|Kitten| |Tetsurō Kuroo|

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"Fottuto bastardo."
Io lo ammazzo, pensò, giuro su Dio che lo ammazzo.
Se ne stava lì, tranquillo, a parlare con dei colleghi, come se non avesse un paio di orecchie pelose che gli spuntavano fra i capelli e una lunga coda nera che, illogicamente, quasi fosse per magia, gli compariva sopra il tessuto dei pantaloni, all'inizio del fondo schiena.
Le dita della mano destra si contorsero e si sentì una vena pulsare sul collo. Mai avrebbe potuto immaginare che Kuroo sarebbe riuscito a infastidirla più di quanto già facesse, ma ci era riuscito, anche troppo bene.
Con uno sbuffo che cercò di controllare a malapena, [T/n] si avvicinò a Kuroo con grandi falcate, pronta a interrompere la conversazione che il corvino stava avendo.
Quando fu a meno di un metro da lui, i suoi colleghi si voltarono per salutarla con un cenno e un sorriso che lei ricambiò cortesemente, nonostante avesse i nervi a fior di pelle, ma Kuroo continuò a parlare fingendo di non averla vista, sghignazzando.
Il sorriso sulle labbra della [c/c] rimase cortese, doveva perlomeno cercare di mantenere una certa reputazione in ufficio, davanti ad altri colleghi.
"Kuroo, possiamo parlare un attimo?"
Il corvino voltò il busto di tre quarti, guardandola sornione con i suoi occhi felini che la scrutavano dall'alto in basso.
"[T/c], sarei un attimo impegnato al momento."
"È importante."
I colleghi si intromisero educatamente. "Kuroo, non ti preoccupare. Dovevamo comunque tornare a lavorare."
"No, ma che dite! Di sicuro quello che [T/c] ha da dire può asp-"
[T/n] afferrò con fermezza la coda nera di Kuroo, facendolo saltare di sorpresa e dolore.
Lo guardò minacciosa, senza mai lasciare il suo sorriso incrinarsi e, finalmente, Kuroo si azzittì, forse dal dolore, forse dalla preoccupazione, ma l'importante fu che dalla sua bocca non uscì più un fiato.
"Sicuro? Dovremmo parlare di quel progetto che ti avevo accennato l'altro giorno.."
"Ah! Si, si, quel progetto! Certo... Ragazzi, scusatemi, ma sembra proprio sia importante, continueremo alla prossima pausa.."
Kuroo si allontanò con un cenno della mano in segno di saluto, ma non sarebbe potuto andare troppo lontano perché lei lo teneva ancora per la coda che, per quanto potesse seccarla, era veramente morbida e piacevole al tatto.
[T/n] si allontanò a sua volta, salutando i colleghi di Kuroo con un bel sorriso prima di congedarsi insieme a Kuroo, la sua coda stretta in mano. Sentiva i brividi che percorrevano il corpo di Kuroo attraverso la sua coda.
Ora che lo guardava meglio, vedeva con chiarezza che le orecchie che gli spuntavano dai lucenti capelli neri erano rivolte all'indietro, come se fosse spaventato, e si ritrovò a sogghignare.
Il fatto che lui si fosse presentato a lavoro in quelle condizioni l'aveva infastidita oltre ogni limite immaginabile, certo, ma ora che ci pensava bene, riuscire a vedere le sue emozioni attraverso il movimento dei suoi nuovi arti presentava delle aspettative nuove e allettanti.
Ghignò.
Quando furono davanti alla porta dell'ufficio privato di [T/n] lei lo spinse dentro senza troppe cerimonie, chiudendo la porta a chiave subito dopo che furono entrambi dentro.
Si girò di scatto verso di lui, urlando in un sussurro (poteva anche essere il suo ufficio privato ma le pareti non erano insonorizzate).
"Si può sapere che cosa ti passa per quella testa?!"
"No, che cosa pensi TU di fare! Hai la più MINIMA idea di quanto quello che hai appena fatto alla mia povera coda possa aver fatto male?! Nessuno ti ha mai insegnato a trattare con delicatezza le code dei gatti? Sei proprio una ingrata."
Kuroo la guardava con altrettanto ardore nei suoi occhi nocciola mentre si teneva delicatamente la coda tra le mani, tendendo alla ferita.
[T/n] si bloccò. Era la prima volta che lo vedeva così arrabbiato e si sentì destabilizzata, non le pareva vero di essere lei quella che veniva rimproverata una volta tanto.
Provò a risistemarsi sui suoi stessi piedi, meno sicura di qualche momento fa.
"Perché sarei io l'ingrata?"
Kuroo la guardò di sottecchi, cercava di calmarsi mentre si accarezzava il pelo.
