|Where I belong| |Tobio Kageyama|

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Piccola premessa: in questa Shot si parlerà delle diverse casate di Hogwarts, e dei loro rispettivi caratteri. In questo caso verrà evidenziato molto il carattere dei Serpeverde, e dei Grifondoro, ma quello che diranno i personaggi, è solo un punto di vista che ho voluto dare loro, non prendetela come un'offesa, perché è proprio il loro carattere che li rende speciali.
Siate sempre voi stessi, non importa quello che dice la gente! Spero comunque che la storia vi piaccia!

Forse pensate che non son bello
ma non giudicate da quel che vedete
io ve lo giuro che mi scappello se uno più bello ne troverete.
Potete tenervi le vostre bombette
i vostri cilindri lucidi e alteri,
son io quello che al posto vi mette
e al mio confronto gli altri son zeri.
Non c'è pensiero che nascondiate
che il mio potere non sappia vedere,
quindi indossatemi ed ascoltate
qual è la casa in cui rimanere.
È forse Grifondoro la vostra via,
culla di coraggiosi di cuore: audacia, fegato,cavalleria fan di quel luogo uno splendore.
O forse è a Tassorosso la vostra vita,
dove chi alberga è giusto e leale:
qui la pazienza regna infinita
e il duro lavoro non è innaturale.
Oppure Corvonero, il vecchio e il saggio,
se siete svegli e pronti di mente, ragione sapienza qui trovan linguaggio
che si confà a simile gente.
O forse a Serpeverde, ragazzi miei, voi troverete gli amici migliori
quei tipi astuti e affatto babbei
che qui raggiungono fini ed onori!
Venite dunque senza paure
E mettetemi in capo all'istante
Con me sarete in mani sicure
Perché io sono un Cappello Parlante!

-Il Cappello Parlante.


"Sarà un Serpeverde."
"Non ne dubito, dalle voci che ho sentito."
"Speriamo solo che non diventi come.. Beh, Lui."
"Sarà lo Smistamento più veloce di tutti, scommetto sarà come quello dei Malfoy!"
"Non credo ci sia da andarne fieri.."
"Kageyama Tobio!"
"State zitti! Sta arrivando."
Quando il suo nome venne chiamato, un ragazzino di undici anni, piccolo, dalla carnagione pallida, risaltata dai lucenti capelli corvini, e con due occhi cobalto, in quel momento luccicanti dalla agitazione, si divise dalla lunga fila di ragazzini, che, come lui, stavano per essere smistati.
Con le sue vesti nere, avanzò titubante verso lo sgabello a quattro gambe, che era stato posto davanti agli allievi del primo anno, sopra al quale un cappello da mago era appoggiato.
Era un vecchio cappello tutto rattoppato, consunto e pieno di macchie.
Gli si avvicinò, mentre l'anziana strega che aveva assistito gli studenti, sollevava quello che a Tobio sembrava tanto uno straccio.
Si sedette sullo sgabello, e poco prima che  la vista gli venisse oscurata dal cappello, tutto ciò che vide furono le teste di alcuni studenti che si sporgevano per vederlo meglio.
Sentì una vocina sussurrargli qualcosa, borbottare tra sé e sé, ma era come se non riuscisse a sentirla, quasi fosse ovattata.
Riuscì a capire qualcosa solo quando l'urlo del cappello si propagò per tutta la Sala Grande, trapassandogli le orecchie.
"GRIFONDORO!"

