Capitolo 1

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Elliot.

Era stata una dura settimana, io e Olivia avevamo litigato e poi fatto pace. Lei odiava che io mi intromettessi nelle sue storie di amicizia o storie che potrebbero portarmela via. Anche se tra noi non è mai successo nulla, nonostante la gelosia certe volte senza senso siamo amici, e voglio proteggerla. Non mi piace che qualcuno che non conosco possa portarmela via.

Stiamo discutendo su dove portare sorella Peg e le ragazze quando entra Jenna Fox, con una pistola e inizia a fare fuoco.

La prima a cadere è sorella Peg che si è trovata nella traiettoria dello sparo. Mentre lei uccide uno per uno gli assassini di sua madre, io estraggo la pistola quando vedo che la punta contro Olivia. Penso di aver ferito la ragazza, ma lei cade a terra morta. Poi mi giro verso Olivia che è sdraiata sul corpo di sorella Peg. Corro da lei e la vedo che respira a malapena e mentre i soccorritori ritardano io cerco di fermare l'emorragia.
"Olivia non lasciarmi. Non ti azzardare a lasciarmi."
Ma Olivia chiude e riapre gli occhi senza emettere nemmeno un suono. E lì morente tra le mie braccia e io non so cosa fare. I soccorritori arrivano nemmeno cinque minuti dopo. La rianimano e poi la portano al Mercy. Io viaggio con lei in ambulanza, la vedo andare e tornare per tutto il tragitto. Il proiettile e fermo accanto al suo cuore. Potrebbe non farcela.
Quando arriviamo viene portata in sala operatoria, tutti ci raggiungono. Anche mia moglie Katie e i ragazzi.
"Elliot che cosa è successo?"
"Le hanno sparato e io non sono riuscito ad impedirlo."
"Non è colpa tua."
"Si invece dovevo impedirlo, dovevo fermare quella sedicenne."
"È una sedicenne?"
"Si. Ma anche lei è morta. Però prima ha sparato ad Olivia."
"Elliot ora andiamo a casa ti calmi e ritorni."
"Non penso proprio io da qui non mi muovo."
"Stabler come spieghi quello che è successo?"
"Non qui, abbi rispetto per Olivia, Tucker."
"Olivia starebbe meglio senza di te. Prega che si salvi."
"Olivia è la mia partner e di qui non mi muovo finché non vedrò i suoi occhi aperti."
"Scusate la famiglia della signorina Benson?"
"Siamo noi." Dice Cragen.
"La detective è stata messa in coma, non sappiamo per quanto tempo. L'operazione è andata bene. Ma non si è svegliata dall'anestesia. Quindi abbiamo convenuto a metterla in coma." Spiega il medico.
"Quando possiamo vederla?" Dico io.
"Oggi non credo proprio. Forse entro la settimana, se abbiamo degli risultati."
"Posso entrare voglio solo vedere che respira."
"Mi spiace." Dice il medico. "Andate a casa, vi contatteremo se ci sono novità."
Per farci andare via o meglio per farmi andare via, mi trascinano fuori.
Da quel momento metto la mia vita in stand by, passo le ore fermo in ospedale, vado a casa al massimo qualche ora, prego che la mia Olivia ritorni da me. Nel frattempo Tucker per complicarmi la vita mi mette sotto inchiesta, così come tutta la squadra tranne Olivia, mi arrendo non combatto e consegno pistola e distintivo.
Le mie giornate le passo nella sala di attesa di un ospedale. Un giorno dopo tre settimane dalla sparatoria, il medico mi fa entrare.
"Puoi parlare con Olivia, puoi dirle tutto quello che pensi, lei dovrebbe sentirti. Puoi metterle della musica, fai ciò che ti senti."
"Va bene."
Mi lascia solo e io vado da lei, e immobile, respira con i macchinari.
"Ehi partner,  mi manchi. Svegliati." Niente solo il rumore dei macchinari.
Accendo della musica, le metto quei gruppi che a lei piacciono.
Resto a tenerle la mano.
Il giorno dopo ritorno e le inizio a parlarle di nuovo.
"Liv, io ti voglio bene. Ma tu devi svegliarti. Devi tornare da me. Sai le tue vittime ti cercano, hai un piccolo fans club che ti ammira e che ogni giorno ti manda dei regali."
Rimango per ore a sentire il rumore dei macchinari. Poi bussano alla porta e  entrano il mio ex capitano Cragen, Munch e Fin.
"Come sta?"
"Non si sveglia, sono passati tre settimane."
"Devi tornare al lavoro."
"Ho consegnato distintivo e pistola."
"Puoi riprenderlo."
"Non posso ho detto a Tucker che non sarei stato più un problema."
"Hai fatto vincere gli affari interni."
"Che dovevo fare. Avrebbero licenziato tutti."
"Non c'è bisogno di proteggerci, devi tornare. Fallo per Olivia."
"Non posso il mio compito e rimanere qui."
"Ma è anche svolgere il tuo compito."
"Non posso." Dico e poi ritorno da lei.
Così passa un mese, un mese davanti al suo letto. Non si muove e continua a respirare con le macchine. Viene anche Miranda a darmi il cambio, sono amiche come vengono anche Alex Cabot e Casey Novak, restano con lei mentre io decido di cosa farne della mia vita.

