I'll make that sly smirk of yours disappear.
Il caldo sole di inizio estate splendeva raggiante sulla prefettura di Miyagi quella mattina, quasi ad incoraggiare i suoi abitanti e ad augurare loro una buona e piacevole giornata. Con i suoi raggi dorati illuminava i fili d'erba e le chiome rigogliose degli alberi facendo risplendere i loro brillanti colori verdi, mentre un leggero vento trasportava per l'aria un profumo agrodolce. [T/n] respirò a pieni polmoni il profumo dell'estate mentre si dirigeva con passo baldanzoso verso la palestra del suo liceo, il Karasuno, dentro cui la squadra maschile di pallavolo stava svolgendo i propri allenamenti mattutini.
Quella mattina pareva più allegra del solito. Un sorriso le si era stampato in faccia, ma non era un sorriso di pura allegria o spensieratezza, piuttosto era un ghigno quello che le incrinava i bei lineamenti, rendendo la sua espressione ambigua e a tratti maligna. E ciò poteva significare soltanto guai.
Il giorno prima, durante i suoi allenamenti, il professor Takeda, che altro non era se non l'insegnante responsabile della squadra maschile di pallavolo, aveva richiesto il suo aiuto, e da come si era spiegato, la situazione pareva disperata. E come mai avrebbe potuto lei, gentilissima e purissima di cuore, rifiutarsi di aiutare uno dei suoi cari professori?
Si, certo, come no.
Era stata la semplice e spontanea idea di poter comandare a bacchetta un po' tutti che l'aveva spinta ad accettare la proposta del professore. Dopotutto quella settimana avrebbe dovuto faticare il doppio, quindi era il minimo aspettarsi qualcosa in cambio, e lei aveva ottenuto esattamente ciò che voleva.
Fremeva dalla voglia di vedere le facce infastidite e sconvolte che l'avrebbero accolta una volta spiegata l'idea del professor Takeda, e lei avrebbe risposto con un semplice ed innocuo sorriso, che però celava qualcosa di tutt'altro che innocuo.
Sapeva già che in quella squadra c'erano dei soggetti...particolari, e quindi perfetti per le sue frecciatine. Uno in particolare l'aveva sempre incuriosita, ed ora che l'occasione si era presentata, di certo non se la sarebbe fatta sfuggire tanto facilmente.
I [l/c] capelli [c/c] si muovevano a ritmo con il suo passo sicuro ed allegro, illuminati dai raggi del sole, mentre i suoi occhi brillavano d'impazienza.
Una volta davanti alle porte della palestra, le voci e i suoni ovattati si fecero più chiari ed una certa agitazione iniziò a farsi strada nel suo stomaco prima di aprire la porta e rivelarsi a tutti i componenti della squadra, venendo adocchiata all'istante.
"Permesso!"
Takeda alzò lo sguardo dai sui documenti e posò i suoi occhi marroni sulla figura di [T/n], all'improvviso pareva quasi sollevato, come se una enorme preoccupazione gli fosse stata levata da sopra le spalle.
"Oh! [T/n]! Sono contento di vedere che hai accettato la mia proposta!"
Più che una proposta, la sua era stata una disperata richiesta di aiuto, ma faticava ad ammetterlo.
[T/n] si limitò a sorridere chiudendosi nel mentre le porte dietro le spalle. Sentiva gli occhi curiosi di tutti su di lei e non negava che la cosa la metteva alquanto in soggezione, ma non le impedì di continuare con il suo piano malefico.
Continuò a rivolgersi al professore ignorando bellamente il resto dei presenti, compreso il coach Ukai, che la stava squadrando da testa a piedi. [T/n] si chiese se fosse a conoscenza delle idee del suo collega, perché da come la stava guardando, sembrava la stesse valutando.
"Certo prof, ci mancherebbe altro."
Takeda le rivolse un sorriso rassicurante e le andò in contro, sembrava fluttuare sul pavimento dal sollievo e a [T/n] scappò un sorriso.
"Quindi sarebbe lei la ragazzina a cui ti sei rivolto?"
Anche Ukai le si era ora avvicinato, distogliendo il suo sguardo indagatore da lei solo per un secondo per rivolgersi a Takeda. Con le braccia incrociate, i capelli tinti di biondo e quel suo tipico viso minaccioso, Keishin Ukai avrebbe fatto venire i brividi a qualunque studentessa si fosse trovata come bersaglio del suo sguardo di fuoco, e di certo [T/n] non era da meno, se la stava infatti discretamente facendo nei pantaloni, ma riuscì a nascondere quel suo immotivato timore al ricordo di come lo avesse visto scherzare allegramente con i ragazzi, quasi fosse tornato di nuovo adolescente. Il coach Ukai non era una persona cattiva, ma forse solo un po' ruvida.
Gli rivolse un timido sorriso, incerta sul da farsi e in attesa che il professor Takeda dicesse qualcosa, e alla svelta.
"Ah, si, è lei."
Ukai le rivolse un'altra occhiata, questa volta più intensa delle precedenti, e poi si lasciò finalmente andare ad un lieve sorriso.
"Bene! Non sembra male e l'ho già vista allenarsi ogni tanto, hai fatto un'ottima scelta, prof!"