"Perché? Ti pare una cosa normale riuscire a vedere queste?" Le domandò indicandosi orecchie e coda.
"Dopo quello a cui hai assistito ieri sera speravo che mi avresti trattato con un pò più di riguardo, ma sembra che la situazione sia solo peggiorata! Credi che mostrerei a chiunque questo aspetto?"
[T/n] si sentì colpita al cuore, finora non si era mai sentita nel torto, ma ora che lui la metteva così...
Di certo non era sua intenzione fargli male, si era fatta prendere un pò troppo dalla situazione e ora che lui le aveva fatto notare il suo atteggiamento (molto) sgradevole nei suoi confronti, si sentiva ancora peggio, sia per avergli fatto male e sia per non averlo trattato nel migliore dei modi.
Certe volte capiamo i nostri errori solo se ci vengono fatti notare.
[T/n] prese un respiro.
"Mi dispiace di averti fatto male, non volevo... Forse con te sono un pò troppo.."
"Acida? Scorbutica? Antipatica? Si, lo sei." 
Sprofondò nelle sabbie mobili della vergogna per tre volte e si sentì le guance arrossarsi e il cuore palpitare a mille, ma cercò comunque di divincolarsi dalla trappola per avvicinarsi a lui, dispiaciuta.
Ora che comprendeva il suo errore, tutte le volte in cui lo aveva trattato ingiustamente in mente e avrebbe voluto buttarsi giù dall'ottavo piano e spiaccicarsi a terra, come una zanzara fastidiosa. Adesso non pensava ad altro che rimediare al suo errore.
Si sedette sulla sua scrivania a meno di un metro da lui, che ancora la guardava sospetto, e riprese a parlare.
"Mi dispiace per oggi, e per tutti gli altri giorni in cui ti ho trattato male. Mi rendo conto solo ora di essere stata ingiusta nei tuoi confronti e mi dispiace per come ti ho fatto sentire. Certe volte non mi rendo conto di essere così... cattiva, ecco."
Aveva fatto una fatica immensa ad ammetterlo, ma era così. Certe volte non vogliamo credere di essere nel torto e ignoriamo l'evidenza o, peggio, nemmeno la vediamo. È sempre brutto ammettere di essersi comportati male, ma dagli errori si impara sempre e, si spera, si migliora da essi.
Kuroo la guardava sbalordito, con gli occhi spalancati, sorpreso quanto lei di aver sentito quelle parole uscire dalla stessa bocca che più spesso che volentieri gli rivolgeva cattiverie.
Lui si raddrizzò, dandosi un certo contegno, e continuò a guardarla in silenzio mentre lei aspettava il suo verdetto.
"Okay." Proclamò lui, come per richiedere l'attenzione che già aveva.
"Stai dicendo che intendi cambiare il tuo atteggiamento nei miei confronti?"
Lei annuì, accennando un piccolo sorriso.
"Se me lo permetti, potrei cominciare già da ora." Allungò la mano in direzione della coda di Kuroo, porgendogliela gentilmente, aspettando un suo cenno.
Lui la guardò scettico ma al contempo stesso speranzoso, era una opportunità che forse non sarebbe più capitata. Chissà che cosa mai l'aveva colpita! Kuroo non si era fatto troppe domande a riguardo, era semplicemente ed infinitamente grato di avere questa possibilità.
Colmo di rinnovata speranza si avvicinò lentamente a lei, cercando di non gongolare troppo, non voleva darle soddisfazione ma non voleva nemmeno farla tornare come prima.
Si sedette vicino a lei sulla scrivania, porgendole con un pò di strizza la coda. Lei la prese gentilmente, accarezzandola dolcemente sul punto in cui cinque minuti prima l'aveva strizzata.
Il lucente pelo nero brillava sotto le luci a neon dell'ufficio di [T/n], che si beava della morbidezza di quella coda così illogica ma altrettanto reale fra le sue mani.
"Allora sai trattare le cose con cura quando vuoi." La stuzzicò Kuroo, sorridendo sornione.
Lei cercò di sorridere.
"Mi piace il tuo pelo, è molto morbido." [T/n] sentì un brivido attraversare la coda di Kuroo e si voltò a guardarlo.
Sul viso aveva un bel sorriso, privo di malizia, genuino.
Lei abbassò nuovamente lo sguardo sulla sua coda e nel mentre cercò di fare mente locale, accigliandosi.
"Senti," iniziò "vorrei chiederti delle cose riguardo la tua.. beh, situazione."
"Oh, stiamo già facendo dei progressi, vedo. Ieri sera eri talmente scioccata che pensavo fossi morta dallo shock."