Quindi vado da Tucker.
"Noi non siamo mai andati d'accordo. Ma togli la mia ex squadra da sotto inchiesta. E' successo un danno per via di una ragazzina che le hanno ucciso la madre sotto gli occhi. Non si può biasimare. Quindi io consegno i documenti, vado in prigione e tu togli Olivia e la squadra da sotto inchiesta. Mi prendo io la responsabilità."
"Ho già tolto la tua squadra da sotto inchiesta. Un video vi scagiona tutti. Ma scusami se te lo dico Stabler, ma la Benson sta meglio senza di te. Quindi accetto i tuoi documenti e da questo momento questa storia rimane tra noi due."
"Va bene. Ma Olivia è la mia partner. Voglio sentire che ha brillato e che tu le parerai le spalle. Che non le metterai mai più i bastoni tra le ruote."
"Non posso prometterlo ma ci proverò."
Esco da lì e ritorno in ospedale, di questa cosa non parlo con nessuno. Ma Olivia deve sentire cosa provo per lei.

"Ehi partner, svegliati qui hanno tutti bisogno di te. Io ho bisogno di te. Sai sono venuto a patti con quello che provo per te. Io ti amo. Ti amo tanto, ma tu devi svegliarti per farlo accadere. Ti amo Olivia. Sarei disposto a lasciare ogni cosa per te. Ma tu svegliati." le sussurro. 

Le parlo ogni giorno, le dico che  deve tornare da me, da quella che sarà la nostra vita se torna. Ma le mie parole rimangono inascoltate.

Così passano tre mesi e  poi un giorno quando torno in ospedale, vedo confusione nella camera di Oliva e penso che si sia aggravata e così mi metto a correre. Quando arrivo l'infermiera mi ferma. 
"Cos'è successo?" domando.
"Si è appena svegliata. Per il momento non ricorda nulla. I medici stanno controllando i segnali vitali, stanno controllando ogni cosa. Chiami i suoi amici e famigliari."
Ma io rimango dietro la porta per ore, perchè prima che tutti sappiano la notizia io la devo vedere, almeno per l'ultima volta.

Il medico mi da il permesso di entrare e lei è lì sveglia e un po' confusa.
"Ehi partner."
"Ehi, ma tu sei Elliot?"
"Sì. Siamo partner da dodici anni. Non dirmi che non ti ricordi."
"Sono confusa. Pensavo che la mia vita fosse quello che ho vissuto fino adesso."
"Che vita hai vissuto, sei stata in coma per tre mesi."
"Ero sposata e avevo dei figli. Non facevo la poliziotta ed ero soltanto una moglie."
"Che vita noiosa detective Benson." le dico.
"Sentivo una voce, pensavo che fossi pazza. Mi chiamava e poi sentivo cose che non c'erano."
"Saranno stati i medici." dico.
"Elliot stringimi la mano."
Gliela stringo e non parliamo poi molto.
"Liv io devo dirti  una cosa."
"Non posso crederci Olivia Benson ti sei svegliata." entrano tutti i miei ex colleghi e io scivolo dalla camera senza salutarla.

Quando torno a casa le nostre valigie sono pronte.
"Ne sei sicuro?" 
"Sì. Voglio che lei brilli senza di me."
"Lasci ogni cosa per lei."
"Lo farei sempre, lei viene al primo posto. Non sono innamorato di lei. Ma è giusto che ricambi ogni volta che lei ha salvato uno di noi."
"Hai ragione lei viene al primo posto."
Partiamo, il mio prossimo incarico è fare l'agente della sicurezza privata. Quindi ci aspettano a Chicago. 

La nuova vita degli Stabler sarà lontana da NY. La mia nuova vita sarà lontana da Olivia.

Ti amo e non lo so direDove le storie prendono vita. Scoprilo ora