Olivia.
Sembrava un caso facile, pronto per essere archiviato o quanto meno sbatterlo in galera e non preoccuparci più.
Quando Amanda arriva alla SVU con questo Lewis, gli abbiamo preso le impronte digitali, ma aveva i polpastrelli bruciati. Quindi niente impronte, la signora che lo aveva fotografato in quegli atteggiamenti ci disse che lui l'aveva fatto di proposito fermare le turiste e abbassarsi i pantaloni.
Lo interroghiamo io e Nick, anche solo parlargli mi viene la nausea.
"Allora William, posso chiamarti così? Cosa ti ha portato a denudarti davanti alle turiste."
"Io non ho fatto nulla."
"Ci sono delle foto di quello che hai fatto."
"Sa cosa ho fatto questa mattina? Sono andato al parco per una passeggiata e delle turiste mi hanno provocato e io le ho accontentate, e poi hanno urlato alle molestie."
"Non ti credo. Io invece penso che tu lo abbia fatto apposta che sei un esibizionista."
"Forse hai ragione detective, io adoro essere un esibizionista. Mi piace torturare le donne. Li lego a letto e poi con le chiavi, il ferro caldo e anche le sigarette che spengo sulla loro pelle mi eccita. Poi le stupro e loro stanche di combattere il loro cuore si ferma e muoiono da sole."
"Se ti piace fare questo perchè ti sei fatto prendere?"
"E chi dice che io non l'abbia fatto apposta?"
Bussano allo specchio e io esco, sono nauseata e vorrei soltanto andarmi a fare una doccia e tornare a casa.
"Olivia non va bene tutto questo. Lui ha confessato, ma non possiamo prenderla sul serio."
"Non hai visto i suoi occhi Rafael, mettevano paura e io vorrei soltanto vomitare."
"Non entrerai in quella stanza ad interrogarlo un altra volta."
"Io spero che tu riesca a farlo condannare."
"Lo spero anch'io."
Ma non è ancora finita assistiamo alle udienze, sembra che tutti lo vogliano dentro. Indagando abbiamo capito che lui è un serial killer stupratore. Dopo svariate indagini scopriamo che lui se le sempre cavata perche gli hanno sempre sbagliato il nome e cognome. Quindi l'ha sempre fatta franca.La sera prima dell'udienza definitiva, il capitano va dalla nostra testimone chiave. Sembra stare bene, ma il mattino dopo ci chiama una sua amica e ci dice che la donna non apre la porta. Interveniamo e quando arriviamo sul posto è una tragedia. La donna ha chiari segni di violenza e bruciature su tutta la pelle. Il medico legale ci dice che è morta di infarto.
"Dovevo entrare e assicurarmi che stava bene." dice il capitano.
"Se era qui la teneva sotto tiro con la pistola e lei capitano non poteva fare nulla."
"Benson torna a casa, se sta seguendo uno schema la prossima potresti essere tu, e poi sei troppo coinvolta."
"Ma sto bene qui."
"Non costringermi ad arrestarti." dice.
Prendo le mie cose e vado via. Sulla via del ritorno compro del sushi.La mia casa dovrebbe essere il mio luogo sicuro, il mio santuario, la mia fortezza. Che succede quando tutto questo viene profanato dal mostro? Non si è più sicuri di nulla.
"Ben tornata detective Benson." e mi da un colpo con il calcio della pistola, la mia pistola.Quando apro gli occhi sono stordita e legata ad una mia sedia. Mi tiene legata mentre brucia la mia pelle con sigarette e chiavi bollente. Mentre mi costringe a bere vodka, whisky e sonniferi.
