Capitolo 10

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Elliot.

Dal giorno di natale, è successo qualcosa tra me e Olivia. Ma adesso non la vedo e non la sento da quando è uscita da casa mia il ventisei dicembre.

Ho deciso di proteggerla, ho deciso che è il momento che io prenda in mano la situazione con Wheatley ed essere tutti liberi.
Voglio avere un qualcosa con Olivia, lo voglio io e lo vuole lei. Probabilmente non ne sarà felice di questo silenzio. Ma se ha letto o sentito le ultime novità, sa che non la lascerei mai.

Quando mi ha raccontato di Tucker volevo urlare. Quell'uomo alla fine c'è l'aveva fatta ad averla anche solo per un breve periodo. Stavano anche per sposarsi. Con l'uomo del succhiotto non posso mettere becco. Ma mi ha dato fastidio che lui sia rimasto in tutti questi anni. L'ha vista diventare madre. Probabilmente ha cenato e pranzato con Noah. Mentre io e da quasi un anno che sono tornato, ho passato solo una giornata con lui.

Questa storia tra me e Wheatley non finirà bene. Lui ha spaventato mia madre, ha fatto quasi del male a mio figlio Eli. Quindi è ora di entrare nella sua testa.
Inizia un piano molto preciso, devo fargli credere che mi sono scopato la sua ex moglie.