"Kags.. Kags! Hei! Mi stai ascoltando?"
Tobio si riscosse con un sussulto, facendo cadere il cucchiaio dentro il suo porridge, schizzandolo su tutto il tavolo.
Corrugò le sopracciglia alla vista della posata totalmente immersa nella sua colazione.
Alzò lo sguardo truce verso la voce che lo aveva così brutalmente risvegliato dai suoi pensieri, incontrando così gli occhi di [T/n], che lo stavano guardando indagatori.
Aveva conosciuto la ragazza il suo primo anno alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, durante la prima lezione dell'anno, Erbologia.
Gli era subito parsa una ragazzina forte ed intelligente, nonché gentile ed allegra, e, anche se a volte ingenua, sempre sicura di sé.
Anche lei smistata a Grifondoro, aveva riscosso grande entusiasmo tra i vari studenti, ritenuta già dal primo anno una ragazzina carina e con ottime capacità.
Ma ancora più clamore aveva riscosso la notizia della loro amicizia.
Come poteva lei, ottimo esempio di un Grifondoro, essere amica di uno come lui che, al contrario, avrebbe potuto rappresentare un perfetto Serpeverde?
Nessuno era mai riuscito a spiegarselo, nemmeno Tobio.
Sotto quel punto di vista, [T/n] rimaneva un mistero, che nemmeno il più arguto dei Corvonero sarebbe riuscito a svelare.
La loro amicizia era quindi durata fino ad allora, al loro quinto anno, con l'aggiunta di un altro ragazzo, probabilmente parente dei Weasley dalla rossa capigliatura.
Shōyō Hinata, anche lui Grifondoro, si era unito ai due, gradualmente, durante il corso dei primi due anni.
All'inizio, le relazioni rimasero piuttosto distaccate, da semplici compagni di classe, che qualche volta chiedevano aiuto all'altro per i compiti di Pozioni.
Ma all'inizio del secondo anno, quando entrambi i ragazzi parteciparono alle selezioni della squadra ufficiale di Quidditch di Grifondoro, si videro sempre di più, battibeccando altrettanto spesso.
Tra i due nacque una spontanea rivalità, che col passare del tempo si trasformò in affinità, tanto da riuscire a giocare insieme senza doversi disarcionare a vicenda con un bolide.
Così, quando Tobio introdusse Shōyō, anche se visibilmente scocciato, alla sua amica, iniziò a far parte del gruppo.
Infatti, quando l'intensità dello sguardo di [T/n] divenne troppo forte per lui, fu costretto a  spostare lo sguardo con le guance rosse, incontrò la brizzolata testa del ragazzo, il viso immerso nella scodella dorata.
"Shōyō, dovresti mangiare con più calma." Disse la [c/c], spostando esasperata gli occhi sul suo piccolo amico.
"Mha ho fahe!"
Alzò il viso, completamente sporco di fiocchi d'avena, mentre parlava con la bocca altrettanto piena.
Con un espressione disgustata, [T/n] afferrò il suo tovagliolo, iniziando a strofinarlo delicatamente sul viso del rosso, che, infastidito, cercava di tirarsi indietro, mentre Tobio li osservava con un broncio in viso.
"Comunque.." [T/n] mise giù il tovagliolo, riportando i suoi dolci occhi su Tobio.
"Prima vi stavo chiedendo che cosa volevate fare durante l'ora buca di oggi."
"Abbiamo solo un'ora?"
Shōyō iniziò a lamentarsi, sbattendo la testa contro il tavolo di legno, facendo così tremare buona parte dei calici dorati disposti sulla superficie.
"Siamo comunque a scuola, non possiamo avere tutto il giorno libero!"
"Quando andremo ad Hogsmeade, si! Ah, non vedo l'ora di andare in quel negozio di scherzi, l'ultima volta ho fatto diventare Kageyama più rosso di un peperone con una delle loro caramelle!"
"Sapevo che non avrei dovuto mangiarla.."
Il sospiro della [c/c] non venne sentito, sovrastato dalle risate del rosso, divertito dall'espressione corrucciata del moro davanti a lui.
"Per me potremmo stare un po' al Lago, che dite?" Chiese la ragazza mentre girava il cucchiaino dentro la tazza, ricolma di the caldo.
"Ah, io non posso! Ho un allenamento speciale!"
Shōyō, che si era ributtato a capofitto sul cibo, stavolta addentando della pancetta, aveva subito rialzato la testa, gli occhi che sprizzavano scintille.
"Come sarebbe a dire 'allenamento speciale'? Ed io?"
Tobio arricciò il naso, assottigliando così gli occhi, facendo correre un brivido lungo la schiena del rosso.
"S-si, Daichi mi ha detto di andare al campo durante la mia ora libera.. Devo ancora esercitarmi col boccino!"
Ridacchiò grattandosi imbarazzato la nuca, mentre [T/n] gli rivolgeva un dolce sorriso.
"Non ti preoccupare Shōyō, vai pure. Io e Tobio ce la caveremo."
Voltò il capo verso il moro, che alla vista dello splendente sorriso, arrossì, abbassando istintivamente il viso mentre annuiva.
"Grazie [T/n]! Ah, e non è che mi potresti far copiare gli appunti di Astronomia più tardi?"
