La sera era da poco calata a Woodsboro e tutti gli abitanti si erano rintanati nelle loro case. Nessuno osava uscire, avevano troppa paura per azzardarsi. Era tristemente buffo vedere come la normalità poteva essere sconvolta in così poco tempo.
Tania si era appena fatta la doccia e aveva indossato una t-shirt bianca con sopra una camicia a quadri rossa e nera e un jeans a vita alta nero, il tutto abbinato con delle converse nere.
I suoi piedi calpestavano i gradini delle scale man mano che si dirigeva al piano anteriore. Il suono dei passi allarmò Hallie, la quale sbucò dalla cucina e la vide.
«Dove stai andando?» le chiese, accigliandosi e affrettandosi a raggiungerla.
«A casa di Dylan.» spiegò lei, terminando di scendere le scale e arrivando in salotto.
«Non saresti più al sicuro qui con noi?»
«Fidati, non vorrei andare neanche io ma ha detto che ci tiene. È per ricordare Stella.»
«Va bene, ho capito. Promettimi che farai attenzione, però.»
«Sì, mammina.»
«Posso sapere l'indirizzo, almeno?»
Si fermano davanti alla porta d'ingresso e Tania estrae il cellulare dalla tasca dei jeans, digitando qualcosa sullo schermo. Hallie resta a braccia conserte per tutto il tempo.
«1428 Elm Street. Dista trenta minuti da qui.», rivelò poi la ragazza.
«Chiama per qualsiasi cosa, okay?», furono le ultime cose che Hallie le disse prima che Tania uscisse dalla casa.
Hallie richiuse la porta, sospirando. Non poteva nascondere il fatto che fosse terribilmente preoccupata per Tania ma sapeva che più lei le stava lontana più sarebbe stata al sicuro.
Lonny apparve dalla cucina, a braccia conserte. Si appoggiò allo stipite della porta, restando ad ammirare Hallie con occhi ricolmi di compassione.
«Non c'è stato modo di convincerla a restare, eh?» disse poi, rompendo il silenzio.
«È testarda, molto testarda.» affermò lei, restando a testa bassa.
«Come te, in fondo.»
Hallie sorrise a quel commento e lo raggiunse; effettivamente non aveva tutti i torti: era stata lei a spronarlo a tornare a Woodsboro, facendo qualsiasi cosa pur di ottenere ciò che voleva.
I due si trovavano a pochissimi centimetri di distanza. Erano da soli nella stanza, Meredith era andata al supermercato venti minuti prima. Approfittarono di quel momento di intimità e facero scontrare le loro labbra.
«Dov'è Liam?» chiese Hallie dopo che ebbero terminato di sbaciucchiarsi.
«Di sopra con Randy.» le spiegò il marito e lei provò a baciarlo di nuovo ma Lonny la fermò «Promettimi che quando questa storia sarà finita non metteremo mai più piede in questa cittadina.»
«Cazzo se te lo prometto. Al cento percento.»
Entrambi sorrisero a trentadue denti per poi riprendere ad assaporare l'uno le labbra dell'altro, lasciando che tutte le avversità di quel momento venissero ignorate.
■ ■ ■
Il trillo del campanello di casa Linch risuonò per tutta la piccola villetta. Era una casa grande abbastanza per una famiglia di tre persone, con una vista mozzafiato sulle colline all'orizzonte.
Non erano presenti altre abitazioni nelle vicinanze. In fondo, la casa si trovava quasi fuori Woodsboro. I genitori di Dylan lo consideravano un pregio: in questo modo potevano stare in tranquillità.
Dylan si affrettò ad aprire la porta, ritrovandosi faccia a faccia con Jenna e Linda: «Ehi. Siete venute.»
«Possiamo entrare?» gli chiese Jenna, il cui alito puzzava di alcol. Aveva un sacchetto nella mano destra con dentro qualcosa.
«Certo, sì. Ovvio.» si fece largo per lasciare passare e le ragazze entrarono.
Dylan richiuse la porta a chiave e le raggiunse in salotto dove vide Linda adagiarsi sul divano ad L di pelle nera mentre Jenna appoggiava il sacchetto sul tavolo di vetro.
«Che cosa hai portato?» le chiese il ragazzo, sporgendosi per vedere meglio il contenuto del sacchetto.
Soltanto qualche rinfresco.» spiegò lei, estraendo una lattina di birra dal sacchetto.
Dylan sbiancò in volto. In una normale situazione, lui avrebbe accettato volentieri il pensierino di Jenna e si sarebbe aggregato a lei. Ma quella non era una situazione normale.
«Jenna, no. Non siamo qui per fare casino, siamo qui per Stella. Lo so che non ti stava molto simpatica ma potresti cercare di provare almeno un po' di compassione.» affermò, incrociando le muscolose braccia al petto.
Lei non lo stette ad ascoltare e aprì la lattina, creando un pasticcio: tutta la schiuma della birra fuoriuscì dalla lattina e colò sul parquet da poco lucidato.
«Oh... cazzo!» esclamò la ragazza, ridendo a crepapelle. Era già ubriaca, ma lei bevve comunque un gran sorso di birra, macchiandosi anche i vestiti.
«Mi prendi in giro?» sbottò Dylan, raggiungendola e strappandole la lattina dalla mano «Se sei venuta qui soltanto per ubriacarti e fare baldoria allora puoi anche andartene.»
«Manca ancora qualcosa... Alexa, riproduci Bad karma di Ida Maria.» ordinò all'assistente robotico riposto sul tavolo.
«Riproduco Bad karma di Ida Maria.» rispose la voce robotica per poi far partire la canzone, la preferita di Jenna.
La ragazza, senza neanche rendersi conto di quello che stava facendo, iniziò a muoversi a ritmo in modo sensuale. Afferrò nuovamente la lattina dal tavolo, continuando a bere grandi sorsi.
«Lo sai che è un'idea pessima questa, vero?» cercò di farla ragionare Dylan ma era tutto inutile. Linda, intanto, restava a fissarla, sconvolta dal suo comportamento.
«Andiamo, non essere così duro! Rilassa quei muscoli e balliamo un po'.» lo spronò Jenna, prendendogli la mano che lui ritrasse subito.
«Smettila, non sai quello che stai facendo.»
Jenna, quasi per vendicarsi, bevve un altro sorso di birra per poi sputargliela tutta sul viso. Linda si alzò di scatto dal divano, sbarrando gli occhi e coprendosi le labbra con le mani.
Lei, tuttavia, non sembrava rendersi conto della gravità delle situazione dato che continuava a ridere a crepapelle: «Dovresti vedere la tua faccia!»
«Fanculo.» disse lui sottovoce, uscendo in fretta e furia dal salotto. Jenna lo salutò con un gesto della mano, scimmiottandolo.
«Jenna, smettila. Ritorna in te, ti prego.» la implorò Linda, la quale non si degnò neanche di ascoltarla, riprendendo a ballare al ritornello di Bad karma.
Linda sbuffò e uscì anche lei dal salotto. Era stato uno sbaglio andare lì, soprattutto per Jenna, la quale aveva iniziato ad ubriacarsi poco prima che calasse il sole così da dimenticare per un po' l'incubo che era la sua vita.
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Scream - Non fidarti di nessuno
FanfictionSECONDO VOLUME DELLA TRILOGIA "SCREAM H25" I fantasmi non muoiono mai. CONTIENE SPOILER DEL PRIMO VOLUME È trascorso un decennio dall'ultima apparizione di Ghostface e nelle sale cinematografiche viene rilasciato il seguito di Squartati, scritto e d...