|Break time| |Keiji Akaashi| |LEMON|

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ATTENZIONE!
Questa shot presenta scene esplicite di sesso! Se vi danno fastidio, non leggete!


L'oscurità dell'inverno aveva inglobato da qualche ora Tokyo, rabbuiando anche i più piccoli quartieri, le quali strade erano illuminate solamente dalle fioche luci che trapassavano le tende alle finestre delle abitazioni. Una tra queste si distingueva per l'oscurità proveniente da essa:
sembrava che nessuna luce fosse accesa al suo interno, se non per una stanza al secondo piano che, potente, sembrava illuminare l'intera stanza.
Quando poi, una macchina parcheggiò nel vialetto di quella buia casa, la donna al volante non si sorprese affatto, ma lasciò che un sospiro esasperato le uscisse dalle labbra rosee.
Era uscita quella mattina per andare al lavoro, lasciando il marito nel proprio studio, raccomandandogli di non passare l'intera giornata rinchiuso in quella stanza a lavorare, ma l'avvertimento sembrava non aver dato i frutti sperati.
Era ormai da giorni che l'uomo non si concedeva una pausa dal lavoro, e quasi non dormiva più.
Gli era stato assegnato un progetto molto importante, e Keiji, uomo diligente qual era, si era messo sin da subito al lavoro, concentrando tutto il suo tempo su di esso, trascurando così la moglie.
[T/n] comprendeva quanto il suo lavoro fosse importante per Keiji, ma non poteva fare a meno di sentirsi frustrata dal non ricevere alcun tipo di attenzione dal marito. Le mancava sentire la sua presenza nel letto, al suo fianco, le mancava il suo tocco delicato su di lei, le sue sottili e pallide labbra che le accarezzavano la pelle e l'intreccio dei loro corpi.
Appoggiò la fronte sul volante di pelle dell'auto con un sospiro, pensando a quanto bisogno di una pausa avesse. Rialzò il capo, puntando il proprio sguardo sulla finestra dello studio di Keiji, osservando la luce che trapassava da essa, ed un piccolo ghigno le incorniciò le labbra.
Scese dall'auto, chiudendo con un tonfo la portiera, e si diresse a passo spedito verso la porta di casa, facendo rimbombare per tutto il quartiere il rumore dei suoi tacchi che calpestavano la pietra.
Entrò in casa con un sospiro di sollievo, venendo pervasa dal calore interno, ma rimase disorientata dal buio, che venne spazzato via una volta che le sinuose dita della donna schiacciarono l'interruttore della luce.
Chiusa la porta, si tolse i tacchi, liberandosi da quella tortura che si stava portando dietro da quella mattina, seguiti dal lungo capotto nero, che venne appoggiato sull'attaccapanni di legno, poco più avanti.
Avanzò verso le scale, accendendo ogni lampada disponibile mentre proseguiva, continuando fino al piano superiore. Una calda luce filtrava da sotto la porta di legno dello studio di Akaashi, ed il solo rumore delle squadre che si muovevano sui fogli di carta sembrava colmare l'ambiente.
Lentamente, [T/n] si avvicinò allo studio dell'uomo, aprendo silenziosamente la porta una volta che le fu davanti.
Davanti a lei la figura di Akaashi era ricurva sul grande tavolo di legno chiaro, cosparso di fogli, dai più disegnati a quelli completamente bianchi. Continuava a muovere con movimenti fluidi le sue due squadre, con l'aiuto delle quali la matita tracciava linee perfettamente dritte.
Ogni tanto gli occhiali gli scivolavano sul ponte del naso, ma era rapido a riportarli al loro posto con le sue lunghe dita. I capelli neri erano, come sempre, al loro posto, pettinati in maniera tale che non gli ricadessero sugli occhi, di un blu metallico, tendente al verde, in quel momento concentrati sui fogli sui quali stava disegnando così attentamente.
Non sembrava essersi accorto della presenza della donna, che lo stava osservando con un piccolo sorriso e le guance rosse dal freddo esterno. Sapeva che quando era concentrato era quasi impossibile distrarlo, ma aveva degli ottimi motivi per far concentrare la sua attenzione su qualcos'altro.
Entrò nel suo studio, impeccabile ed ordinato come sempre, e si posizionò dietro al piccolo sgabello sul quale Keiji era seduto. Non aveva battuto ciglio quando [T/n] era entrata, troppo concentrato sul suo lavoro, ma quando le sue delicate dita iniziarono a massaggiargli le spalle indolenzite, non poté fare a meno di emettere un sospiro di piacere, bloccando per qualche secondo il suo lavoro.
"Sei tornata.."
Il suo sussurro, incrinato dal piacere del tocco della [c/c] sulle sue spalle, la fece sorridere sorniona. Avvicinò con lentezza le proprie labbra all'orecchio dell'uomo, facendo scontrare il proprio petto con la schiena di lui, che non si fece scappare quel contatto, sebbene intralciato dallo schienale dello sgabello.
"Ti avevo detto di riposarti, almeno per oggi."