Perdo conoscenza e quando mi sveglio decido di negoziare. Ma mi fa ascoltare un messaggio in segreteria di Cassidy che non sarebbe potuto venire a casa perchè e bloccato in un tribunale del Bronx. Dopo di che lasciamo la mia casa e tutto è un incubo.Assisto ad una scia di omicidi e stupri e io prego per le anime di queste vittime di perdonarmi se non sto facendo il mio lavoro. Non so quanto tempo sia passato, ma ho deciso che se voglio salvarmi devo entrare nella sua testa. Mi porta in una casa sulla spiaggia, dove mi ammanetta al letto, mi lega mani e piedi con una corda e delle fascette.
Se devo morire voglio ritornare nel mio stato di coma dov'è ero felice e avevo una famiglia, un marito e due figli. Dove non ci sono brutture e dove soprattutto non c'è Elliot Stabler.
Ecco invece di pensare a come salvarmi, penso a lui. Penso a lui che mi avrebbe già trovata, penso a lui che tutto questo non sarebbe mai successo.
"Povera Olivia, legata e indifesa, pensa un po' sei come tutte le altre."
"Parli soltanto e non agisci."
"C'è ancora tempo e la tua squadra e indietro di tre giorni. Sicuramente staranno già trovando le mie vittime."
"Sei soltanto bravo con le parole. Che c'è con me non ti viene duro o semplicemente mi temi."
"Io cara la mia Olivia non ti temo."
"Beh allora togliti il pensiero e se hai le palle uccidimi adesso, perchè ti guro che se dovessi liberarmi per te sarà la fine."
Mi salta addosso, inizia toccarmi, ma proprio mentre chiudo gli occhi. Bussano alla porta. Lui si alza è va ad aprire, sento delle voci, c'è anche una bambina. Allora mi faccio forza e tiro la sbarra che cede quasi subito. Mi libero e quando lui ritorna lo colpisco, mi assicuro che sia svenuto e legato bene e vado dalla donna. Le dico di andarsene, ma prima però deve chiamare il mio partner Nick Amaro. Dopo di che torno da lui. Siamo alla resa dei conti.Quando torno è ancora svenuto e potrei ucciderlo per tutto quello che mi ha fatto. Ma poi mi guardo allo specchio e una rabbia prende il controllo dentro di me. Se non dovessi farcela, desidero che Elliot sia qui.
"Si sono invertiti i ruoli, Olivia."
"Già, Sai che c'è ho contattato la mia squadra è sta arrivando."
"Allora perchè hai quello sguardo triste, chi ti manca che desideri di vedere, i tuoi famigliari, il tuo fidanzato? No a te manca la tua metà, sai mentre eri svenuta mormoravi il nome Elliot. E' lui che ti manca?"
"Non nominarlo nemmeno. Sai se fosse qui tu non avresti quel ghigno sul viso. Saresti un uomo morto."
"Allora dimostrami cosa mi farebbe quest'uomo e se è così importante perchè non è con te?" mi dice.
"Vuoi sapere cosa ti farebbe? Posso dimostrartelo." Inizio a colpirlo sulle gambe, poi sulle braccia, in faccia. Nel mio corpo non sono più io. C'è la forza di Elliot che si è fusa con la mia. Lo colpisco fino a che non lo sento rantolare. Sto per colpirlo un'altra volta, ma arriva la mia squadra e mi dice che sono salva, che non devo temere più nulla.Quando esco dalla casa sulla spiaggia ci sono anche i giornalisti, qualcuno tenta di fare qualche domanda, ma vengono allontanati dalla polizia.
Mi portano in ospedale, mi visitano, mi curano le ferite e le bruciature. Mi dicono che ho anche un braccio lussato e un paio di costole rotte.
