Capitolo 12

17 3 0
                                    

Elliot. 

Quando siamo arrivati eravamo contenti. L'avevo trovata e lei si era liberata da sola. Ma quando siamo arrivati e io ero fuori dal magazzino pronto ad entrare per salvare la donna che amavo, non immaginavo che sarebbe saltato tutto in aria.
Vengo balzato in lontananza di due metri, tutto è confuso. Sento il rimbombo, sento le urla di Fin e Amanda, quelle di Ayanna che cerca di chiamarmi. Ma io non sento nulla.

Poi silenzio, c'è silenzio, vedo muovere tutto a rallentatore. Ayanna viene verso di me in lacrime, cosi come Fin  che tiene stretta Amanda per non farla entrare dentro. E poi vedo un auto sconosciuta fermarsi, e quell'uomo di Chicago.
"Dimmi che l'avete salvata." dice a Fin.
"Non lo sappiamo, siamo arrivati e tutto è saltato." dice.
"Perchè era in quel magazzino."
"Era stata rapita, ma l'avevamo trovata mancavano pochi minuti avevamo la posizione dentro a quel magazzino." spiega Fin. "Tu che fai qui?" domanda.
"Ero a NY per quel caso della droga, quando sono arrivato c'era confusione alla SVU, e dopo avevano detto che il capitano Benson era sparita."
"E' sei venuto qui?" domando.
"Credo che la colpa sia tua, perchè per i tuoi peccati a pagato lei?" domanda prendendomi e alzandomi. Anche se sono più muscoloso e più forte di lui, in questo momento sono soltanto un corpo senza anima.
"Per favore, dobbiamo capirci qualcosa. Quindi non vi azzuffate." dice Fin. "In altre parole non fate i coglioni." dice aggiustando le parole.
"Elliot devi medicarti sei ferito e perdi sangue."
"Liv." sussurro.
"Il telefono del capitano è ancora attivo, ha ancora la chiamata aperta." dice Jet.
Ma io ho perso le speranze e me ne sto con la testa tra le mani in lacrime. E poi credo di averla vista uscire da qualche parte zoppicando. Mi alzo e  vado zoppicando tenendomi il  braccio. Seguo il mio miraggio.
"Elliot dove vai?" grida Ayanna e mi segue anche lei.
"Liv." la chiamo. "Liv." raggiungo,  ma il mio miraggio scompare.
"Elliot devi curarti. Sicuramente avrai un trauma cranico."
"C'eravamo quasi, mancavano meno di cinque minuti. L'avevamo."
"Mi spiace, ci abbiamo provato tutti." dice in  lacrime il mio sergente.
"Come farò a spiegare a suo figlio, al piccolo Noah che la sua mamma quella che l'ha cresciuto con amore non c'è. Hai miei figli, come dirò loro che la donna che amavo non c'è più. Voleva la mia anima l'ha ottenuta."
"Elliot." dice lei guardando alle mie spalle. Si mette a correre verso un corpo. La seguo e Olivia quella a terra svenuta.
"Dio mio Olivia." dice tastando il suo battito. "E' viva." prende la sua radiolina e dice di aver trovato il capitano e di mandare i paramedici.
"Liv... amore mio mi senti." le dico prendendole le mani.
E' ferita, ha il viso sporco di fuliggine e sangue. Le mani sono nere e penso sporche. I paramedici arrivano con Fin, Amanda e quel tizio di Chicago.
"Come sempre Olivia si salva da sola." commenta.
"Io non ti conosco e queste battutine sono squallide. Non sai quanto l'abbiamo cercata."
"A proposito che fine ha fatto Wheatley." dice Fin.
"Spero che sia all'inferno." dico.
I paramedici arrivano e iniziano a medicarla, le controllano i battiti del cuore. Se ha qualche trauma. Quando le toccano la spalla lei geme dal dolore. Era sveglia.
"Smettetela di urlare  e litigare." dice piano.
"Liv eri sveglia?" domando.
"Vi ho sentito, da quando eravate laggiù." dice. Adesso ha gli occhi aperti e mi guarda.
"Mi spiace Liv, non volevo che passassi tutto questo."
"Non parlare. Ora voglio solo chiamare Noah."
"Non sappiamo che fine a fatto Wheatley."
"E fuggito nel momento esatto che è scoppiata la bomba, io ero già al primo piano dell'edificio. E mi sono buttata."
"Capitano deve andare in ospedale. Deve medicare il braccio, la ferita alla testa e quelle alle mani. E controllare la caviglia, perchè è un po' gonfia." dice il paramedico mettendola sulla barella.
"Posso venire anch'io." dico.
"Ecco preferirei di no." dice lei.
"Stabler deve curare le sue ferite e stato sbalzato per più di due metri dall'esplosione. Ha perso momentaneamente l'udito." dice Ayanna.
"Va bene, tanto dobbiamo portare il capitano al Mercy." dice il paramedico.
Saliamo in ambulanza, lei non mi parla e come se c'è l'avesse con me. Mentre io vorrei soltanto piangere perchè è viva, ma ferita.
"Liv..."
"No Elliot. Per favore  non voglio parlarne."
"Siamo vivi entrambi per miracolo."
"Ti avevo chiesto esplicitamente di non venire, di non venire nessuno."
"Olivia, ma ti senti. Eri rapita, ti abbiamo trovato e non ho avuto tempo di entrare perchè l'esplosione è stata così forte che per un momento ho rivisto la mia vita. E in quella vita c'eri tu, c'eri sempre tu." dico.
"Io non voglio ascoltarti. Se fossi morto chi si sarebbe preso cura di Noah?" domanda.
"Ma siamo vivi entrambi. E possiamo prenderci cura di lui insieme."
"Se io fossi morta, cosa sarebbe successo a mio figlio." le vedo la paura negli occhi.
"Non sei morta. Lo capisci, siamo vivi. E Noah è in Italia felice che si gode le vacanze."
"Wheatley probabilmente è ancora vivo. Ma l'ho ferito."
"L'ho visto, ricordami di non farti incazzare mai." dico sorridendo.
"Non lo trovo divertente. Stavo rivivendo il mio rapimento, solo che quello non era Lewis, ma se non mi fossi fermata lo avrei ucciso."
"Non lo avresti fatto."
"Non mi conosci."
"Non è vero. Non lo avresti fatto, perchè tu sei un eroina e non un assassina, sei cazzuta e aiuti le vittime. Non uccidi gli assassini li consegni alla giustizia. E' questo che amo di te."
"Non mi conosci, non sai che cosa mi è passato per la mente. Quindi non parlare più."
E non mi rivolge più la parole.

Ti amo e non lo so direDove le storie prendono vita. Scoprilo ora