Olivia.
Sono passati tre giorni, da quando io e Elliot abbiamo rotto. Siamo alla vigilia di Capodanno e noi ancora non parliamo. Siamo civili al lavoro, stasera ognuno di noi passerà l'attesa notte dell'anno nuovo separati. Io sono a casa Bell, lui è a casa sua con le sorelle di sua moglie. Nessuno dei ragazzi ha il coraggio di intromettersi. Non solo questo, nemmeno Noah va più da loro e lo vedo che guarda casa di Elliot con nostalgia. La cosa che ci ha fatto mettere un punto alla nostra storia e stato il litigio in centrale. Con tanto di testimoni. Il ragazzo che perseguitava Kathleen si è costituito, ma la ragazza doveva fare il riconoscimento e Joe è andato a prenderla, Elliot li ha visti arrivare insieme e ha iniziato a fare domande. Kathleen ha risposto che aveva uno stalker ed è venuta da me. Lui è arrivato nel mio ufficio urlando che dovevo avvertirlo che era sua figlia e che io dovevo dirglielo.
Gli ho risposto pacatamente che se lui lo avesse saputo avrebbe ucciso il tizio. Mentre ora sconterà tutte le sue pene e che non uscirà per anni dal carcere nemmeno per buona condotta. Si è calmato? No perchè io poi sono una che sbrocca, che non deve permettersi più di entrare nel mio ufficio, con tutti gli agenti, con tutti i detective nostri amici e con sua figlia davanti. Gli dico che deve aspettarsi una sospensione di qualche giorno, mi dice di andare a fanculo, esce dal mio ufficio sbattendo la porta e se ne va.
Dalla sera della veglia a casa Barba la tensione tra noi è diventata insopportabile. E non è nemmeno tensione sessuale. Quindi questo litigio arriva all'orecchio del capo e mi sono presa un cazziatone perchè non so gestire i miei uomini.La sospensione e per entrambi, perchè io ho sospeso lui e il capo a sospeso me. Questa cosa non mi piace, nemmeno quando eravamo partner litigavamo così. Oddio c'erano i litigi, ma dopo facevamo pace.
Quindi passerò la prima settimana di gennaio a casa. La sospensione ha effetto immediato e quindi lascio il comando a Fin.
"Liv... che succede tra voi. eravate così tranquilli. Dopo Natale pensavamo che tutti i dissapori sarebbero finiti."
"Io e quella persona non andiamo d'accordo."
"Quella persona ti ama."
"Quella persona ha messo un nome alla nostra relazione. Io volevo andare a convivere però senza dare un nome a questa cosa."
"Tipo coinquilini?" domanda.
"No. Non lo so. So solo che da quella sera, abbiamo rotto e non c'è rimedio. Poi sua figlia è venuta a chiedermi aiuto. E le cose sono peggiorate."
"Ma non puoi rompere un qualcosa che non ha un nome. Quindi cosa siete."
"Non lo so. Lui vuole essere di più di un amico."
"E tu cosa vuoi."
"Non lo so. Allontanarmi un po' da lui. Io lo amo, ma se lui una mattina si svegliasse e decidesse di sentirsi in colpa nei confronti di sua moglie? Lo conosco, so che si sveglierebbe così una mattina. Poi stasera arriveranno le cognate, le sorelle di sua moglie. Pensa un po' la tensione."
"Mamma mia come siete difficili. Vi amate, vedi come va nei prossimi giorni. Perchè non potete litigare qui al lavoro. Dovete parlare, urlare nella vostra intimità casalinga."
"Forse ho fatto un'errore a farlo tornare qui alla SVU."
"Non pensarlo. E' un ottimo detective prima di tutto e poi ci sta sbroccare, certo ha sbagliato con te. Ma è un padre e lo sappiamo tutti che i nostri figli sono il nostro punto debole."
"Sei troppo saggio Sergente Tutuola."
"Anni di esperienza con voi due. Ora vatti a preparare." dice facendomi andare via.
Trovo Elliot seduto nella sua auto. Appena mi vede scende.
"Liv..."
"NO." dico aprendo la mia macchina e buttandoci dentro la borsa.
"Mi dispiace."
"Ti dispiace. Sono stata sospesa da quello stronzo, per colpa tua."
"Anche tu mi hai sospeso."
"Mi hai urlato contro, ho aiutato tua figlia."
"Lo so. Mi scuso per averti urlato contro."
"Non.... voglio soltanto che la smettiamo. Penso di aver fatto un errore a permetterti di tornare nella mia unità."
"Non farlo. Non pensarlo nemmeno, lo so ero nervoso. Ma da quando sono tornato ho sempre desiderato di tornare a lavorare con te."
"Devo tornare a casa a prepararmi per questa serata." dico.
