"La Malfoy"

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Quella mattina sarebbe arrivato un nuovo studente, o almeno così dicevano le voci, che effettivamente avevano ragione. Appena entrata in sala grande notai lo sgabello ed il cappello parlante attendere il nuovo studente. 
Silente si posizionò e iniziò il solito discorso di accoglienza. Non ascoltai né il discorso, né guardai l'entrata del nuovo ragazzo. Tenei la testa bassa sulla mia colazione, che sembrava più grigia del solito. Le parole di Mattheo mi scolpivano il cuore minuto per minuto e non sapevo il motivo di quella mia reazione. 

"Astuto...scaltro, mm-mmm...SERPEVERDE!" sentii ed alzai il capo. La mia casa applaudì e notai che anche lui lo fece. 
"Strano" fu tutto quello che pensai. 
Il ragazzo nuovo si accomodò accanto a Mattheo e li vidi scherzare insieme. 
Riddle con un amico? Da quando? 
"E quella?" chiese il suo nuovo amico indicandomi. 
"La Malfoy" disse Mattheo e lì il loro discorso si concluse. 

Appena entrai in classe mi beccai un'occhiataccia da parte di tutti, persino dalla professoressa. Ero entrata dieci minuti in ritardo, ma sinceramente mi interessava poco e niente della lezione di divinazione. 

"Signorina Malfoy" disse la Cooman mentre poggiavo i libri sul tavolo che stavo condividendo con Hermione. Di riflesso alzai lo sguardo con un'espressione interrogativa e notai che tutti gli occhi su di me...persino i suoi.
Per un attimo rabbrividii ma tornai subito in me.

La Cooman si avvicinò e prese il mio polso.
Tese il medio e l'indice sopra una vena e chiuse gli occhi. Sembrò fare qualche espressione sicuramente poco di norma e lanciai uno sguardo d'aiuto ad Herm, che sembrava più scioccata di me. 
La professoressa iniziò a premere più del dovuto e un gemito di dolore uscì dalle mie labbra.
In seguito l'insegnante si staccò con occhi sgranati. 
Cominciò a balbettare parole incomprensibili e provai un leggero imbarazzo. 

"I-io d-devo parlare con il preside" affermò uscendo dall'aula. 
Un brusio si fece strada all'interno del silenzio che si era creato per lo shock.
"Ma che cazzo..." furono le uniche parole che riuscì a dire prima di alzarmi per rincorrere la professoressa.  Proprio mentre stavo per varcare l'uscita, Gazza spuntò davanti a me impedendomi di farlo. 
"Mi faccia un favore" dissi scocciata prima di scansarlo e passare ugualmente. 

Iniziai a correre per i corridoi volendo raggiungere l'ufficio di Silente in tempo. 
"Sorbetto al limone" dissi davanti all'entrata che si aprì sotto quelle parole. 
Salì le scale ed arrivai giusto in tempo. 
"Io non dubito nelle sue capacità Sibilla, ma accusare una studentessa di un fatto tanto grave" fu tutto ciò che riuscì a sentire prima di irrompere nella stanza bloccando il discorso. 
Mi fermai sulla soglia e guardai i professori in cerca di risposte. 
"Isabel" affermò Silente. 
"Accomodati" allargò un braccio in segno di benvenuto. 
Avanzai con riluttanza prima di udire nuovamente la voce del preside.  
"Io e la professoressa Cooman stavamo parlando della tua...situazione" faticò a trovare il termine adatto ma non mi convinse.
"Situazione?" sibilai a denti stretti. 
"Mi illumini" iniziai rivolgendomi alla Cooman. 
"Quale situazione".

La professoressa lanciò uno sguardo disperato al preside, probabilmente cercando le giuste parole. Portò le mani tremanti al petto incrociandole e i miei occhi caddero involontariamente su esse. 
"V-voi non potete saperlo" disse provando un tono tranquillo, ma fallì miseramente. 
"La vostra salute ne risentirebbe" concluse ed io alzai un sopracciglio. 
"Ma davvero?" chiesi sarcastica. 
"Ci lasci soli Sibilla" si riferì alla Cooman Silente. 
Lei obbedì ma non prima di lanciarmi un occhiataccia.
Aspettai che uscì per poi spostare i miei occhi sul preside. 
Sospirai ed aspettai risposte. 
"Non posso darti ciò che stai cercando Isabel" disse ma non credetti ad una sola parola.  
Sapevo che Silente non era uno sprovveduto e sapevo anche che se non voleva aiutarmi, non l'avrebbe fatto.
"Prova a controllare negli angoli più oscuri, e troverai risposte" affermò poi. 
"Puoi andare" finì. 
"Arrivederci" dissi uscendo, confusa.