Il caldo fiato della donna si scontrò dolcemente contro il suo orecchio, così come le morbide labbra di lei accarezzarono il suo lobo.
Keiji sentì i brividi percorrergli la schiena a quei contatti, ma rimase lucido. Mancava poco al completamento del progetto, e poi avrebbe potuto dedicare tutte le sue attenzioni a [T/n], ma sembrava che quest'ultima non avrebbe ceduto facilmente.
"Lo sai che devo finire questo lavoro."
"Si, ma è da giorni che non ti riposi. Da quant'è che non ti fai una bella dormita?"
"Non è importante, potrò farmela quando avrò finito."
[T/n] sbuffò stizzita: se non riusciva a convincerlo con le buone, sarebbe passata alle cattive.
Lasciò andare la presa sulle spalle di Keiji, allontanandosi da lui, per poi fare il giro dello sgabello e sedersi sulle gambe di lui.
Akaashi si irrigidì non appena il corpo della donna si posò sulle proprie gambe, rendendogli ancora più difficile concentrarsi sul proprio lavoro.
[T/n] avvolse le mani attorno al collo di Keiji, puntando con i suoi occhi [c/o] quelli sfuggenti di lui, mentre con le dita giocherellava con i ciuffi corvini sulla sua nuca.
"Guardami."
Con titubanza, Akaashi voltò il capo verso quello della moglie, incontrando i suoi occhi, pieni di desiderio, rimanendone catturato, mentre il suo tocco continuava a mandargli scariche elettriche per tutto il corpo.
"Non credi di avermi trascurata un po'? Non dormi nemmeno più con me.."
Keiji sospirò, ne era consapevole, ma non poteva farci molto.
"Lo sai che il mio è un lavoro impegnativo."
"Sarai un'architetto, ma sei anche mio marito, o sbaglio?"
Era un gioco sporco quello di [T/n]: era riuscita a manipolare a suo piacimento le debolezze di Keiji, facendo concentrare tutta la sua attenzione su di sé.
Akaashi deglutì quando sentì [T/n] mettersi più comoda sulle sue gambe, avvicinando ulteriormente il suo fondoschiena alla sua intimità, già abbastanza stuzzicata da tutte le carezze sensuali che la donna gli stava regalando.
Il suo sguardo venne attirato dalla leggera scollatura della donna, che gli permise la vista della linea dei suoi seni, cosa che fece aumentare la sua temperatura corporea ulteriormente.
Ma la vista durò ben poco dato che [T/n] si schiacciò contro il suo petto, avvicinandosi una volta di più al suo orecchio, sussurrando sensualmente col suo caldo fiato.
"Allora, vuoi prendertela una pausa?"
Per un momento, Keiji rimase rigido ed immobile, così tanto che [T/n] pensò di essere andata troppo oltre con le sue provocazioni, ma dovette ricredersi quando l'uomo si tolse gli occhiali, appoggiandoli sul tavolo sul quale stava lavorando, rivelando i suoi occhi blu metallici, pervasi dalla lussuria.
Le labbra della donna non poterono far altro se non incurvarsi in un sorriso malizioso prima di venir intrappolate da quelle sottili e voraci del marito.
Non aveva resistito alle tentazioni che la moglie gli aveva posto, e si era visto quasi obbligato ad accettarle, ma dopotutto, una pausa non gli avrebbe di certo fatto male..
Iniziò ad accarezzarle i fianchi, insinuandosi all'interno della sua camicia bianca mentre con la lingua leccava il suo labbro inferiore, beandosi dei sospiri che lasciavano quelle labbra che tanto lo avevano tentato.
Si staccò da esse solo per spostarsi sul suo lungo collo, iniziando a riempirlo di baci umidi, accompagnati da qualche leggero morso, mentre le sue dita iniziarono a percorrere il suo busto, accarezzando delicatamente i suoi seni prima di sbottonare lentamente la camicia che intrappolava il suo corpo ormai caldo.
[T/n] inziò ad agitarsi al suo tocco, ed impaziente di ricevere qualcosa di più, infilò la propria mano tra i folti capelli corvini di Keiji, incitando l'uomo a continuare.
Quando poi, finalmente, Akaashi finì di sbottonare l'indumento della donna, un ghigno gli apparve in viso alla vista dei seni della donna, intrappolati in un reggiseno di pizzo bianco, che gli urlava di venir tolto.
Non perse tempo, e liberò una volta per tutte il petto della moglie, permettendogli la completa visione del meraviglioso corpo di lei, facendogli stringere ancora di più il cavallo dei pantaloni.
Ritornò a baciarla con ancora più foga, soddisfacendo le rihieste di [T/n], mentre con la mano destra provvedeva ad abbassare la cerniera della sua gonna a tubino.
[T/n] quasi non ce la faceva più, voleva sentirlo completamente, non si soddisfava di semplici baci e carezze spinte, voleva sentire il suo corpo nudo sul suo, la sua intimità premere contro la sua.
"K-Keiji..dai.."
Quella voce pervasa dal piacere e dall'impazienza fece sorridere il corvino, che intanto aveva avvicinato la mano al tavolo di legno davanti a loro.