"Penso che fra tutte le cose che ho fatto, quella sia l'unica giustificabile, Kuroo." Sorrise lei, guardandolo.
Lui si appoggiò con una mano alla scrivania, godendosi le carezze alla coda.
"Chiedimi tutto quello che vuoi."
Lei si prese un momento per far fluire le idee e per organizzarle in testa.
"Sei umano? O.. altro?"
"Diciamo che sono una via di mezzo tra un essere umano e uno spirito gatto."
[T/n] spalancò gli occhi.
"Un Nekomata? Vuoi dire che sei uno yōkai?" Sussurrò sorpresa.
Kuroo ridacchiò.
"Solo in parte, non esistono più yōkai potenti come una volta. Piano piano si sono dovuti adattare anche loro ai tempi e lentamente si sono indeboliti con l'andare delle generazioni, mischiandosi con gli umani, in tutti i sensi. Io e la mia famiglia però siamo discendenti dei Nekomata, si, anche se non abbiamo nessuno dei loro antichi poteri, anzi. Come hai potuto notare tu stessa ieri sera, siamo solo una debole ombra dei nostri antenati. Persino la più piccola goccia di pioggia ci è avversa."
La ragazza si prese un momento per elaborare la nuova e incredibile serie di informazioni che le erano state lanciate addosso nelle ultime venti ore prima di riconcentrarsi sulla coda nera.
"Vuoi dire che tu hai sempre avuto orecchie e coda?"
"Già, sempre avute, solo che gli umani non le possono vedere in circostanze normali."
[T/n] aggrottò le sopracciglia.
"Allora perché io le posso vedere?"
Kuroo si avvicinò leggermente a lei, sorridendo.
"Dopo ieri sera, puoi ancora dire di essere in circostanze normali?"
Lei sbuffò.
"Smettila di far sembrare la cosa più maliziosa di quel che è."
Lui rise.
"Maliziosa? Mi hai visto come mamma m'ha fatto, [T/n]."
"Di certo non per mia volontà!"
Il ghigno di Kuroo rimase sulle sue labbra rosee.
"Anche questo è vero."
"Quindi ora sono l'unica che ti può vedere così?"
"Si."
"Perché?" La domanda era sembrata tanto innocente quanto quella di un bambino e Kuroo rimase in silenzio per due secondi, indeciso su che cosa dirle per placare la sua curiosità.
"Perché ho scelto di farmi vedere da te, probabilmente. Non ne sono sicuro, però. Di certo non avrei mai immaginato che le mie orecchie e la mia coda avrebbero causato tutto questo."
"Mh." Disse lei in risposta, con la coda di Kuroo ancora tra le mani, non completamente convinta dalla risposta che Kuroo le aveva dato.
"Quindi tu ti fidi così tanto di me da farti vedere per quello che sei? Anche se ti ho trattato così male?"
Si voltò a guardarlo, un velo di vergogna sugli occhi, e lui le sorrise genuinamente.
"Le persone cambiano, [T/n], e tu oggi me lo hai dimostrato."
Kuroo si alzò pigramente, facendo scivolare via la coda dalla presa di [T/n], e si avviò verso la porta.
"Ora penso di dover tornare a lavoro, se hai altre domande su di me non esitare a chiedere."
[T/n] lo guardò appoggiare una mano sulla maniglia dopo aver fatto scattare il blocco della porta e, prima di aprirla e uscire dal suo ufficio, si rivolse nuovamente a lei, guardandola.
"Mi ha fatto piacere avere una vera conversazione con te." 
"Già.." Rispose lei, quando lui ormai era già uscito.
"Anche a me."
Poi si chinò sulle gambe, tirò un bel respiro e sperò di scomparire dalla faccia della Terra.


Era una giornata uggiosa, aveva piovuto tutto il giorno e tuttora piovigginava. [T/n] si stava dirigendo a casa dopo una lunga giornata di lavoro e quel tempaccio le ricordò quella sera di ormai un mese prima, la sera in cui aveva trovato un gatto nero con brillanti occhi nocciola, quasi dorati, completamente impregnato di acqua piovana. Il gatto si stava riparando sotto un piccolo portico e quando aveva visto [T/n] avvicinarglisi l'aveva fissata con una intensità tale che quasi le aveva lasciato un buco al centro del corpo.
Dopo un momento di diffidenza il gatto le si era strusciato su tutte le gambe, facendola ridacchiare nonostante le avesse lasciato le calze bagnate. [T/n], intenerita, se lo portò a casa per asciugarlo e nutrirlo, senza alcuna resistenza da parte del felino che, a dirla tutta, pareva del tutto a suo agio tra le braccia della ragazza e, nonostante fosse bagnato fino alle ossa, emetteva fusa. Pareva quasi sorridesse.