Nei corridoi pensai a ciò che voleva dire e l'unica cosa che mi venne in mente fu la biblioteca. 
Così ci andai. 
Entrai ed iniziai a cercare anche se non sapevo esattamente cosa. 
Controllai ogni singolo libro di ogni singolo scaffale. 
Sfogliai pagina per pagina saltando il pranzo, arrivando a sera. 
Sentii la pioggia battere sulle finestre e le voci sottili di coloro che si trovavano lì con me. 
Divenne notte ed ancora non avevo trovato niente. 
Poi, quasi per caso, posai gli occhi sul reparto proibito, e ricordai di non aver guardato proprio ovunque. 
Mi avvicinai e con un incantesimo entrai. 
Sentii dei passi, ma me ne accorsi troppo tardi. 

"Ma che studentessa modello, in biblioteca fino a tardi" udii e sobbalzai.
"Cristo" imprecai voltandomi di scatto. 
L'amico di Mattheo era lì, ad osservarmi a braccia conserte. Solo in quell'istante notai i suoi limpidi occhi verdi. Una risata lasciò le sue labbra e in quel momento vidi che stava mangiando...alle dieci di sera? Mi chiesi come avesse fatto a scampare dalle grinfie di Madama Pince, ma non mi ci soffermai troppo. 
Non curante riportai l'attenzione alla mia ricerca. 
"Tu saresti Isabel quindi, giusto?" domandò appoggiandosi ad uno scaffale. 
"Chi lo chiede?" 
"Giusto" affermò portandosi una mano alla fronte ironicamente.
"Kai, Kai Parker" si presentò fiero. 
"Mm-mmm, ora se non ti dispiace porta via il tuo culo da qui" dissi avviandomi verso l'uscita irritata. 
Il solo fatto che fosse amico di Riddle era una garanzia.
"Uuuu vacci piano" affermò.
"Non c'è motivo di essere così scontrosi" mi bloccò per una spalla. 
Mi fermai sotto il suo tocco e gli rivolsi un'occhiataccia. 
"Il solo fatto che tu sia amico di Riddle è un valido motivo" sibilai.
Mi staccai dalla sua presa e me ne tornai in stanza, insoddisfatta. 

Arrivata in sala comune i ragazzi erano già pronti al solito incontro serale. 
"Isa ti unisci a noi?" chiese Theodore guardandomi. 
"Non so ragazzi, sono stanca" risposi. 
Un cipiglio si formò sul suo volto. 
"Devi fare sesso?" domandò ed io sgranai gli occhi. 
"Cosa? Certo che no" 
"Ti chiamavano figa d'oro" aggiunse Astoria. 
"Simpatica" ribattei. 
"In ogni caso, io vado" dissi e non gli diedi tempo di controbattere. 

Salii le scale ed entrai in camera; faceva più caldo del solito quindi sfilai il gilet restando con la camicia. 
Sistemai alcuni vestiti che si trovavano sul mio letto ed andai in bagno. Mi legai i capelli in un raccolto disordinato, mi sbottonai la camicia ed ero pronta per accendere l'acqua per farmi una doccia quando mi accorsi di aver lasciato l'accappatoio in stanza. 

Sbuffai e aprii la porta, ciò che vidi mi sconvolse. 
Kai e Pansy si trovavano alla finestra intenti a fumare. 
I loro occhi si posarono su di me ed io gli guardai con un cipiglio sul viso. 
"Che caz..." dissi ma subito dopo mi ricordai le mie condizioni. 
La camicetta bianca che portavo era aperta lasciando vedere il mio seno, coperto solamente da un top in pizzo. 
D'istinto mi coprii il corpo arrossendo ed una fragorosa risata lasciò le labbra di Kai. 
"Cristo Isabel, figa d'oro per davvero" affermò. 
Presi il mio accappatoio e prima di chiudere la porta dissi un "fottiti" forte e chiaro. 
Chiusi a chiave e mi lavai. 

Una volta uscita, fortunatamente, Kai era già sparito e Pansy era la sola nella stanza. 
Io la guardai male avvicinandomi al mio letto. 
"Che c'è?" chiese
"E' simpatico" 
"E poi ha due occhi meravigliosi"concluse. 
"Scusa ma da quando guardi gli occhi dei ragazzi, e poi da quando fumi?" domandai. 
"Da sempre! Mi consideri davvero così poco sentimentale?"
Feci finta di pensarci. 
"Si" affermai convinta. 
"Fanculo" fece la finta offesa chiudendosi in bagno. 

Mi coricai e mi addormentai, con ancora l'imbarazzo che mi scorreva nelle vene. 





Memories || Mattheo Riddle ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora