volto, incredulo. Aveva capito tutto: «No... no, non può essere... non può fottutamente essere... spostati!»

Sorpassò l'agente, riuscendo a scavalcare i nastri gialli e a correre verso l'ingresso della scuola ma un altro poliziotto si piazzò davanti a lui, ostruendogli il passaggio.

«Non ci provare.» lo ammonì l'agente, fulminandolo con lo sguardo.

«Devo entrare, voglio vederla con i miei occhi! Non mi darò pace finché non la vedo!» affermò lui, sull'orlo delle lacrime.

Dylan sentì delle voci in lontananza, al che si voltò in direzione di una barella che veniva trasportata da due uomini verso il furgone del coroner. Il cadavere era coperto da un lenzuolo macchiato di sangue.

«Stella...» fu l'unica parola che riuscì debolmente a pronunciare.

Provò a correre verso la barella ma l'agente gli ostruì il passaggio: «No, ehi ehi! Non ti conviene fare un altro passo, ragazzino.»

Dylan non gli diede ascolto e lo sorpassò, correndo a tutta velocità verso la barella: «Fatemela vedere! Voglio vederla, io ho bisogno di vederla!»

Riuscì a scoprire un po' il telo, trovandosi dinnanzi al volto pallido della ragazza che amava. Gli si mozzò il fiato; era la prima volta che si trovava di fronte a un cadavere.

«Ma che diavolo fai?!» urlò un altro agente, raggiungendolo in fretta e furia.

Dylan non lo sentì neanche e cadde in ginocchio, le lacrime che gli colavano dal bordo degli occhi mentre la barella veniva trasportata via.

Hallie aveva assistito a tutta la scena e neanche lei fu in grado di trattenere le lacrime, una mano a coprirle le labbra. In quel momento si ricordò di come si sentì lei non appena venne a sapere dell'omicidio di Annie.

Circa un'ora dopo, tutti i veicoli e gli agenti se n'erano andati. La scuola, tuttavia, non era ancora accessibile a nessuno.

Dylan si trovava seduto sul sedile della sua auto, lo sguardo spento e apatico. Fissava un punto impreciso della macchina, perso nei suoi pensieri, mentre picchiettava le dita sul volante.

«Tu devi essere Dylan.» la voce di qualcuno lo costrinse a tornare alla realtà.

Il ragazzo si voltò verso il finestrino, notando Hallie proprio davanti ad esso: «Ci conosciamo?»

«Tania mi ha parlato di te. So che tu e Stella stavate insieme, dico bene?»

«Sì, beh... ci eravamo lasciati stamattina.»

«Mi dispiace.»

«Per la nostra rottura o per la sua morte?»

«Per entrambi. Io sono Hallie Prescott, la cugina di Tania. Ho già vissuto questo in passato e so che sei arrabbiato per Stella. Ti capisco, anche io sono arrabbiata per Troy.»

«E con ciò che cosa vorresti dire?»

«Voglio il tuo aiuto. Se l'assassino ha preso di mira il tuo gruppo allora non riguarda più solo me ma anche te.»

«E perché mai dovrei accettare di aiutarti a scoprire chi è il killer?»

«Per poterlo uccidere. Soltanto così Stella avrà finalmente giustizia. Io ho un marito e un figlio e non permetterò che venga fatto loro del male.»

«Okay, ci sto. Voglio soltanto vendicare la ragazza che amavo. Che cosa devo fare?»

Scream - Non fidarti di nessunoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora