Capitolo 6

20 3 0
                                    

Elliot.
Quando ho lasciato NY, sono stato in vari paesi tutti a distanza di qualche ora. Non sono mai tornato. In dieci anni questa è la prima volta che ritorno.
Siamo qui perchè Katie mi ha convinto a tornare. Mi ha detto che c'era questa premiazione, che era l'occasione buona per rivedere i vecchi amici.
E poi ho delle varie udienze con il mio lavoro, quindi dovevamo tornare. Eli è voluto restare a Roma.
Io e Katie, ci stavamo dirigendo alla macchina quando lei la apre e poi lo scoppio che la manda dall'altra parte della strada. Io rimango inerme, sotto shock. Ho solo la forza di chiamare i soccorsi, mentre cerco di non farle chiudere gli occhi.
"Katie, non lasciarmi. Non farlo, per favore."
Poi arrivano i soccorsi, vigili del fuoco e polizia. Sto per accompagnare Katie in ospedale, quando la vedo. Sconvolta perchè sa che quella è Katie e sa che ci sono anch'io. Non la vedo da dieci anni. Non la vedo da quel giorno che si è svegliata.
"Liv." dico andandole incontro.
Lei mi guarda sconvolta e poi si avvicina, mi dice se può accompagnarmi in ospedale e io annuisco.

Lei resta fuori mentre mi accerto di come sta mia moglie.
Quando la raggiungo fuori e con Fin, lui si mette a disposizione e poi va via. Mentre sto per dire qualcosa arrivano i miei figli. Dico come sta la loro mamma, mentre Olivia ci guarda tutti.

Quando ritorno fuori lei non c'è più, sarà tornata in ufficio. Ora è capitano. Ha delle responsabilità. Eviterò di trascinarla con me nel mio dolore. E probabilmente nemmeno si fiderà più di me.

Quando arrivo in centrale, stanno interrogando un tizio. Stanno facendo le domande sbagliate, prego Olivia di farmi entrare a fargli delle domande. Ma sembra restia, ma alla fine entra con me. Mentre io interrogo, lei supervisiona. Sto per lasciar perdere quando questo tizio mi provoca, mi ferma per un pelo. Quando mi raggiunge litighiamo e mi dice che questa storia potrebbe metterla nei guai. Per provocarla le dico.
"Che vuoi fare capitano vuoi sospendermi?"
"Non sei un mio detective."
Chissà com'è prendere ordini da lei. Essere di nuovo un detective della SVU, lavorare di nuovo con lei.
Ma tutto questo non accadrà mai, io mantengo le mie promesse. Se non avessimo dovuto tornare, non l'avrei mai più vista. Sarei invecchiato senza rivederla mai più.

Due settimane fa ero fuori dal suo ufficio, lei non mi ha visto. Ma ho capito che sentiva la mia presenza.

Poi arriva Dickie ci informa che Katie è sveglia. E io mi precipito da lei.
Olivia ritorna per interrogare Katie su cosa ricorda. Poi mia moglie si accerta se noi abbiamo mai più parlato. Lei dice che nemmeno sapeva che ero tornato in servizio.
Quando la raggiungo e in sala d'attesa.
"Liv... vuoi dell'acqua?"
"No devo andare."
"Voglio scusarmi con te."
"Vuoi... vuoi farlo adesso? Si vuoi farlo adesso."
Si siede e mi guarda, poi parla ogni frase è una coltellata al cuore.
So che probabilmente mi farà sudare il suo perdono.
Poi va via, quando mi accerto che posso lasciare i ragazzi e Katie, chiamo Fin.

"Allora perchè sei tornato. So che ho chiamato io. Ma la versione non ufficiosa qual è?"
"Sono tornato ho un paio di udienze. E poi riunioni con il quartier generale. Sono stato in giro per il mondo, mi sono unito ad un gruppo di persone. Ma non ha funzionato."
"Lei ha un figlio e ha avuto un paio di relazioni stabili."
"Un figlio? E chi è il padre?"
"Questo amico devi chiederlo a lei." ride.

Quando torniamo in ospedale Olivia e con Kathleen che parlano. Stiamo parlando sul caso di mia moglie, hanno un sospettato. Mentre mi racconta a come rintracciare una persona tramite il data base, suonano i campanelli d'allarme nella camera di mia moglie. Corro da lei, ma Olivia mi ferma perchè non mi fanno entrare e mi porta di nuovo nella sala d'attesa. A questo punto mi chiede dei miei fascicoli. Ma prima ne devo parlare con i miei superiori.

Quando mi dicono che mia moglie non c'è più. La prima persona che chiamo è Olivia. E quando la vedo, le crollo tra le braccia. Mi tiene a se mentre io piango. Ero felice a Roma fino a due settimane fa con mia moglie. Eravamo felici, avevamo costruito il nostro matrimonio da zero. Non c'era lavoro alla SVU, non c'era Olivia. Anche se era un fantasma soprattutto nei miei sogni. O quando pensavo di averla vista in giro per Chicago o per Londra. O quando eravamo a Roma. Ma io ero felice. Eravamo felici.

Ti amo e non lo so direDove le storie prendono vita. Scoprilo ora