[T/n] lo guardò impietrita mentre dietro Ukai il vociferare della squadra si faceva via via sempre più intenso. Aveva parlato di lei quasi fosse un pezzo di manzo scelto al banco delle carni, e non pareva nemmeno essersene accorto.
"Ah, beh, grazie.."
Se era per quello, nemmeno Takeda ci aveva fatto poi tanto caso, imbarazzato dal complimento.
Ukai batté le mani due volte, zittendo la squadra e riportando alla realtà la ragazza, sempre più consapevole del pasticcio in cui lei stessa aveva accettato di finire.
"Bene! Come tutti voi già sapete, se non fosse per Daichi e Nishinoya, la nostra difesa sarebbe fin troppo debole, e riusciremmo a malapena a difenderci da semplici attacchi."
A quelle parole, buona parte della squadra abbassò lo sguardo verso terra, consapevole delle loro debolezze, ma tutti si ripresero quando il coach riprese a parlare.
"Ma una difesa degna di questo nome non è tale senza un muro adeguato, forte, difficile da penetrare, e al momento gli unici più o meno in grado di murare più che decentemente sono Kageyama e Tsukishima."
I due si lanciarono un'occhiata difficile da decifrare, ma sicuramente agli occhi della ragazza non parvero proprio contenti di essere stati paragonati l'uno all'altro.
"Quindi io e il prof ci siamo consultati, arrivando ad una conclusione che porterà molti benefici alla nostra difesa. Daichi e Nishinoya alleneranno a turni la squadra con la ricezione, mentre abbiamo pensato che qualcuno di più qualificato dei nostri due primini potrebbe allenarvi con il muro. E quel qualcuno è proprio qui."
Ukai si fece da parte, esponendo totalmente la figura slanciata di [T/n] dietro di lui, ora preda degli sguardi dei suoi compagni. La ragazza passò in rassegna tutti i volti dei componenti della squadra, soffermandosi soprattutto su Kageyama e Tsukishima. Quest'ultimo poi la guardava come se fosse un pezzo di formaggio rancido rimasto nel frigo troppo a lungo, e la cosa la divertì.
Le cose iniziavano già a farsi interessanti.
"Un'altra primina? Andiamo."
Fu proprio Tsukishima ad emettere quel commento sarcastico e pervaso da una punta di fastidio, proprio come piaceva a lei.
"Esatto, un'altra primina, una centrale degna di nota. Se aveste visto almeno una partita o perlomeno un allenamento della squadra femminile allora sapreste di cosa sto parlando. La ragazzina qui..." Afferrò [T/n] per la spalla, scuotendola come per dirle di mettersi in mostra, di mostrare il proprio valore. "...ha un posto fisso nella squadra e i suoi muri sono i più resistenti e precisi, oltre che imprevedibili. Sarà quindi [T/n] [T/c] ad allenarvi, speriamo che con questo aiuto voi riusciate a migliorare. E Tsukishima! Non fare quella faccia!"
Ammonito proprio nel momento in cui stava borbottando: "Come se avessi bisogno di un'atra primina che mi insegna cose che già so..", il biondo spalancò gli occhi per un secondo, puntando poi i suoi occhi di un marrone chiaro su [T/n], distogliendoli subito dopo con uno sbuffo.
Infine, [T/n] sorrise a tutta la squadra, inchinandosi e presentandosi, bramando già sul viso infastidito di Kei Tsukishima tutto il divertimento che l'avrebbe attesa da lì a poco.
"Bene, ora che qui abbiamo finito, tutti a lavoro, non abbiamo più molto tempo!"
[T/n] si avvicinò al coach insieme a Daichi, a cui rivolse un docile sorriso ed un leggero inchino con la testa, per farsi spiegare il procedimento dell'allenamento, quando la voce volontariamente di un tono più alto ed impertinente di Tsukishima attirò l'attenzione di [T/n].
"Ci andrò piano con te, ragazzina. Non vorrei farti male!"
[T/n] alzò lo sguardo verso di lui, vedendo come la stesse guardando con uno sguardo di sfida, sicuro di sé, con un sorrisetto malizioso ad ornargli le sottili labbra rosee.
[T/n] stava per rispondergli, ma venne però interrotta dal professor Takeda.
"Tsukishima, non ti devi preoccupare. Non sarà necessario che tu ci vada piano, sarà infatti [T/n] a doversi trattenere con voi. Sai, nella sua squadra è soprannominata 'Il Diavolo Ghignante', quindi ti sconsiglierei di rifiutare il suo aiuto già in partenza. Ovviamente, tutto a tuo rischio e pericolo!"
Takeda rise, e [T/n] sorrise a sua volta, ma non con uno di quei sorrisi che aveva utilizzato fino ad ora, uno i quelli lievi, gentili e allegri, ma la sua bocca si incrinò invece in un ghigno malizioso e quasi maligno, Persino i suoi occhi brillavano ambigui verso Tsukishima, il cui sorriso era scomparso in un battibaleno, sostituito dalla rigidità dei suoi nervi facciali.
La parte divertente aveva ora inizio.
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Haikyuu!! One Shots x Reader ||ITA||
Fanfiction"Lieto fine. Tutti ne meritano uno, per quanto il loro animo possa essere corrotto. Ma, prima, c'è un'intera vita da vivere, e voi ne sarete una parte fondamentale, per ognuno di loro. Vi prego però di prestare attenzione. Non tutti, per quanto il l...