Una volta bello asciutto e al calduccio, avvolto in uno degli asciugamani della ragazza, il bel gatto nero era stato avvolto da una nuvola violacea e quel gatto tanto carino si era rivelato essere Tetsurō Kuroo, il suo collega, completamente nudo se non per l'asciugamano che per grazia divina gli copriva i genitali.
A quanto pare, Kuroo, discendente di una lunga dinastia di Nekomata, con la minima goccia di pioggia si trasformava in un gatto e.. beh, tutto qui. Era un gatto, nulla di che alla fine, no? Certo, questo finché non ti ritrovi un uomo nudo nel tuo soggiorno.
Lo shock di [T/n] era durato tutta la sera fino a quando Kuroo non se ne era andato quando aveva smesso di piovere, fregandole dei vestiti da poter usare prima di poter tornare a casa. Tanto lei era troppo sconvolta per accorgersene. Era come se fosse caduta in uno stato catatonico.
Dopo la scoperta, la relazione fra i due era cambiata completamente, nel migliore dei modi. Ogni tanto lei sperava ancora di sprofondare ma ora riusciva a sorridere di più pensando al rapporto che era riuscita a costruire con Kuroo.
Stava salendo le scale del suo appartamento all'aperto quando si bloccò sui suoi passi, vedendo davanti alla sua porta un familiare gatto nero che miagolava davanti alla sua porta.
Gli si avvicinò in fretta.
"Di nuovo, Kuroo? Un ombrello no, eh?"
Il gatto miagolò, sornione, e si infilò svelto in casa di [T/n] quando lei aprì la porta, scrollandosi di dosso la pioggia come un cane.
Lei si tolse le scarpe e si affrettò in bagno per prendergli un asciugamano e un cambio di vestiti, non voleva di certo ritrovarselo nudo, di nuovo, all'ingresso di casa.
Kuroo la raggiunse in bagno, miagolando come un forsennato.
"Si, si, okay, ho capito.."
Si accovacciò verso di lui, avvolgendolo con la stoffa, sfregando con attenzione per asciugarlo bene.
Una volta che fu sicura che il pelo del gatto fosse asciutto, [T/n] gli lasciò il bagno in modo che potesse cambiarsi mentre lei andava in camera sua, per cambiarsi a sua volta.
Esausta e in pigiama, si accasciò a peso morto sul letto, chiudendo gli occhi per quelli che le sembrarono cinque minuti.
Fu disturbata dalla pressione che sentì sul petto. Aprì gli occhi, solo per ritrovarsi quelli di Kuroo il gatto che la fissavano attentamente.
Lei sorrise, assonnata, e gli accarezzò la testa, massaggiando le orecchie e grattandogli il nasino.
"Sei carino quando vuoi, mh?"
Come risposta lui miagolò, leccandole con la lingua ruvida l'angolo della bocca.
Gli sorrise, abbracciandolo sul suo petto, sprofondando nuovamente nel sonno.

[T/n] si svegliò nel cuore della notte, confusa e accaldata. Il suo risveglio fu così brusco che scosse Tetsurō, abbracciato a lei e assonnato quanto lei.
"Che succede?"
Lei fece un sospiro e si voltò verso di lui, ancora tra le sue braccia.
"Penso di aver fatto il sogno più strano della mia vita.."
Dicendolo, gli toccò i capelli per sentire protuberanze simili a delle orecchie e poi passò a tastare il fondoschiena in cerca di una coda che non trovò, finendo per palpargli il culo.
"Cos'era, un sogno erotico?" Ridacchiò.
"No, niente del genere." Sospirò lei, divertita, riaccoccolandosi fra le sue braccia.
"Un sogno strano, ma bello."
Pensò di vederlo sorridere.
Sentiva il suo cuore pulsare e lentamente venne cullata dal suo battito stabile.
"Tetsu.." Riuscì a dire prima di sprofondare nuovamente nel sonno.
"Devi dirmi se ti tratto male, okay..?"
[T/n] si addormentò fra le braccia di Tetsurō, sentendo qualcosa di peloso avvolgerle la gamba dolcemente.
Il corvino le baciò la fronte e la abbracciò, tornando a dormire.



Okay non mi linciate nei commenti sul colore degli occhi di Kuroo. SULLA WIKI C'è SCRITTO CHE LI HA COLOR NOCCIOLA OKAY? Addirittura nel manga li ha grigi.
Fatemi saper cosa ne pensate, ho paura di aver spinto troppo l'acceleratore quindi magari quando ho tempo la sistemo

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 12, 2022 ⏰

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