"Liv per favore. Ho capito qual è stato il mio errore. Non dovevo dare un nome a questa cosa. So che non vuoi avere legami. Anche se ti amo, lo accetto."
"Tu sei un idiota."
"Perchè che ho fatto ora."
"Niente. Non fai mai niente. Non lotti per me, non lotti per noi."
"Perchè scusa tu lotti per me e per noi? Ora mi sono seccato, fai tutto sto casino. E poi mi dici che non lotto per te? Ma se è da quando sono tornato che ti dimostro che sei l'unica donna con cui voglio stare."
"Io... Vuoi la verità? Ho paura che tu un giorno ti svegli e mi guardi, mi dici che ti senti in colpa verso di lei. Che mi dici che tutto quello che abbiamo costruito, la nostra famiglia sia sbagliata. Ho paura che tu un giorno prenda Eli e ve ne andiate, di nuovo. Ho paura Elliot. Siamo stati derubati per tutta la vita. E poi siamo qui a non capirci." dico singhiozzando.
"Ho paura anch'io. Ma non perchè mi sveglierò un giorno e avrò i sensi di colpa. Ho paura che tu un giorno prendi Noah e ve ne andiate. Ho paura che tu una mattina ti svegli e mi dici che abbiamo fatto un errore, che non mi ami e che ti penta di tutto ciò."
"Non potrei mai. Elliot io ti amo troppo. Penso davvero quello che ti ho detto due l'altro giorno. Che non posso e non voglio vivere senza di te. Penso davvero che la convivenza sia la soluzione, ma non sono pronta al grande passo. Ma non perchè non ti amo, ho paura per i sensi di colpa."
"I miei sensi di colpa sono che ti ho lasciato per dieci anni, di non averti detto che ti amo, quando dovevo e che ho quando ho capito di amarti io ero sposato. Quindi si i miei sensi di colpa sono che non so come farmi perdonare da te." dice avvicinandosi.
"Bastava una chiamata o una visita. Io non credo che tu in dieci anni non sei mai tornato."
"Vuoi la verità, sono tornato per il matrimonio di Maureen, mi sono auto imposto a non avvicinarmi a te o all'unità. Mi sono auto imposto di non chiamare nessuno, anche se Katie voleva che venissi a trovarti."
"Quando sei tornato."
"Tre anni dopo che me no sono andato, era estate."
"Sei tornato prima o dopo il mio rapimento. Metti che sono stata rapita a fine luglio."
"Penso la seconda settimana di agosto. Olivia io non sapevo del tuo rapimento, i miei figli non me lo hanno detto. Nessuno mi ha visto quando ero qui, se non me lo avesse accennato prima Wheatley e poi quando mi hai raccontato la tua storia nemmeno lo avrei saputo. Perchè giuro che sarei venuto da te. Ti avrei portata via dal tuo dolore e ti avrei portata via da NY, avrei lasciato Katie, ogni cosa per te. Se lo avessi saputo quando ero qui."
"Il fatto e che tutti volevano come ti ho raccontato, chiamarti. Ma io vivevo nel buio più totale."
"Sarei venuto." dice.
"Lo so. Ora lo so. Ma credo che sia stata la soluzione migliore."
"Hai deciso tu, come giusto che sia per tutti. Per me e per te, non mi hai lasciato combattere per te."
"Non volevo che vedevi tutto quello che mi ha fatto."
"Sarei andato in carcere ad ucciderlo. Lo avrei ucciso davanti a tutti e poi avrei scontato la mia pena."
"Lo so. Lo sapevo anche all'ora, lo sapeva Fin e Cragen."
"Ora che succede tra noi?" domanda.
"Non lo so. Facciamo passare questa serata e domani capiremo cosa fare."
"Io voglio davvero sposarti."
"Ma c'è Noah."
"Noah è già uno Stabler, non lo vedi quanto è felice con i ragazzi."
"Sì. Voglio tornare a casa."
"Allora domani appena ti sveglierai mandami un sms e verrò da te."
"Ma ci sono loro."
"Non me ne importa."
"Ok." dico e si avvicina e mi abbraccia.
"Ti amo Olivia."
"Ti amo anch'io Elliot. Mi sento una stupida. Ci siamo fatti sospendere."
"Per una volta sono felice non lavorare, il giorno di festa. Anch'io mi sento uno stupito, perchè ti amo e non posso dimostrartelo per tutti gli anni che verranno."
Poi ci scambiamo l'ultimo bacio dell'anno. Domani poi si vedrà.
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Ti amo e non lo so dire
FanfictionDopo la sparatoria che l'ha colpita Olivia rimane in coma per tre mesi. In questi tre mesi vive in una sorta di Universo parallelo. Ha un marito, dei figli e non fa la poliziotta. Ha una famiglia, una madre, un padre, un fratello e una sorella. Me...