Ma poi la nostalgia prende il sopravvento e mi reco davanti alla centrale, sono lì fermo perchè tra poco lei uscirà e io la vedrò da lontano.
"Povero Elliot innamorato. Stai qui a struggerti per amore per la bella Olivia, invece di stare con lei dai la caccia a me."
"Wheatley che cosa vuoi."
"Lo sapevi che il giorno della mia udienza, Barba ha interrogato Olivia, lo sapevi che era stata rapita e quasi stuprata mentre tu eri lontano?"
"Che cazzo stai dicendo?"
"Sto dicendo quello che non sai. Invece di darmi la caccia, perchè non scopri ciò che quella donna ha passato. Perchè per essere l'amore della tua non badi nemmeno ha ciò che ha passato."
"Sparisci Richard prima che ti spari."
La vedo uscire, Olivia rapita e quasi stuprata, perchè io non ne so nulla? Mi volto e lui è sparito. Sto per attraversare la strada, quando vedo un uomo dai capelli bianchi che le si avvicina. La vedo irrigidirsi.
Lui cerca di prenderla per il braccio, ma lei si divincola. Quindi attraverso la strada incurante delle sgommate delle auto.
"Olivia." dico avvicinandomi minaccioso.
"Elliot, cosa fai qui?" domanda.
"Dobbiamo parlare."
"Senti Elliot, giusto. Olivia sta venendo via con me."
"No Burton, io e te non abbiamo nulla da dirci."
Lui non sembra prenderla bene. Cerca di allontanarlo, ma lui non demorde.
"Olivia, ti ricordo ciò che è successo in quella camera d'albergo prima di che tu mi accusassi di qualcosa che non ho fatto."
"Non hai fatto." Gli ride in faccia.
"Non ho fatto, stavamo per ricominciare tutto da capo. Io e te. Infondo sono stato il tuo primo uomo."
"Avevo sedici anni e tu vent'uno. Quindi mi hai plagiata. Ti sei preso un pezzo di me."
"Tua madre ti controlla anche da morta."
Fermi tutti, quest'uomo era quello per cui Serena la madre di Olivia, non voleva che girasse intorno a sua figlia.
"Olivia, andiamo via." dico impaziente e pronto a prenderlo a pugni, ma siamo in strada.
"Elliot ti ha detto, la cara Olivia che a novembre dell'anno scorso è venuta a letto con me, facendosi scopare per la puttana che è."
"Come ti permetti?" lo prendo per il collo.
"E ti ha detto anche che sono stato il suo primo uomo. Sono stato il primo a scoparsela era così delicata e giovane."
"Elliot lascialo stare, non ne vale la pena."
"Non ne vale la pena, Olivia? Ti ha offesa."
"Non ne vale la pena, perchè lui presto sarà processato e non vedrà la luce del sole per i suoi miserabili anni che gli rimangono."
"Non andrò in prigione. E' toglimi le mani di dosso." dice cercando di liberarsi.
"Capitano cosa sta succedendo?" domanda un poliziotto.
"Portate quest'uomo lontano dalla mia vista." dice Olivia.
"Non finisce qui. Me la pagherai." dice quando viene portato via.
"Olivia." sussurro.
"No. Perchè sei qui? Me la stavo cavando da sola."
"Lo so, che da sola potevi farcela. Ma quell'uomo non mi piace."
"Mi ero fidata di lui, quando è tornato dopo oltre trent'anni. Pensavo che mia madre si sbagliasse. Ma quell'uomo ha molestato e stuprato così tante donne. Che vorrei strapparmi la pelle soltanto per non avere mai più il suo tocco." dice.
"Liv. Vieni con me."
"Mi sono fidata di nuovo di te e tu sei sparito."
"Ti sto proteggendo. Ma ora da quello che vedo, non posso proteggerti."
"Che vuoi dire."
"Dov'è Noah?"
"A danza."
"Chiama Amanda e dirle di prenderlo. Ho un'idea. Ma dobbiamo parlarne a casa tua." dico calmo.
Lei fa quello che le dico. Penso che forse mi ascolterà.
Quando arriviamo a casa sua, lei è nervosa, Infatti scappa per la sua camera e quando riemerge si è tolta i vestiti ed è in tuta.
"Allora quale è il tuo piano?"
"Voglio mandare i miei figli in Italia, e voglio che Noah li segua. Non è per sempre. Le cose tra me e Wheatley si stanno facendo calde. Ci stiamo sferrando fino all'ultimo colpo. Pensa che oggi mi ha detto, che tu sei stata rapita e quasi stuprata." guardo la sua faccia impallidire.
"No... non dove...dovevi saperlo." balbetta.
"Quindi è vero?"
"Sì. Mi ha rapita per quattro giorni."
"Pechè non mi hai chiamato?" domando.
"Il tuo numero era disabilitato."
"Eri sola ad affrontare tutto questo."
"C'era Cassidy."
"Ora si che sono tranquillo."
"Elliot..." ora sta quasi per piangere.
"Liv... raccontami tutto."
"Non c'è la faccio."
"Va bene. Non ti costringerò."
"Fa l'amore con me El." mi dice.
La guardo è sconvolta.
"Sei sconvolta."
"Lo sono. Ma ripensare a tutto quello che ho passato. Al mio rapimento, a Burton, mi fa sentire sporca. Voglio la tua pelle sulla mia, le tue labbra sulla mia pelle."
"Ne sei sicura?"
"Non te lo chiederei."
Si avvicina a me, lei mi bacia e lei che prende il comando, ma anch'io ho un ruolo in questa cosa. Per la prima volta dopo vent'anni faremo l'amore. La prendo in braccio e la porto in camera sua.
La spoglio, voglio vederla nuda, sono impaziente di baciare la sua pelle. Quando vola la sua maglia vedo ogni singola cicatrice sul suo corpo.
"Liv...."
"Poi parleremo." dice.
La faccio sdraiare sul letto, e inizio a baciarla, parto dalla fronte e scendo per gli occhi, le labbra e poi giù per il collo. Annuso il suo odore, scendo giù per le spalle, le braccia e poi la faccio girare. Anche la sua schiena e martoriata. Bacio ogni singola parte della sua pelle sulla schiena. Sospiro sulla sua pelle e lei rabbrividisce.
"El."
"Shhhh, sto venerando la tua pelle."
"Ti voglio adesso." sussurra.
"Anch'io." Poi lei si volta e mi toglie la camicia e la canotta che indosso di sotto. Anche lei mi bacia la pelle, le mie cicatrici, siamo pieni di segni che portiamo con noi. Siamo soltanto noi due.

Ti amo e non lo so direDove le storie prendono vita. Scoprilo ora