Capitolo 2

28 3 0
                                    

Olivia (nel suo universo parallelo.)
"Mamma sbrigati faremo tardi a scuola."
"Si Daisy dammi il tempo che metta i tuoi quaderni nello zaino. Visto che dovresti farlo tu."
"Scusa mamma. Ma ieri sera mi sono addormentata stanchissima."
"Lo so tesoro. Ho quasi finito." Dico.
"Buon giorno papà." dice Daisy.
"Ehi ragazzina." Dice Trevor.
"Buon giorno caro." dico salutandolo baciandolo.
"Ehi amore." mi bacia e i nostri baci ci portano lontano.
"Basta genitori, mi viene la nausea." dice nostra figlia.
Daisy ha nove anni, è un peperino e non sta ferma un attimo. Vuole fare l'avvocato come suo padre. Beh io ero la sua assistente e poi ci siamo innamorati e sposati subito dopo. Amo questa famiglia.
"Che impegni hai oggi." mi chiede Trevor.
"Lasciare la nostra bambina a scuola e poi andare dai miei genitori e vedermi con Simon e Amanda."
"Allora fai una buona giornata amore."
"Potrei venire verso mezzo giorno e portarti il pranzo."
"Mi farebbe tantissimo piacere. Ti prego indossa soltanto tu sai cosa." mi sussurra.
Arrossisco e un ultimo bacio e esco per portare Daisy a scuola.

Arriviamo appena in tempo e l'accompagno fino in classe. Le maestre lodano la mia bambina e io ne sono orgogliosa. Dicono che ha una parlantina come un futuro avvocato.
Poi vado a casa dai miei.
"Mamma, papà sono Olivia dove siete?" domando.

Li trovo in salotto che ballano sulle note di una canzone degli anni sessanta. Sono felice che si amino e si supportano. Anche io e Trevor avremo una bellissima vita.
"Bambina sei qui." dice mia madre.
"Allora come stai?" mi chiede papà.
"Bene, però penso di essere incinta. Ho fatto un test è risultato positivo e oggi andrò dal mio medico per avere conferma e poi lo dirò a Trevor e Daisy. Lei voleva un fratello o una sorella."
"Sono felice bimba mia." dice mamma.
"Ma dove sono Manda e Simon."
"Sono usciti stamattina, Amanda aveva un caso e Simon un nuovo lavoro."
Amanda è una detective di polizia, si occupa della sezione SVU. Anch'io avrei dovuto fare la poliziotta, ma non ho superato l'ultimo esame. E poi ho iniziato a lavorare come segretaria di un avvocato e lì ho incontrato l'amore della mia vita. Simon è quello precario, trova un lavoro ci fa qualche mese poi si stufa e ritorna di nuovo in cerca. Lo abbiamo aiutato tante volte, ma lui preferisce così. Resto qualche minuto ancora da loro e poi vado dal mio medico ad avere conferma.

"Signora Langan lei è incinta di tre mesi." mi dice. I miei occhi si inumidiscono e poi vado in ufficio da mio marito.
"Signora Langan, suo marito è in riunione."
"Lo aspetto qui. Ma tu digli che ho una notizia e che è positivo."
Lei comunica la notizia e nemmeno dieci secondi la porta si spalanca e lui viene verso di me.
"Allora..."
"Si, sono tre mesi."
"Amore mio." sussurra e mi bacia. Qui nel suo ufficio e davanti a tutti. "Scusate la riunione è finita. Mia moglie è incinta. Ci vediamo domani." mi prende per mano e usciamo dall'edificio.

Quando arriviamo a casa, ci stiamo baciando e dritti cadiamo sul divano mezzi nudi. Facciamo l'amore per dare il benvenuto a nostro/a figlio/a.
"Pensa quando lo diremo a Daisy."
"Ne sarà contenta."
"Trevor sono dieci anni che siamo sposati, penso che dovremmo festeggiare questo nuovo evento con le nostre famiglie."
"Lo penso anch'io. Ma lo faremo dopo che sarà nato, non voglio che ti stressi."
"Va bene."
I giorni e i mesi passano, ma accade qualcosa la notte. All'inizio pensavo che fosse per via dei racconti o delle serie tv poliziesche a scatenare questi sogni.

Sogno ogni notte, di risolvere un caso con un uomo dagli occhi blu. Dice di chiamarsi Elliot Stabler. Ogni notte sono scene diverse, scene che mi riportano ad un'altra vita che non ho mai vissuto e che sia reale tanto questa che sto vivendo.

La mattina mi sveglio stanca e non ho più quella vitalità che avevo fino all'inizio di questi sogni.
Le voci, adesso sento delle voci, sento anche della musica.
*Liv, torna da me. Io ti amo, sono venuto a patti con questo sentimento. Io ti amo.* E poi soltanto della musica. Sento anche delle altre voci, di donne  che mi sembrano famigliari.

Ti amo e non lo so direDove le storie prendono vita. Scoprilo ora