Inizio la terapia sotto consiglio del mio capitano, non voglio dover affrontare tutto da capo, i quattro giorni di inferno, così anche se vado in terapia passo un ora a settimana a guardare il vuoto. Non ho via libera per tornare e quindi devo rimanere a casa. Le mie ferite si stanno rimarginando, ma non le mie ferite nell'anima.Io e Brian ci siamo lasciati quando ho capito che lui non può aiutarmi ad affrontare tutto questo. Non ci riesce. Intanto il capitano Cragen lascia la squadra a Munch e quando io torno operativa, lui lascia la squadra a me congratulandosi perchè ho superato l'esame da Sergente. Quindi ora sono io a gestire la squadra. Ma i problemi non sono finiti. Amanda non riesce a superare i suoi problemi di gioco e allora finisce in un guaio. Lei sotto consiglio di Fin si confida con noi e allora facciamo in modo di fermare questa cosa. Veniamo a conoscenza che sotto copertura c'è il tenente Declan Murphy, che fa parte del cattivo. Quando li arrestiamo tutti, la mia unità diventa la sua.
Nel frattempo il processo contro quel mostro va avanti e dopo tanti giri mi chiama alla sbarra e lui a rappresentarsi. Vuole che dica che mi ha violentata davanti a tutti, così può continuare questo gioco al massacro, così può umiliarmi ancora. Ma non è vero che mi ha violentata e sulla sbarra io dico quello che tutti vogliono sentire dire. Alla fine viene condannato. E pensavamo che tutto fosse finito.
In città arriva il sergente Voight di Chicago, insieme al suo detective Erin Lindsay. Lei dice che il suo fratellastro si trova a NY e lei è da anni che lo cerca.
Vedere Voight, mi porta indietro nel tempo di quando lavoravo con Elliot. Stessa mentalità, brutalità e tutto il resto. Alla fine troviamo il ragazzo che decide di tornare a Chicago.Io e Hank ci prendiamo insieme un bicchiere di vino rosso, mi racconta che è vedovo e che ha un figlio. Che l'ha portato ad essere quello che è per via delle brutture della vita.
Mi accompagna a casa e per la prima volta dopo tanto tempo potrei essere felice. Mi attira a se per un bacio, lui dice di addio e io ricambio perchè ho lavorato bene con lui e perchè abbiamo quella chimica che mi mancava dai tempi di quell'uomo.
"Allora sergente non vuoi entrare per un caffè?" domando.
"Vorrei tanto, ma se entrassi non sarebbe per un caffè."
"Allora entra è basta."
Ci baciamo sulla porta di casa e poi dentro volano i vestiti, dopo tanto tempo non ho paura di far vedere le mie cicatrici. Facciamo tanto sesso io e lui per tutta la notte.
Il giorno dopo va via, ma rimaniamo in contatto. Per un po' faccio NY-Chicago, ci incontriamo, scopiamo e poi ritorno a casa. Passo qualche week-end a Chicago e l'aria di lì e diversa di NY, anche se per omicidi e la stessa cosa.Vivo in questa bolla di beatitudine, fino a che non ritorno a NY, e mi dicono che la bestia è scappata. Appena mette piede fuori di prigione si lascia dietro di se una scia di omicidi. Rapisce una bambina e poi mi contatta. Murphy dice di non cedere, ma lui lascerà la bambina, soltanto se io dico ai media che sono stata violata da lui.
Per salvare la bambina, allora mi gioco la reputazione dico che mi ha violentata e che l'ho colpito perchè lui era indifeso. Mi costringe ad incontrarlo e questa volta spero che la mia squadra ci metta meno tempo a trovarmi. Mi porta in un luogo abbandonato dov'è c'è la bambina legata e impaurita. Subito mi accerto che sta bene. Poi mi lega al tavolo e inizia a toccarmi, sembra eccitato dalla mia resistenza, ma io non do sangue agli squali senza combattere. Cosi mi arrendo, lui si allontana, prende due pistole e una c'è un proiettile. Dice che vuole giocare alla roulette russa, fino l'ultimo sparo.
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Ti amo e non lo so dire
FanfictionDopo la sparatoria che l'ha colpita Olivia rimane in coma per tre mesi. In questi tre mesi vive in una sorta di Universo parallelo. Ha un marito, dei figli e non fa la poliziotta. Ha una famiglia, una madre, un padre, un fratello e una sorella. Me...