Appoggiò le labbra all'orecchio della [c/c], provocandole dei brividi per tutto il corpo.
"Che c'è, sei così impaziente?"
[T/n] annuì, non aveva senso nascondere la sua eccitazione, ormai era chiaro quanto lo desiderasse, e a quel cenno, una risata cristallina fece vibrare la gola di Keiji.
"Beh, allora vediamo di darci una mossa.."
Con un movimento netto del braccio, il corvino fece cadere tutto ciò che era presente sul grande tavolo di legno chiaro a terra, con un forte tonfo, per poi appoggiarci sopra [T/n], che rabbrividì al contatto del freddo legno con la pelle della sua schiena.
Portò il suo sguardo all'uomo, che intanto si era sfilato il maglione nero, e la stava osservando sornione mentre avvicinava le pallide mani ai lembi della sua gonna, sfilandogliela lentamente, mentre lei muoveva i fianchi per agevolare l'azione.
Una volta privata dell'indumento, [T/n] rimase solamente con la biancheria inferiore a coprirla, ed il corvino si affrettò a toglierla, lasciando completamente nudo il corpo della moglie.
Lanciò uno sguardo fugace alla donna, che lo osservava quasi supplicante, prima di aprirle lentamente le cosce con le sue dita fredde, facendo venire la pelle d'oca a [T/n].
Abbassò poi il capo tra esse, appoggiando le sue sottili labbra sull'intimità della donna, iniziando a muoverle lentamente, estraendo solo dopo pochi secondi la lingua, che cominciò ad accarezzare il clitoride, facendo sussultare di piacere la [c/c].
Senza troppi giri di parole, i capelli di Keiji vennero intrappolati dalle dita di [T/n], che gli spingeva il capo più a fondo tra le sue gambe, incitandolo a continuare.
Divertito, l'uomo morse delicatamente l'intimità di lei, provocandole un piacere tale, che inarcò la schiena sul tavolone, mettendo in risalto il suo seno libero.
Lentamente, continuò quella sua crudele, ma altrettanto piacevole tortura, che stava facendo perdere la testa alla [c/c]. Keiji, dal canto suo, cominciava a sentire gli effetti della vista della moglie, completamente nuda, sul suo tavolo da lavoro, con le guance rosse ed il fiato corto, i capelli spettinati e gli occhi ricolmi di lussuria.
Non avrebbe resistito ancora a lungo, il cavallo dei suoi pantaloni, che ancora teneva addosso, stava diventando fin troppo stretto, e la sua mente stava viaggiando tra fin troppe fantasie.
Si fermò, deciso ad accontentare non solo i desideri della moglie, ma anche i suoi, repressi per troppi giorni.
Si staccò da lei, ricevendo in risposta un mugolio infastidito, si abbassò velocemente i pantaloni e i boxer, rimanendo completamente nudo agli occhi della moglie, che incosapevolmente si morse il labbro inferiore, come segno di approvazione.
Ritornò verso di lei, attirandola a sè per le cosce, facendo così scontrare i loro bacini, con grande soddisfazione per entrambi.
Keiji appoggiò la fronte a quella di [T/n], guardando con quelle sue due pozze blu metallico quelle [c/o] di lei, ricolme di desiderio ed impazienza, che Keiji prese come un permesso alla sua richiesta.
Con una lentezza inaudita, entrò dentro di lei, e presto i gemiti riempirono la stanza.
Le spinte si facevano mano a mano più forti e profonde, così come le unghie della [c/c] graffiavano sempre di più la pelle candida della schiena del marito. I gemiti di entrambi facevano vibrare le loro gole, ed il pomo d'Adamo di Keiji continuava ad alzarsi e ad abbassarsi.
Ormai sulle loro pelli era presente un velo di sudore, ma l'unione dei loro corpi era di gran lunga più importante di qualche piccola goccia di sudore. Il rumore delle loro pelli che si scontravano, i loro gemiti ed i respiri affannati erano le uniche fonti di rumore in quella casa solitaria, che finalmente sembrava avere un po' più di vita.
Mano a mano che il rapporto continuava, Keiji sentiva sempre più il piacere e l'appagamento che stava provando, ma il calore bruciante che iniziò a provare al basso ventre lo avvertì che era vicino al suo limite, e lo stesso era per la donna unita a lui, ormai allo stremo.
Le spinte si fecero più forti ed il movimento più veloce fino a quando Keiji non riversò il suo piacere all'interno della moglie che, appagata, lasciò uscire un ultimo gemito di piacere prima di far sprofondare il viso nell'incavo sudato del corvino, esausta.
Akaashi sorrise nel mentre che cercava di riprendere fiato, il battito accelerato, così come quello di [T/n], che sentiva proprio sul suo pettorale destro.
Si scostò un poco da lei, quanto bastava per appoggiare delicatamente le sue labbra sulle soffici guance di [T/n] con un leggero sorriso.
Si, forse una pausa gli era servita.

Dedicata a Kacchan_Hero .

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