"Ancora? Ti ho detto mille volte di prenderteli da solo!"
"Ma è più forte di me! Alla Torre ci andiamo solo di notte, è ovvio che mi addormenti!"
La ragazza sbuffò rumorosamente prima di cercare nella sua borsa il quaderno degli appunti, porgendoli poi al rosso.
"Vedi di non perderli, ci ho messo un bel po' a sistemarli, e ho dovuto pure chiedere aiuto."
"A chi?"
Tobio, che fino a quel momento era rimasto zitto, s'intromise nella conversazione, ricevendo le occhiate sorprese dei suoi due amici.
"Uhm.. Ho chiesto a Tooru Oikawa, dopotutto lui è sempre stato il più bravo in Astronomia."
A quel nome, gli occhi cobalto di Tobio si fiondarono sul fondo della Sala Grande, incontrando la figura del castano, seduto al tavolo dei Serpeverde, che ridacchiava allegro.
Si sentì lo stomaco in subbuglio.
Perché doveva andare proprio da lui?
Non le aveva mai raccontato dei loro precedenti, ma questo di certo non la autorizzava ad andargli a chiedere aiuto!
Non dopo tutti i battibecchi che avvenivano tra loro due nei corridoi!
La sua mente iniziò a vagare, mentre il viso assumeva un cipiglio sempre più marcato, fino a quando il battito cardiaco non gli si fermò per un attimo.
Magari era interessata a lui?
Sapeva che molte ragazze erano affascinante dal suo aspetto e dal suo carattere, ed il fatto che fosse anche al settimo, ed ultimo anno, di certo attirava ancora più pretendenti.
Ma, lei?
Non le era mai sembrata la ragazza che cadeva ai piedi di una persona così.
Si era sbagliato?
Cominciò a pensare ai due insieme, nella biblioteca, a scambiarsi gli appunti.
Le immagini di [T/n] che sorrideva allegra, con le guance arrossate, a Tooru, gli fece salire la nausea, tanta da spostare velocemente la scodella del porridge lontana da sé.
"Tobio..?"
Sentì qualcosa sfiorargli delicatamente la guancia, facendogli spostare lo sguardo dal castano, a [T/n], che lo osservava preoccupata.
"Tobio, tutto bene?"
Il moro sentì l'intero palmo della soffice mano della ragazza sulla sua guancia, che in quel momento stava bruciando sotto al suo tocco.
Con un movimento repentino, scostò il braccio di lei, ritraendosi contemporaneamente.
La [c/c] rimase delusa dal suo comportamento, anche se ormai avrebbe dovuto essersene abituata.
Tutte le volte che provava a dargli anche il minimo segno d'affetto, Tobio si scansava velocemente, lasciandola con l'amaro in bocca.
Sapeva che non lo faceva con cattiveria, ma non poteva fare a meno di rimanerci male.
Dopotutto, era tutto ciò che desiderava.
Si rimise composta, gli occhi chiusi, quando si accorse che la Sala Grande, illuminata dal soffitto magico, che rifletteva la luce solare, si stava svuotando piano piano.
"Dobbiamo andare, abbiamo Cura delle Creature Magiche le prime due ore."
Si alzò velocemente da tavola, afferrò la borsa e, senza aspettarli, si unì al resto della folla che si avviava verso le proprie classi.
All'improvviso, Tobio sentì un forte dolore alla nuca, tanto da bruciare.
"Ahia! Ma sei cretino?!"
Si portò una mano a coprire il collo, mentre sbatteva l'altra sul tavolone di legno scuro, attirando l'attenzione di molti, ancora seduti.
"Sei tu il cretino! L'hai fatta star male!"
Il rosso si sporse verso di lui, uno sguardo truce in volto.
"Le passerà.."
"Ma ti importa di lei almeno un po'? Tu non hai la più pallida idea di quanto ci tenga a te! Parla sempre e solo di te quando stiamo io e lei da soli! Veramente non ti interessa niente..? Adesso capisco perché tutti dicono che saresti dovuto andare a Serpeverde, non che non mi fossi fatto un'idea appena ti ho conosciuto!"
Senza dire altro, Shōyō si allontanò da lui sbattendo violentemente i piedi per terra.
Tobio, invece, rimase congelato sul posto.
Sorpreso da una tale reazione del rosso, che mai aveva avuto, e distrutto dalle sue parole.
Sapeva.
Sapeva che sarebbe dovuto essere un Serpeverde.
Sapeva che il Cappello Parlante si era sbagliato.
Sapeva che quella non poteva essere la sua Casa.
Sapeva che non avrebbe mai potuto essere veramente amico di una ragazza come [T/n].
Sapeva che non era degno di provare dei sentimenti per lei.
Sapeva che lei non lo avrebbe mai ricambiato.
E sapeva, come anni addietro gli aveva detto Tooru, che lui sarebbe sempre stato un Serpeverde, non importa quale sarebbe stato l'esito della Cerimonia dello Smistamento, lui non sarebbe mai stato un vero Grifondoro.
E quelle parole, anche se dettate dalla rabbia, e non intenzionate a fargli del male, ma dette da uno dei suoi più cari, ed unici, amici, lo spezzarono.

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